UOMINI SI NASCE BRIGANTI SI MUORE
Lo Stato italiano è stato una
dittatura feroce che ha messo a ferro e fuoco l'Italia meridionale e le isole,
squartando, fucilando, seppellendo vivi i contadini poveri che scrittori
salariati tentarono d'infamare col marchio di briganti.
Antonio Gramsci,
su L'Ordine Nuovo, 1920
I briganti difendevano, senza
ragione e senza speranza, la libertà e la vita dei contadini, contro lo Stato,
contro tutti gli Stati. Per loro sventura si trovarono ad essere inconsapevoli
strumenti di quella Storia che si svolgeva fuori di loro, contro di loro; a
difendere la causa cattiva, e furono sterminati.
Carlo Levi, Cristo si è fermato a Eboli,
1945
Oggi voglio parlare dei
Briganti Calabresi, chi erano, cosa facevano, erano banditi o rivoluzionari?
Erano ladri e malfattori comuni, oppure
dietro questo loro modo di fare c’era un motivo di ribellione ai tanti soprusi che contadini, braccianti, servi
subivano dai baronetti del tempo? Se si fa una ricerca su internet. Si hanno diverse interpretazioni cosi come
quando si parla di un movimento di un periodo storico, le motivazioni che si
danno sono diverse da chi li racconta, questo dipende dalla provenienza
politica, ceto sociale ecc, ma proviamo ad analizzare questo fenomeno con più obbiettività
spogliandoci per un attimo della nostra fede politica e del nostro status e
analizziamolo in modo trasparente questo fenomeno storico che ha vissuto tutta
l’Italia ma in particolar modo l sud e nello specifico la Calabria.
Facciamo una prova: (Io l’ho
fatta questa mattina) chiediamo alla
prima persona che noi incontriamo e facciamo questa domanda : “ chi erano i
Briganti?” Sicuramente al 99% la risposta sarà : erano dei delinquenti, altri erano dei ladri, dei malfattori,
assassini. Bene come dicevo io l’ho
fatto in un primo momento su 5 persone ( un campione piccolo) tutte d’origine
meridionale; la risposta con grande
sorpresa è stata questa 5 su 5 mi hanno risposto che : “erano persone che si
ribellavano al potere “ a questo punto ho pensato cosa scrivo a fare adesso? non
mi sono arreso, non che io cercassi a tutti i costi una risposta negativa ma
volevo capire meglio. Mi sono rivolto a 5 colleghi d’origine settentrionale,
bene! 3 persone mi hanno detto che erano
ladri di bestiame e persone violente, una mi ha risposto che non aveva la
minima idea, la quinta mi ha risposto che erano rivoluzionari. Sono contento,
pensavo peggio J La mia curiosità mi
porterebbe adesso di fare la stessa domanda a persone con differenti gradi di
cultura e scuola, ma non mi è possibile adesso, ma forse lo farò. Quindi si può
affermare che i Briganti era gente
comune, come operai, contadini, artigiani che si ribellavano alla prepotenza ed
ai soprusi dello straniero, alle ingiustizie sociali, agli sfruttamenti degli
onesti lavoratori, alle corruzioni alle
dure leggi e alla persecuzione degli innocenti. Tutte queste oppressioni
portarono il popolo Calabrese (Non solo) alla fame. Le dure tasse da pagare e
le leggi sempre più insopportabili, fecero così sorgere "i
briganti".
Nello specifico i contadini Calabresi erano ridotti
davvero alla fame, dure leggi contro di loro e campavano tra fatiche e debiti
per pagare le tasse, quindi non c'e' da meravigliarsi, se alcuni di questi non
negavano il loro aiuto ai cosiddetti briganti, che si erano sacrificati per
farsi valere con il coraggio di ribellarsi contro i tiranni. Per questo motivo
erano cosi' ospitale verso chi si dava alla macchia.
Il fenomeno del Brigantaggio nasce quasi subito dopo
l’unità d’Italia (oggi si capiscono molte cose) e investì tutto il meridione
d’Italia. Le cause erano antiche e profonde, ma la delusione creata con la
liberazione e con l’accentramento amministrativo la situazione si aggravò.
Questo ancora di più dopo la vendita all’asta dei beni demaniali ed
ecclesiastici. I compratori appartenevano alla nuova borghesia rurale che si
rivelava più tiranna, avara e
aggressiva dei vecchi padroni. In
Calabria si scoprì che un appezzamento demaniale era stato diviso fra 83
“Usurpatori” tra cui 2 fratelli del sindaco, 17 cugini del sindaco, 2 cognati
del sindaco , due nipoti del sindaco, 1 fratello del consigliere comunale, 2
moglie dei consiglieri comunali ecc. Quindi ci fù un aggravarsi delle
condizioni dei contadini e questo causò la ripresa dei disordini e in pochi
mesi assunsero una vera e propria guerriglia. In Calabria Puglia, Basilicata,
Campania, bande armate di briganti iniziarono nel 1861 a rapinare a uccidere,
sequestrare e incendiare le proprietà dei nuovi ricchi. Si rifugiavano sulle
montagne protetti aiutati e nascosti dai contadini poveri e anche dal clero e
dai vecchi proprietari terrieri che speravano di far ritornare i Borboni.
Quindi chi erano i Briganti? E per che cosa combattevano? Il grosso era
costituito da braccianti contadini salariati esasperati dalla miseria, assieme
a questi cerano anche ex garibaldini, sbandati, ex soldati borbonici e numerose
donne, combattive e audaci come gli uomini. Cosa e per che cosa combattevano?
Primo per la riforma Agraria che Garibaldi non aveva concesso, poi per impedire
l’unità d’Italia e far ritornare i Borboni, propri quei re che li avevano
trattati non proprio bene, e per tantissime altre ragioni come il pagamento
delle tasse .Quindi i briganti non furono “criminali comuni” come pensò la
maggior parte degli Italiani ma un esercito di ribelli che all’infuori della
violenza privata, non conoscevano altra forma di lotta. Tenuti per secoli
nell’ignoranza e nella miseria, i contadini meridionali non avevano ancora
maturato una coscienza politica dei loro
diritti e non riuscivano a immaginare nessun cambiamento attraverso mezzi
legali.
Lo stato Italiano rispose con una vera repressione a
questa rivolta sociale o questo vero e proprio “conflitto” che durò 5 anni e furono impegnati
per combattere il brigantaggio ben 120.000 soldati. Questo sta a significare
che non si trattava di combattere e d’eliminare quattro balordi ma un popolo.
Il brigantaggio fu sconfitto ma non le cause che l’avevano creato, Dopo la
legge marziale, il divario, la frattura tra il sud e il resto dell’Italia
aumentò e oggi ancora ne paghiamo le conseguenze. Si può affermare che i
briganti dopo essere stati massacrati si cercò anche di liquidarne definitivamente la memoria
storica .definendoli “Banditi da strada” Oggi finalmente la figura del brigante
è stata riabilitata sia come persone che come movimento se tale si può
definire.
“I Ragazzi di San Lorenzo Bellizzi”,
ripercorrendo i sentieri del Parco nazionale del Pollino, percorsi dai briganti fra il 1860 e il 1865,
non vuole mettere in discussione l’unità e l’esistenza dello Stato nazionale,
ma piuttosto continuare una riflessione sul modo in cui quell’unità si è
realizzata e sulle conseguenze che ne sono risultate e ne risultano per
l’economia e la società del sud del nostro Paese.
Per informazione a
partecipare a questa iniziativa contattate questi n. cell. 3453429896 TIM,
oppure 3936728827 VODAPHONE. o
andate alla pagina Facebook: https://www.facebook.com/#!/pages/Associazione-I-Ragazzi-Di-San-Lorenzo-Bellizzi-/107470462651560?fref=ts
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