Ho Chi Minh
La città più
grande del Vietnam è Ho Chi Minh City, la vecchia Saigon, nel sud del Paese,
dove ufficialmente risiedono quattro milioni di abitanti, I nuovi edifici, i
lussuosi alberghi e gli sfavillanti negozi sono il simbolo della prosperità
della città, mentre il caos provocato dalla frenesia del traffico e
l'inquinamento sono la prova tangibile della tenace volontà dei vietnamiti di
migliorare la propria sorte. Saigon è per certi versi soffocante, vi regna la
confusione ed è quasi impossibile raggiungere a piedi qualsiasi meta turistica.
La casa più incredibile a Saigon cosi come anche ad Hanoi stà nell’attraversare
la strada, questo è davvero una grande avventura. Ma dopo un po, una volta capito
come fare si riesce ad attraversare senza essere travolti. Avvicinarsi al bordo
della strada da attraversare, aspettare il momento buono e camminare a passo
spedito e sicuro, guardare avanti senza fermarsi e senza preoccuparsi di evitare le motorette, andare avanti deciso. Sono le moto che ti evitano e no tu! Vi
assicuro che diventa anche quasi divertente.
Un'interessante
esperienza per chi visita Saigon è girare per il mercato coperto di Ben Tran.
Entrandoci si è subito immersi nella soffocante atmosfera delle innumerevoli
bancarelle dove si vende di tutto: scarpe, vestiti, cappellini cornici, borse,
utensili per la casa. Al centro della struttura è situata la zona gastronomica
dove, tra verdure e frutti tropicali, si trovano anche banchetti che preparano
sul momento leccornie locali di ogni tipo. È un grande caos e bisogna stare
attenti a non perdersi tra gli sfavillanti colori delle stoffe accumulate in
torri che arrivano fino al soffitto. E’ davvero interessante andarci per vivere l'atmosfera frenetica del
contrattare vietnamita e, magari, acquistare qualche regalino da portare in
Italia. Noi l’abbiamo fatto.
- Pagoda di Quan Am -
Una è quella di Quan Am, sorta in onore della dea della misericordia, che presenta un tetto istoriato con scene fantastiche ispirate a drammi e leggende cinesi, porte decorate con antichi pannelli di legno dorati e pitture murali in rilievo.
- Pagoda di Thien Hau -
L’altra è la pagoda Thien Hau, dedicata alla dea protettrice dei naviganti. La Cattedrale di Notre Dame, risalente al 1877, è invece in stile romanico, insieme al vicino Ufficio postale, entrambi retaggio del periodo coloniale.
Degni di nota sono anche i musei dedicati alla Rivoluzione Comunista ed alla Guerra del Vietnam, oltre che ai famosi tunnel di , che dista da Saigon circa 60 chilometri e che ne parlerò a parte.
ll delta del Mekong è uno dei luoghi più affascinanti del pianeta. Il fiume è immenso, tanto da sembrare un mare marrone nei punti in cui si allarga e si appropria del paesaggio, ma gli scorci più interessanti sono i piccoli rivoli e le paludi che gli stanno intorno, come anche i mercati galleggianti e i villaggi su terra ferma che garantiscono un'esperienza unica e indimenticabile.
Sul Delta, dove
si venerano Buddha, Victor Hugo e Shakespeare.
Il Mekong, dopo gli scempi della guerra, oggi è una zona turistica di una repubblica socialista che ha riscoperto il business e la religione. Anzi, le religioni: come quella del cocco, che mescola cristianesimo e buddismo. O come il Cao Dai che, tra gli dei, colloca alcuni personaggi della storia
Il Mekong, dopo gli scempi della guerra, oggi è una zona turistica di una repubblica socialista che ha riscoperto il business e la religione. Anzi, le religioni: come quella del cocco, che mescola cristianesimo e buddismo. O come il Cao Dai che, tra gli dei, colloca alcuni personaggi della storia
“Il Delta è un rompicapo religioso. È come se il fiume dei Nove Draghi riversasse qui i mille culti che incontra sul suo cammino. Ogni invasore ha provato a imporre la sua confessione, ma i vietnamiti hanno mischiato divinità e santi, sacro e profano. Il risultato? Il caodaismo, che venera Gesù e Buddha, Confucio e Maometto, ma anche Giovanna d’Arco e Victor Hugo.
E poi la religione del cocco e il suo pazzo fondatore: il Coconut
Monk.” Qui sul delta gli abitanti
sembrano hanno elaborato una sorta di culto fai-da-te: “Non c’è guerra di
religione sul delta solo un po’ di confusione”.
Il Mekong
è il fiume più lungo dell’Indocina: un tortuoso serpente , che striscia per
4.900 chilometri. I vietnamiti lo chiamano Song Cuu Long (Fiume dei Nove
Draghi). Il suo delta è una vasta pianura lussureggiante, densamente popolata
(venti milioni di vietnamiti) e coltivata in modo intensivo: canna da zucchero,
cocco, riso.
Come
non ricordare il tifone Durian, che nel
2006 ha colpito la provincia di Ben Tre, con un centinaio di morti,
duecentomila sfollati, ottocento pescherecci affondati:
Quando non è la natura a colpire, ci pensano gli uomini. O più precisamente gli americani. In dieci anni di bombardamenti, dal 1965 al ‘75, gli Stati Uniti hanno lanciato sul delta 72 milioni di litri di Agent Orange: un veleno defoliante che doveva colpire i vietcong, ma ha invece devastato i campi e la popolazione civile.
Quando non è la natura a colpire, ci pensano gli uomini. O più precisamente gli americani. In dieci anni di bombardamenti, dal 1965 al ‘75, gli Stati Uniti hanno lanciato sul delta 72 milioni di litri di Agent Orange: un veleno defoliante che doveva colpire i vietcong, ma ha invece devastato i campi e la popolazione civile.
La
Repubblica socialista del Vietnam ha vissuto, infatti, negli ultimi anni un
boom economico e subito ha cominciato a
preoccuparsi anche di uno sviluppo eco-compatibile. Se quindici anni fa il
reddito medio pro capite era di 220 dollari l'anno, l'inflazione al 40 per
cento e c'era un telefono ogni 531 abitanti, oggi il reddito è salito a tremila
dollari, l'inflazione è scesa sotto il 4 per cento, l'economia cresce a un
ritmo del 7 per cento l’anno e nelle grandi città anche i conducenti di risciò
hanno il cellulare.
Uno sviluppo dei consumi, quello in corso in Vietnam, che il Mekong deve sostenere con le sue coltivazioni sempre più intensive. Solo visitando i mille villaggi del delta si scopre l'eclettica religione dei suoi abitanti: templi buddisti, pagode, moschee, chiese. Qui non c’è scontro di religione. Ogni confessione si contamina con le altre: buddismo, confucianesimo, taoismo, cristianesimo, culto degli antenati, induismo, islam. Basta visitare la cittadina di Chau Doc per farsene un'idea. Qui, si incontra la comunità musulmana cham: nella piccola moschea di Mubarak, i bimbi studiano il Corano e l'arabo.
Ma i musulmani cham seguono una libera interpretazione della legge islamica e i loro rituali coesistono con l'animismo e il culto indù. E cosi, quando compiono 15 anni, i ragazzi sono sottoposti a una circoncisione ma solo simbolica: il celebrante prende un coltello di legno e si limita a simulare il gesto del taglio.
Ma il vero emblema della fusione tra religioni è senz'altro il caodaismo, con i suoi sette milioni di fedeli.
Fondata nel 1926 nel Sud del Vietnam, questa
setta ha una struttura gerarchica simile a quella della Chiesa cattolica:
pontefice, cardinali, vescovi e preti. Con una differenza, però: qui anche alle
donne è consentito raggiungere la carica di cardinale. Il caodaismo è una
religione sincretica, commistione di culti orientali e occidentali. Crede in un
unico dio (rappresentato come un occhio divino), che avrebbe fondato tutte le
religioni più diffuse nel mondo. Venera santi, o spiriti guida, i più diversi:
Krishna, Mosé, Confucio, Gesù, Buddha, Maometto, per arrivare fino a Giovanna
d'Arco, Victor Hugo e William Shakespeare. I caodaisti aspirano, infatti, a
creare la religione perfetta e per questo non si preoccupano di mischiare sacro
e profano. Dicono «Non vogliamo creare un mondo grigio,
dove tutte le religioni sono esattamente uguali, ma solo un mondo più
tollerante, perché siamo convinti che le religioni hanno la stessa origine
divina, sia Dio, Allah o il Tao, e sono solo diverse manifestazioni di un'unica
verità».
Uno sviluppo dei consumi, quello in corso in Vietnam, che il Mekong deve sostenere con le sue coltivazioni sempre più intensive. Solo visitando i mille villaggi del delta si scopre l'eclettica religione dei suoi abitanti: templi buddisti, pagode, moschee, chiese. Qui non c’è scontro di religione. Ogni confessione si contamina con le altre: buddismo, confucianesimo, taoismo, cristianesimo, culto degli antenati, induismo, islam. Basta visitare la cittadina di Chau Doc per farsene un'idea. Qui, si incontra la comunità musulmana cham: nella piccola moschea di Mubarak, i bimbi studiano il Corano e l'arabo.
Ma i musulmani cham seguono una libera interpretazione della legge islamica e i loro rituali coesistono con l'animismo e il culto indù. E cosi, quando compiono 15 anni, i ragazzi sono sottoposti a una circoncisione ma solo simbolica: il celebrante prende un coltello di legno e si limita a simulare il gesto del taglio.
Ma il vero emblema della fusione tra religioni è senz'altro il caodaismo, con i suoi sette milioni di fedeli.
Altra
religione è quella del cocco o Tình Do
Cu Si conosciuto anche come “Monaco del
cocco” Una combinazione tra buddismo e cattolicesimo.
L'origine
del nome Coconut Monk?» è che Nguyen Thanh Nam (nome del monaco) mangiò
per tre anni solo noci di cocco e bevve solo il succo del frutto». O almeno
così racconta la leggenda. Di certo si sa che Nguyen Thanh Nam è nato nel 1909
sul delta, a Ben Tre.
Figlio della piccola borghesia locale, ha studiato chimica e fisica in Francia: a Lione, Caen e Rouen, dal 1928 al 1935. Poi, tornato a casa, si è sposato e ha avuto una figlia. Nel '45 però ha deciso di lasciare lavoro e famiglia, per ritirarsi a vita monastica. Per tre lunghi anni sarebbe rimasto a meditare giorno e notte su un lastrone di pietra.
Poi ha deciso di fondare una nuova religione, la Tinh Do Cu Si.
A metà degli anni Settanta, i suoi seguaci erano oltre 3.500 e mille i suoi monaci. Predicava per un riunificazione pacifica dei due Vietnam. Per questo, nel 1969, era partito per Hanoi in bicicletta, ma dopo 300 chilometri di faticose pedalate era stato costretto a tornare indietro da una tribù di montagnards (cosi i francesi chiamavano le minoranze, che vivevano sulle montagne nel Nord). Tornato nella sua pagoda galleggiante sul fiume, aveva fatto costruire due alte torri: una rappresentava Saigon, l'altra Hanoi. E cosi ogni giorno poteva percorrere simbolicamente a piedi il suo viaggio tra le due capitali, pregando Per l’unificazione del paese Incarcerato per le sue eversive teorie pacifiste il «monaco del cocco» morì nel 1990. La sua religione è oggi scomparsa dall'isola, ma gli abitanti del Mekong lo ricordano ancora con rispetto. «Non era né un'impostore né un santo» si racconta «ma solo un vecchio saggio, stanco delle guerre che amava la PACE
Figlio della piccola borghesia locale, ha studiato chimica e fisica in Francia: a Lione, Caen e Rouen, dal 1928 al 1935. Poi, tornato a casa, si è sposato e ha avuto una figlia. Nel '45 però ha deciso di lasciare lavoro e famiglia, per ritirarsi a vita monastica. Per tre lunghi anni sarebbe rimasto a meditare giorno e notte su un lastrone di pietra.
- Coconut Monk con la foto
dello zio che fondò la religione -
A metà degli anni Settanta, i suoi seguaci erano oltre 3.500 e mille i suoi monaci. Predicava per un riunificazione pacifica dei due Vietnam. Per questo, nel 1969, era partito per Hanoi in bicicletta, ma dopo 300 chilometri di faticose pedalate era stato costretto a tornare indietro da una tribù di montagnards (cosi i francesi chiamavano le minoranze, che vivevano sulle montagne nel Nord). Tornato nella sua pagoda galleggiante sul fiume, aveva fatto costruire due alte torri: una rappresentava Saigon, l'altra Hanoi. E cosi ogni giorno poteva percorrere simbolicamente a piedi il suo viaggio tra le due capitali, pregando Per l’unificazione del paese Incarcerato per le sue eversive teorie pacifiste il «monaco del cocco» morì nel 1990. La sua religione è oggi scomparsa dall'isola, ma gli abitanti del Mekong lo ricordano ancora con rispetto. «Non era né un'impostore né un santo» si racconta «ma solo un vecchio saggio, stanco delle guerre che amava la PACE
Bèn Tre
Il Delta del Mekong
è una zona situata a sud del Vietnam. Il delta si è formato con i detriti
depositati dal fiume Mekong nel corso dei secoli. Si tratta di uno dei fiumi
più grandi del mondo, è talmente grande che registra due maree al giorno. In
Vietnam è conosciuto come Song Cuu Long o Nine Dragons, perché la sua foce che
scorre nel mare della Cina meridionale è divisa in 9 estuari.
Questa zona, conosciuta come "paniere di riso" del paese, sta producendo abbastanza riso per sfamare tutta la nazione e per esportarne. Anche se è una zona prevalentemente rurale è una delle regioni del Vietnam con la più alta densità di popolazione e quasi la totalità della sua superficie è coltivata. Le popolazioni del Vietnam meridionale sono stanziate sulle rive del Mekong, la gente si muove da un sito all'altro in barche sul fiume attraverso la sua rete di canali, i mercanti scambiano le loro merci da una nave all'altra, intere famiglie vivono in chiatte, l'acqua di tutta la casa viene dal fiume e torna al fiume ... Il Mekong è uno stile di vita per i suoi abitanti. Uno dei volti più profondi e rurali del Vietnam.
Questa zona, conosciuta come "paniere di riso" del paese, sta producendo abbastanza riso per sfamare tutta la nazione e per esportarne. Anche se è una zona prevalentemente rurale è una delle regioni del Vietnam con la più alta densità di popolazione e quasi la totalità della sua superficie è coltivata. Le popolazioni del Vietnam meridionale sono stanziate sulle rive del Mekong, la gente si muove da un sito all'altro in barche sul fiume attraverso la sua rete di canali, i mercanti scambiano le loro merci da una nave all'altra, intere famiglie vivono in chiatte, l'acqua di tutta la casa viene dal fiume e torna al fiume ... Il Mekong è uno stile di vita per i suoi abitanti. Uno dei volti più profondi e rurali del Vietnam.
PROSSIMAMENTE ANDREMO CU CHI
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