Come promesso
eccomi qui a parlare di questa
meravigliosa striscia di terra lunga
1700 dal nome. Baya California che va dalla città di Tijuana al confine con gli Usa, chiamata anche “la grande cicatrice”. Il
luogo dove decine di migliaia di messicani cercano di catapultarsi dal terzo al
primo mondo al prezzo di una notte di paura nel deserto. Cercano in 20.000 ogni
anno di attraversare un confine, uno dei pochi al mondo, che mette faccia a
faccia il ricco e il povero, con le loro lingue e filosofie diverse. Da Tijuana
lungo questa striscia di terra fino al punto in cui il Mare di Cortes si unisce
all’Atlantico con schiaffi, tuffi, maree e risacche da far tremare la terra. E
quel punto è Cabo San Lucas, che sembra abbia subito più il fascino dei ricchi
turisti statunitensi che quello delle forze della natura che lì si danno
convegno generando giornate di sole con acque tranquille o giornate con fragori
di tempesta e onde alte come torri. Per visitare La Baya avevamo noleggiato un’auto, la prima
raccomandazione del concessionario fu : fare sempre benzina perché si rischia
di rimanere in pieno deserto senza. Infatti ci hanno messo alla prova del sole, del
calore, della pazienza i 320 infiniti km che c’erano tra una pompa di benzina e
l’altra, arrivammo al rifornimento successivo quasi “soffiando dietro” per
guadagnare strada con il serbatoio ormai secco, avvinghiandomi infine al
maledetto bocchettone di gasolina come un naufrago alla scialuppa.
Il
Deserto che Vive”, così può essere identificata la Baja California, regione ai
confini di un mondo che è riuscito a mantenere intatta una propria personalità
imprevedibile e selvaggia come la natura che la ricopre e che la circonda. In
grado di offrire offre a chi la visita uno spettacolo unico con la quiete dei
suoi deserti di cactus, le spiagge senza fine, i colori unici del mare, le
balene, i leoni marini, i delfini… e ancora, le incredibili formazioni
rocciose, il cielo limpido ed azzurro, la grande varietà di uccelli.
Leoni Marini
Le balene creature
straordinarie che più di altre possono darci un’idea di quanto sia meravigliosa
e sorprendente la natura. L’osservazione delle balene spinge ogni anno migliaia
di persone a spostarsi da un capo all’altro della terra, per non rinunciare
all’emozione di uno spettacolo unico.
Balene nella Baya Magdalena
E la Baja California offre alcuni dei
posti più belli del mondo in cui vivere un’indimenticabile esperienza a diretto
contatto con questi incredibili cetacei. Ogni anno, infatti, le balene grigie
compiono una migrazione anche di 10.000 km per spostarsi dal Mare di Bering,
dalle coste dell’Alaska e della provincia canadese della British Columbia, fino
alle tiepide acque della Baja California. Possono essere avvistate pressoché ovunque
lungo la costa pacifica, ma il vero spettacolo e di gran lunga il più
emozionante è quello di poterle vedere da vicino, navigando nelle varie lagune,
veri e propri laghi salati, dove le balene stesse decidono di soggiornare per
partorire. Se si esce in mare in cerca delle balene, da gennaio a marzo, si può
star certi che in Baja California non si avranno delusioni. E la stagione delle
balene, se il clima è propizio, può prolungarsi anche fino a metà aprile. Il
governo messicano è molto attento e impegnato nella salvaguardia di queste
creature nonché nel monitoraggio dei flussi migratori, ricevendo per questo
anche riconoscimenti a livello internazionale. I migliori luoghi
d’avvistamento, da nord verso sud, sono la Laguna Ojo de Liebre, la Laguna di San
Ignacio e la Laguna di Bahìa Magdalena (dove siamo stati noi), La Laguna Ojo de
Liebre, immediatamente a sud di Guerrero Negro è il luogo in cui
statisticamente si concentra il maggior numero di balene. La Laguna di San
Ignacio, anch’essa molto frequentata, è probabilmente il posto più incantevole
e suggestivo. Altrettanto suggestiva, nel sud, la laguna di Bahìa Magdalena.
La Baja California è considerata il “giardino dei cactus” del Messico.
Cactus di tutte le forme e dimensioni domina la vegetazione della Penisola,
creando un fantastico contrasto con il blu del mare. I cactus sono comuni in
tutto il Nuovo Mondo e si trovano dal Canada alla Patagonia, dal Pacifico
all’Atlantico, dal livello del mare fino 4500 m, nella giungla e nel deserto ma
la più grande diversità di specie si trova nel zona sud ovest del Nord America.
Solo nel Messico del Nord ci sono 1.000 specie e in Baja California almeno 120,
di cui almeno la metà sono endemici. La maggioranza dei cactus fiorisce solo
per alcuni giorni e i fiori hanno bellissimi colori che variano dal bianco al
giallo o dal rosso al viola. Alcuni tipi di cactus fioriscono solo di notte e,
a differenza di quelli diurni che attraggono uccelli e farfalle, quelli
notturni sono impollinati da pipistrelli o insetti. In Baja California i cactus
sono molto importanti per l’ecosistema e provvedono al cibo e alle necessità di
molti animali. Il “cardon”, il più grande cactus del mondo, può raggiungere i
20 metri di altezza e circa 5 metri di larghezza. Può pesare fino a 12
tonnellate e raddoppia le piogge sono copiose può raggiungere l’età di 200
anni. Questi tipi di cactus sono molto importanti per gli uccelli, che lo usano
per costruire i loro nidi e per crescere i loro piccoli. I picchi aprono dei
buchi nella sua corteccia ogni primavera e oltre a questi uccelli, molti altri
usano i buchi come riparo. Persino le iguana!! I frutti del cactus sono
un’importante sorgente di cibo quando nel deserto l’acqua è scarsa. La polpa
contiene semi molto nutrienti che sono molto apprezzati da coyote, volpi,
roditori e insetti. Anche l’uomo non li disdegna: infatti gli Indiani li hanno
usati per lungo tempo per preparare sciroppi, conserve e vino. Il frutto del
cactus “canne d’organo” raggiunge anche le dimensioni di una pallina da tennis.
Ma il cactus è molto altro: i primi colonizzatori lo utilizzavano come
materiale da costruzione o carburante e le spine erano degli attrezzi o ami per
pescare. Ai giorni d’oggi viene piantato vicino alle abitazioni come protezione
contro animali indesiderati, utilizzato nell’industria cosmetica per le sue
sostanze rinfrescanti che hanno un effetto rinvigorente per la pelle e nella
medicina in quanto, dal peyote, si ricava la “mescaline”, sostanza usata per
alzare la pressione sanguigna. Nella pianura di Magdalena si può trovare il
“cactus del diavolo”, una specie di cactus che rotola nel deserto e che riesce
anche a sormontare degli ostacoli. Cresce durante il suo percorso, mette le
radici ed infine si secca ma i suoi germogli continuano a vivere separatamente.
Purtroppo a causa delle irrigazioni, dell’agricoltura e la raccolta da parte di
collezionisti hanno reso il “cactus del diavolo” e numerose altre specie molto
rare. Per questo motivo è stata fatta??? una legge che determina che nessun cactus
possa essere rimosso dal posto in cui cresce, neppure in Messico. Adesso
parliamo delle spiaggie, la penisola messicana della Baja California offre
1.500 chilometri di splendidi paesaggi, racchiusi tra due mari, il pacifico ed
il golfo del Messico. Con spiagge tra le più belle del mondo e località
incantevoli e languide, nel tipico stile messicano.
Un territorio unico,
caratterizzato da differenti situazioni climatiche che ne mutano continuamente
l'aspetto, dalle spiagge mitiche dei surfisti al deserto dell'interno. Una
destinazione ancora poco nota ai turisti italiani, per un viaggio dedicato a
chi vuole un contatto diretto con una natura ancora incontaminata. Migliaia di
chilometri di costa, per lo più costituiti da spiagge di sabbia fina intercalate
da calette rocciose, si estendono sia su un lato che sull'altro.
Chiusa a nord
dalla presenza del deserto di Altar, la penisola è tagliata in due all'altezza
del 28° parallelo, con la regione del settentrionale, che va dal confine con
gli Stati Uniti giù per 700 chilometri sino a Guerrero Negro, e quella del sud
che porta sino a Cabo San Luca ed ha un fuso orario differente. Parlare e
raccontare delle spiagge della Baya California più che descriverle lasciero il
compito alle immagine. Iniziamo con la spiaggia che si trova a mezz'ora di
barca da Loreto a Isla Coronado, una
delle più belle della Baja California, paradiso dello snorkeling e del
kayaking. Recentemente dichiarata parco marino protetto insieme ad altre sei
isole limitrofe di cui comunque resta la più bella, Coronado ha due
caratteristiche principali che ne fanno un vero paradiso.
Anzitutto, delle
spiagge favolose, con sabbia bianchissima ed un mare trasparentissimo. In
secondo luogo, i suoi unici abitanti: una colonia di simpatici leoni marini che
vivono nella parte rocciosa dell'isola. Più a sud troviamo La Paz che è
considerata una delle città più autenticamente messicane della penisola. Bello
soprattutto il Malecón, affascinante passeggiata sul lungomare fiancheggiata da
palme e da edifici dalle sfumature color pastello. Anche se la principale
attrattiva resta la pesca sportiva, ma molto belle sono anche le spiagge a
pochi km di distanza quella di Balandra
e Tecolote dalla sabbia bianca e dalle acque cristalline. Siamo ormai alla
punta estrema della penisola,
Cabo San Lucas. Fino a qualche anno fa qui si
trovava solo un piccolo villaggio di pescatori, San José del Cabo, ma
l'incremento del turismo l'ha trasformato nel centro dell'attività turistica
nella zona, con lussuosissimi e un po' inquietanti alberghi a cinque stelle,
ristoranti di tutti i tipi e locali notturni. A San José restano da ammirare
solo la vecchia Plaza Mijares con la chiesa di San José, costruita nel 1940
sulle rovine della vecchia missione settecentesca, ed il Paseo Mijares.
San Jose - Los Arcos
Giudico bello un articolo quando leggendolo mi viene voglia di partire immediatamente per i luoghi raccontati. Grazie a te stasera la Baya California è piu vicina :)
RispondiEliminaDico, grazie a te Martina! :-) molto gentile.
RispondiEliminaQual'è il tuo prossimo viaggio?
Ciaoooo
Ho messo il link a questo articolo sulla mia pagina fb, spero non ti dispiaccia :)
RispondiEliminaNooo! Martina, assolutamente, anzi grazie a te . Ti ho già scritta anche su fb perchè ancora non avevo letto questo.
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