giovedì 12 giugno 2014

RIFLESSIONI - Tramonto a Mui Ne in compagnia di un cane


Tramonto a Mui Ne ( Vietnam) in compagnia di un cane





























RIFLESSIONI
Mi piaceva rimanere seduto sulla spiaggia dalla sabbia bianca e pieno di conchiglie e piccole stelle marine. Aspettavo  il tramonto con lo sguardo che si perdeva nella moltitudine di colori che stava scendendo dal cielo, lentamente a giocare con le onde  la sua magia, formata da raggi di luce incrociati, che ballavano tra loro fino a perdersi nelle acque del mare. Un oceano a dire il vero, anche se si lascia chiamare Mare della Cina. Un cane randagio si era accucciato vicino a me, ma qui non dicono che li mangiano? Forse si! qualcuno sicuramente si!  ma forse quello  non era un randagio e aveva  sicuramente un padrone. Era  docile, mi guardava con i suoi occhi dolci, era come se volesse condividere con me il tramonto. Mary era  rimasta  in bungalow e non ha fatto in tempo a godere di questo spettacolo e di questa scena. 


 -Tramonto a Mui Ne -

Dicono che tutti i tramonti son uguali, io dico no! Ogni volta che il sole scende e ci saluta ci lascia sempre unemozione diversa, perché i pensieri, le sensazioni del momento  cambiano. Faceva ancora caldo anche se puntualmente la brezza marina iniziava a soffiare leggera.  Il sole finito il suo spettacolo lasciava il posto a una luce meravigliosa che rendeva le cose magiche. Osservavo i pescatori vicino alle loro strane barche rotonde che  sembravano ceste o semplicemente dei gusci di noci.  La luce contribuiva e  rendeva queste scene quasi surreali, magiche.  Allora alzavo gli occhi e imprigionavo lo spettacolo nella mia anima, nel cassetto aperto di quelli che saranno i miei futuri ricordi. Si era  nel capodanno Cinese, 2014 anni di storia ma per un attimo ero andato con lo spirito e lanima ben oltre, immergendomi nellimmensità del creato.



MAROCCO - LA BELLEZZA DI LAGHZIRA

                                                             LA BELLEZZA DI LAGHZIRA

Solo un cartello scolorito segnala questa bellezza straordinaria della natura. Si scende sulla spiaggia attraverso una strada sterrata e sulla sinistra appaiono loro, giganti di pietra che da secoli stanno a guardare il delirio del mare e del vento. Ti incammini perché vuoi raggiungerli, vuoi toccarli, vuoi capire e amarli.

                                               Sidi Ifni - Spiaggia di Laghzira

Gli archi della scogliera di Laghzira ti fanno pensare. Ci si ferma prima di entrare sotto a queste gigantesche arcate, hai timore forse, ti senti un nulla in mezzo a questa natura dirompente, che ti ostacola i pensieri, che finge di amarti ma ti mette in discussione. Devi camminare 20 mn per passare sotto a tutti questi archi, intervallati da fine spiaggia dorata e come degli enormi monumenti alla memoria, riescono a farti sentire piccolo, minuscolo, fuori posto. Quando alzi gli occhi e guardi le arcate di pietra sopra la tua testa, in quel preciso momento, la sensazione di vuoto si impadronisce, ti prende e si mescola con l'incanto dell'opera, con l'angoscia della sparizione. Nelle orecchie sconvolte dal rumore amplificato della risacca riesci a percepire rumori e suoni lontani, ancestrali, ma vividi e profondi che si abbattono senza sosta nella tua mente e nei tuoi pensieri quasi inesistenti davanti a questo capolavoro.

E poi capisci che la natura é grande, immensa, meravigliosa e instancabile. E poi quanto te ne vai, dall'alto della scogliera guardi giù, devi fermarti un momento, un attimo solo, per catturare e memorizzare tutto questo e cercare di ristabilire un contatto con quello che sei. Cosi lo stesso di fronte a miraggi di luce e colori, il luccichio dell'acqua che si riposa e si ristagna nella sabbia formando laghi laghetti forme, miraggi, ecco che di fronte al silenzio e a questa meraviglia riesci a percepire il tuo io e vorresti non lasciarlo ma.



mercoledì 11 giugno 2014

UN POPOLO, UNA NAZIONE - I SAHARAWI ANTICO E NOBILE POPOLO DIMENTICATO


MAROCCO E WESTERN SAHARA

Agadir -Tiznit - Aglou Plage - Mirleft - Ifni - Tan -Tan
Laayoune-TanTan-Tata-Tafraoute-Agadir

                              
In bleu viaggio 2008
Km1000 circa                               
In rosso 2010 Km.1800 circa

 

Il muro di Berlino è stato abbattuto, il muro eretto da Israele è giustamente criticato, Il kuweit fu liberato dall'invasore con le armi, Perché di questo muro lungo migliaia di chilometri con postazioni armate e ampia fascia minata, si parla di forse un milione di mine anti uomo prodotte a suo tempo anche dalla nostra ottomelara. nessuno dice nulla? perche nessuno fa nulla perche? Il Western Sahara una Nazione prima colonia della Spagna poi invasa prepotentemente dal Marocco I Saharawi, ormai da 27 anni, lottano contro i marocchini per liberare la propria terra. Neppure gli interventi internazionali come quelli dell`ONU che presiede questa situazione dal 1990, riescono a fare in modo che sia fatta GIUSTIZIA.



 
 

BREVE STORIA

1884 - In piena colonizzazione africana, il trattato di Berlino sancisce i confini del Sahara Occidentale, abitata dal popolo Saharawi, che diventa colonia spagnola, rispetto a Marocco e Mauritania, colonie francesi. 1975 La Spagna si ritira dal Sahara Occidentale, cedendolo al Marocco e Mauritania in maniera da poter continuare a sfruttarne le immense risorse.

1975 - Il Marocco e la Mauritania invadono cosi` Sahara Occidentale pronti a dividersi il territorio e le ingenti risorse naturali, essi sono contrastati dal Fronte Polisario (esercito Saharawi). Il Marocco tenta di mascherare l’invasione tramite la Marcia Verde, cioè un insediamento di coloni marocchini nel territorio del Sahara Occidentale.



 1975 -  Una parte della popolazione civile, per sfuggire al genocidio, si rifugia nel deserto sud-ovest algerino, in prossimità di Tindouf.

1976 - Viene proclamata la RASD (Repubblica Araba Saharawi Democratica) sul territorio dell’ex Sahara Occidentale. Sarà riconosciuta da 74 Paesi.

1978 - La Mauritania, a seguito di un golpe militare, rinunzia al conflitto e il nuovo governo ratifica (1979) un accordo di pace con il Fronte Polisario. 

1978 - Il Marocco raddoppia quindi il proprio sforzo bellico e invade anche la parte meridionale del Sahara Occidentale. Inizia la costruzione di un muro che sarà lungo 2700 Km e 5 m, a difesa del territorio prepotentemente occupato

1988 Risoluzione ONU 621/88 e seguenti: viene istituita la MINURSO (Missione delle Nazioni Unite per il Referendum del Sahara Occidentale) e stabilito un piano di pace.




 



 
2010 - Sono ormai 22 anni che L`ONU e` presente in questi territori, ed ancora non si e` trovata un concreta soluzione a questa chiara e palese occupazione prepotente della monarchia marocchina nei territori del Sahara Occidentale.


lunedì 9 giugno 2014

COLOMBIA - I suoi Smeraldi

COLOMBIA
E MUZO IL PAESE DEGLI SMERALDI


Grandi proprietari terrieri che vivono buncherati all'interno di ville militarizzate, e desplaçados che dalle campagne si spostano in città, per popi vagare tra baraccopoli. Entrambe queste vite si vivono in Colombia un paese con abnormi ingiustizie sociali assecondate da un sistema politico ed economico tra i più antiquati e violenti del mondo, forse oggi qualcosa si muove e le città sono più sicure. Io personalmente non ho mai avuto o provato la sensazione di pericolo, pur frequentando quartieri fuori dai circuiti turistici. Certo! importante è anche come ti proponi.

Chi può abbandona il paese: tanti, più di un milione e mezzo di colombiani negli ultimi anni. Narcos e bambini soldato, FARC e paramilitari, massacri e sparizioni sono le dure realtà di un paese pieno di contraddizioni, ben lontano dal sogno esotico di Macondo e del realismo magico di Garcia Marquez.

Bogotà anche con i 2.600 metri di quota, a Bogotà fa caldo. Ma più che altro è la fatica che si fa a respirare sulle Ande. Sei milioni di abitanti, in maggioranza meticci, e il caos tipico delle megalopoli sudamericane, dove la giornata passa in un'apparente normalità, lavorando o arrangiandosi sotto l'occhio più o meno vigile delle forze dell'ordine.
La Colombia è uno dei paesi che riceve più aiuti militari al mondo: armi, mezzi e assistenza provengono dagli Stati Uniti che, con il pretesto di combattere droga e narcotraffico, possono giustificare quello che attualmente è il più imponente intervento militare nordamericano nella regione andina, il Plan Colombia. Il paese è spartito in territori: nelle zone controllate dai guerriglieri delle Forze Armate Rivoluzionarie di Colombia (FARC) continua la lotta, di ispirazione socialista e perciò inizialmente caldeggiata dalla base contadina, contro il potere e il terrorismo di stato, ma che ormai assume gli stessi modelli di violenza dei suoi nemici. L'altra branca del conflitto, le forze paramilitari della destra estremista, pagate dal governo con soldi USA, si occupano di ripulire il paese da chiunque sia sospettato di collaborare con la guerriglia: a farne le spese oppositori politici e sindacalisti, difensori dei diritti umani e giornalisti ma, per lo più, poveri contadini.

A poca distanza da Bogotà sulle rive del lago vulcanico di Guatavita prende origine il mito dell'El Dorado. Ai conquistadores spagnoli, noti per la loro avidità, era giunta all'orecchio la leggenda di quella laguna in cui compiva le sue abluzioni un capo indio, ricoperto di manufatti e polvere d'oro, el indio dorado appunto. Poiché il rituale prevedeva che l'oro venisse gettato, alla fine della cerimonia, nelle acque della laguna, gli spagnoli ritenettero di aver trovato il luogo ideale per le loro razzie. Cominciarono le spedizioni e tutto quello che ne seguì. Di riserve del prezioso metallo, in realtà, ce n'erano ben poche perché gli indios, che usavano l'oro solo come ornamento, lo ricavavano dai traffici con le popolazioni vicine. Ma la ricerca dell'El Dorado traccia, a metà tra storia e mito, una delle tappe della colonizzazione spagnola di questa parte dei Tropici, con l'appropriazione della terra degli indios e la distruzione delle civiltà precolombiane. Insomma non certo un buon inizio nella storia della Colombia, che di quel periodo ha conservato le affascinanti città che gli spagnoli, tra una conquista e l'altra, seppero costruire. 

Chi va oggi in Colombia si ferma soprattutto a Cartagena de Indias, passeggia nelle sue viuzze lastricate, ammira lo splendore di edifici e chiese e se ne va a consumare la notte in un'allegra frenesia caraibica un po' stereotipata. Tra le spesse mura del magnifico convento di Santa Clara, la frescura di logge e chiostri, che ha fatto sognare nei racconti di Garcia Marquez, rimane a disposizione solo di chi può permettersi il più lussuoso albergo a cinque stelle di Cartagena oppure nel quartiere (come ho descritto prima) di "Bocagrande" . dove assurdi grattacieli a sud della città vecchia, fanno da sfondo alla baia. 
Se la situazione della Colombia non richiedesse parecchia cautela sarebbe magnifico attraversare l'intero paese, dal mar dei Caraibi alle coste del Pacifico, dai paesaggi andini agli ambienti amazzonici. 

Sul litorale caraibico la Sierra Nevada de Santa Marta, la catena montuosa costiera più elevata al mondo, si getta nel mare creando numerose belle insenature. In quest'area è stato istituito nel 1964 il Parque Nacional Tayrona che protegge 15,000 ettari di territorio, 3,000 dei quali marini, e il rimanente costituto da ambienti terrestri secchi e umidi che arrivano fino a 900 metri di altezza. Nascosti nella folta giungla della Sierra Nevada, si trovano i resti della civiltà precolombiana dei Tayrona della Ciudad Perdida, uno dei siti archeologici più importanti della regione. Si raggiunge da Santa Marta (vedi diario) con una marcia di tre giorni, affidandosi a guide e mai da soli o guide improvvisate.

Con tanti giorni a disposizione si può arrivare sul versante Pacifico, nella magnifica regione del Chocò, dove il parco Los Katiòs protegge un'area ad altissima biodiversità, peccato che questa è la zona più umida di tutta la Colombia. Sfortunatamente l'area attorno al parco è seriamente danneggiata dalla deforestazione, operata dalle multinazionali dello sfruttamento del legname; il conflitto con la popolazione locale, arbitrariamente espropriata dalla propria terra, è ancora in corso. 
Adagiate sulla cordigliera a migliaia di metri di quota, Bogotà e Medellin sono le due città più dinamiche. Molto più attraenti i piccoli puebli dei rilievi andini animati dalla gente che, una volta alla settimana, arriva dalle campagne per il mercato. Infine come già descritta più volte c'è Cartagena de indias coloniale e cinematografica, secondo alcuni (anche per me ) la città più bella della Colombia io direi forse del scentro e sud'America.


 ORIZZONTI LONTANI

MUZO

La Colombia è un paese meraviglio luogo dai mille colori. Un paese da sogno tra leggende e realtà. In ogni luogo troverete gente sorridente e ospitale pronto a regalarvi un ricordo che non potrà mai svanire.
Un mio desiderio era quello di visitare e arrivare a MUZO che si trova a 250 km da Bogotà. Questo è il luogo con la più grande miniera di smeraldi al mondo da dove vengono esportati più del 60% della produzione mondiale. Solo che è quasi impossibile arrivarci se non conosci o hai degli agganci e non sei scortate dalle persone giuste. La strada è difficile e tortuosa oltre a essere pericolosissima per i vari motivi che potete immaginare . Quindi come ripeto è quasi impossibile arrivarci.



La gente che vive vicino a questa cittadina vivono tutti di speranza, c'è la febbre dell'oro verde. Tutti sperano e sognano di trovare una pietra per fare un po di fortuna, la ricerca continua da diverse generazioni. Chi trova solo una piccola pietrina diventa "guaqueros", parola che deriva da guaca come gli indigeni chiamavano i tesori che sotterravano durante il periodo della conquista: gente che può solo cercare fra i sassi che finiscono nel fiume Minero.Se fra una lavata e l'altra trovano uno smeraldo se lo tengono. I più fortunati lavorano per le imprese anche se non ricevono un salario - ma cibo, un materasso, una picozza di acciaio, stivali e un casco. Sono autorizzati a entrare nei tunnel da cui estraggono gli smeraldi. L'operaio può tenersi ciò che trova dopo che sono usciti i capi con il meglio della produzione. C'è Victor Carranza (Colombiano) è lo zar degli smeraldi, un uomo ce a sette anni si rifugiò in queste montagne per non uscirne mai più. Oggi ha circa 73 anni e nulla si muove nel mercato delle gemme senza il suo avvallo che è il proprietario del 60% dei giacimenti. Un detto dice "dove lui guarda spuntano smeraldi" La famosa rivista "Forbes" aveva calcolato che la sua fortuna è in milioni di dollari.

MALDIVE

UN PARADISO IN TERRA DI NOME MALDIVE FORSE MEGLIO DIRE TRA PARADISO E INFERNO Video