giovedì 25 ottobre 2018

DUBAI - La Bella Senz'anima




DUBAI - La Bella senz'anima
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Dubai Marina

Quasi sempre al ritorno dai nostri viaggi ci rendiamo conto che il tempo a disposizione non è mai abbastanza. Così scegliamo accuratamente ben consapevoli che lasceremo indietro qualcosa.

E andandocene lasciamo sempre un pezzettino di cuore in ogni parte del mondo pensando “un giorno ritorneremo“la scusa bisogna sempre pensarla quando si rientra: Un ristorantino da gustare, una spiaggia da scoprire  o un luogo da esplorare. A noi viene tutte le volte la sensazione di aver dimenticato davvero qualcosa Adesso che siamo stati a Dubai no. Siamo ritornati pensando che eravamo a posto cosi, eravamo felici  di aver aggiunto un altro tassello nelle puzzle del mondo che abbiamo conosciuto, ma che bastava.



Dubai è una città di grattacieli in mezzo al deserto.
Quando è stato creato il mondo non era previsto che delle persone vivessero lì.
È un ambiente così ostile per l’uomo che tutta la vita si svolge al chiuso, dentro le case, gli uffici, i centri commerciali, le auto.
Le persone si spostano solo in macchina/taxi/bus climatizzati e non ci pensano minimamente ad andare a piedi. È proprio stata concepita così: la maggior parte delle strade non ha marciapiedi, è troppo caldo per camminare. Io che adoro il caldo a Dubai proprio era troppo, tutti i giorni 40/43/42/45.





Le strade sono tutte superstrade e il loro unico scopo è collegare due luoghi. Le passeggiate non esistono, non vi dico le facce che si sono fatti quando abbiamo chiesto come facevamo a raggiungere un posto a piedi che sulla cartina era abbastanza vicino, niente o bus o taxi.
Abbiamo provato a camminare  lungo una strada sotto il sole con 43° per dieci minuti senza incontrare anima viva, ma solo auto. Poi ci siamo rassegnati.


Da vedere non c’è niente a Dubai, almeno niente che mi abbia colpito. Centri commerciali enormi, hotel e isole dalle forme più disparate (la famosa “vela” Burj al-Arab ad esempio, che però si può vedere solo da lontano o andare a cena con la solo certezza di spendere un occhioattrazioni costose e artefatte.



L’unica cosa per cui ne è valsa veramente la pena: salire sul Burj Khalifa, il grattacielo più alto del mondo, e vedere Dubai dall’alto, l’unica cosa che vale il viaggio.













Burj Khalifa.


A me in generale affascinano da morire le città dall’alto. Riesci a capire molto di un luogo guardandolo nella sua interezza. Stessa cosa anche per Dubai, si capisce tanto dalla cima del Burj Khalifa.




Questo è il grattacielo più alto al mondo misurando ben 829,8 metri. Detiene un’altra decina di record assurdi tipo “la piattaforma d’osservazione esterna più alta al mondo” o “l’ascensore di servizio più alto al mondo”. Si sale in cima (si può arrivare fino a poco più di 600 metri con un ascensore velocissimo 22s. per 124 piani), che ti tappa le orecchie per la velocità. Da lassù vedi  davvero uno scenario incredibilmente fantastico.


Grattacieli enormi che spuntano dalla sabbia, un groviglio di autostrade che collega palazzi giganteschi, architetture futuristiche e materiali all’avanguardia.
Tutto questo circondato dal nulla. Deserto. Sabbia. Afa. Caldo.
Vederlo dà lassù ti rendi conto dell’accanimento dell’uomo che non si rassegna al volere della natura e che capriccioso si impunta, continuando a costruire.
Siamo scesi da lì con un senso di vuoto e di desolazione. C’è chi è ispirato da questo sviluppo inarrestabile e ricchissimo in mezzo al deserto. C’è chi ci vede il futuro e chi ci vede un grande esempio per l’ottima strategia di business.
Noi abbiamo pensato che sopravvivere grazie all’aria condizionata spostandoci da un centro commerciale all’altro a bordo di un taxi non fa per noi.



Una canzone diceva …”Bella senz’anima…” ecco questa è Dubai
Ci sono città che raccontano una storia e trasmettono calore anche tra mille brutture ed altre invece che nonostante siano pulite e ordinate non riescono a suscitare altro se non un asettico apprezzamento ."..Bella senz’anima!!!..."

venerdì 12 ottobre 2018

OMAN - La Via Dell’Incenso


MASCATE - L'Al Lawati moschea e la mutrah corniche


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martedì 8 maggio 2018

L'INCANTEVOLE FUERTAVENTURA

 
FUERTAVENTURAon the road
 
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Dopo Tenerife e Lanzarote questa volta eccoci a parlare di  Fuerteventura. L'arcipelago delle Canarie (Spagna) è costituito da 7 isole (Gran Canaria, Fuerteventura, Lanzarote, Tenerife, La Gomera, La Palma e El Hierro), ognuna delle quali presenta caratteristiche molto diverse: La Gomera, La Palma e El Hierro sono montuose, verdi e punteggiate qua e la da spiagge di sabbia nera. Lanzarote e Fuerteventura hanno paesaggi desertici e spiagge di sabbia bianca. Gran Canaria è come un continente in miniatura, che passa da un aspetto sub tropicale e fertile a totalmente desertico; Tenerife invece, la più estesa, presenta anch'essa aspetti diversi: dalla cima più alta di 3700 metri alle più turistiche ed animate spiagge. La nostra scelta questa volta non poteva che essere Fuerteventura. Abbiamo deciso di non soggiornare in un  solo hotel ma di spostarci ogni giorno ed eventualmente fermarci un giorno in più, qualora il posto lo meritasse. Questa decisione è risultata ottima perché ci ha permesso di girare l'isola in lungo e in largo anche se poi le distanze non sono enormi: da una punta all’altra dell’isola, infatti,la distanza è di circa 100Km.


Le Isole Canarie sono un grande arcipelago di sette isole maggiori e due isole minori, tutte di origine vulcanica e fanno  parte del territorio del Regno di Spagna. Dal 1982 è una comunidad Autonoma stabilita dalla Costituzione. Dal punto di vista geologico le Canarie non solo altro che le punte emergenti di una vasta catena montuosa di origine vulcanica che si dispiega sul fondale dell'Oceano, dal quale emersero  all’incirca trenta milioni di anni fa, quando  le placche tettoniche entrarono in collisione corrugando la superficie del pianeta e causando la formazione della catena dell’Atlante in Marocco nonché, nell’Oceano, l’emersione delle medesime Canarie, di Madera, delle Azzorre e delle Isole di Capo Verde. Tutte insieme queste isole sono considerate dai geologi un corpo unico denominato Macronesia. Fuerteventura è, rispetto a Tenerife e Lanzarote, la più selvaggia:  un’isola che è ancora per lunghi tratti poco cementificata e si spera che così resti ancora per lungo tempo dal momento quando arriva "la mano dell’uomo" il più delle volte non è per valorizzare le bellezze esistenti ma per speculare, incurante dell’ambiente e dei suoi equilibri. A Fuerteventura non ci sono  alberi, non c'è un fiume, non ci sono città degne di nota, non ci sono chiese o grandi opere artistiche, non c'è caos e tantomeno non ci sono grandi centri commerciali o parchi di divertimento; troviamo solo l'oceano ed enormi spiagge di sabbia bianca e piccoli paesini. 

Grazie ad un costante ed incessante vento (più che nelle altre Isole), vengono praticate numerose attività sportive tra le quali spicca il wind surf e il kite surf con diversi centri importanti che richiamano molti giovani che praticano questi sport.
 
 Perché on the road? Quasi sempre  l’anima di ogni paese risiede nel suo territorio  globalmente inteso. A Fuerteventura come anche in altre isole ci si può emozionare ovunque per cui durante il tragitto ci siamo fermati più volte per ammirare i paesaggi. Con la nostra auto a noleggio abbiamo passato intere giornate sulle strade di Fuerteventura fotografando la nostra avventura on the road alla ricerca di sterrati, mirador suggestivi e spiagge incontaminate da nord a sud e da est a ovest. Affascinato dai racconti e dalle tante  fotografie dell'isola abbiamo alloggiato in zone diverse  di Fuerteventura. In dieci giorni abbiamo cambiato 7 hotel.  Il viaggio ci ha portato a scoprire nuovi orizzonti fatti da Montagne, mare, nuvole, sole, scoiattoli e caprette.


Iniziamo il nostro on the Road da Puerto del Rosario (sede dell'aeroporto di Fuerteventura), si tratta di una città pittoresca caratterizzata da un paesaggio che fonde, neanche troppo bene, una parte estremamente moderna con negozi e centri commerciali con un'altra fatta di case e vecchie abitazioni che popolano i quartieri di periferia a pochissimi minuti dal centro. Il viaggio continua in direzione del parco delle dune di Corralejo che davvero incantano. A pochi chilometri dalla città ci si ritrova catapultati da un ambiente Sahariano dove alte dune di sabbia bianca si confondono con la spiaggia e con l'acqua cristallina dell'oceano. Arrivati a Corralejo non è difficile capire che ci si trova nella parte più movimentata e turistica dell'isola. La via principale è caratterizzata da negozi di souvenir che si susseguono uno dopo l'altro, a volte intervallati da altri che propongono la vendita di attrezzature per surf visto che Fuerteventura è il paradiso dei Surfisti, in particolar modo proprio la città dìi Corralejo.
 
 Da qui raggiungiamo la costa ovest dell'isola e in poco tempo si arriva a El Cotillo. Le case colorate, i colori pastello e quelle porte dalle tante sfumature ci hanno subito conquistato, così come i localini sulla strada e quella atmosfera senza tempo che sembra aver immortalato l'attimo di eterna tranquillità. La costa di El Cotillo è caratterizzata da  diverse spiagge davvero molto belle, tra queste la più famosa è sicuramente La Concha, una spiaggia a forma di mezzaluna che protegge dalle maree e dalle onde mosse dal vento. Qui ci siamo fermati a dormire in un hotel non distante dalla  spiaggia. 
           
Abbandoniamo la costa  ovest e iniziamo la discesa verso la parte meridionale dell'isola, per attraversare il cuore di Fuerteventura! Qui il paesaggio cambia velocemente e l'acqua e la sabbia che eravamo abituati a vedere lascia spazio a montagne e colline.
Attraversiamo
La Oliva, un piccolo comune caratterizzato per lo più da spazi verdi. E' qui che il martedì e il giovedì è possibile passeggiare nel caratteristico mercatino di La Oliva. Noi eravamo nel giorno sbagliato. Attraversata La Oliva, abbiamo raggiunto la sacra montagna di Tindaya. Questa montagna alta 400 metri, non ha niente di particolare se non che racchiude tutto il fascino misterioso e antico della sua storia. Gli antichi aborigeni di Fuerteventura consideravano Tindaya un luogo sacro al quale attribuivano poteri magici. A dimostrazione di ciò la montagna raccoglie più di 300 incisioni a forma di piede dal grande valore archeologico. Da Tindaya continuiamo a scendere verso il sud di Fuerteventura. Arriviamo al mirador di Morro Velosa. La strada per raggiungere questo Mirador è probabilmente la più difficile, ma il panorama rurale di Betancuria visto da 669 metri di altitudine è davvero emozionante. Proseguiamo in direzione del villaggio La Pared famosa per diverse scuole di surf. Ci spostiamo sulla Costa Calma per raggiungere Morro Jable dove si trova il nostro hotel precedentemente prenotato. Preso possesso della nostra camera, sistemati i bagagli, ci rechiamo alla spiaggia Jandia.
 In circa 5 km si è catapultati in mezzo al deserto con dune e distese infinite di sabbia che finiscono in un mare fantastico. Questa è la più bella dal punto di vista dei colori del mare: ci sono diverse insenature naturali che si susseguono e, grazie alle rocce laviche nel mare, si sono formate tante bellissime piscine naturali, con l’acqua bassa (e quindi anche meno fredda) di un colore celeste chiaro da cartolina...".
 La tappa successiva è stata Caleta de Fuste un centro turistico molto rinomato per via di diversi campi da golf e di una bellissimma stupenda baia  a forma di ferro di cavallo, con ancora un vecchio e suggestivo porto, costeggiata da una grande spiaggia di sabbia dorata. Gli ultimi due giorni la dedichiamo alla scoperta di alcuni villaggi e spiagge nei dintorni di Corralejo.
Anche questa vacanza è giunta al ternine. Ritorniamo in aeroporto, consegnamo l'auto e facciamo ritorno a casa con il pensiero al prossimo viaggio.
 

MALDIVE

UN PARADISO IN TERRA DI NOME MALDIVE FORSE MEGLIO DIRE TRA PARADISO E INFERNO Video