SULLE TRACCE DEGLI
ORANGUTAN
Trovammo un posto per dormire in una capanna a pochi metri
dal fiume, un insieme di abitazione di
diverse tipologie.
Un capanno semplice ma fantasticamente piacevole. Il villaggio era adagiato sul letto di un
fiume nel cuore della foresta tropicale di Sumatra. Di solito in questi posti
la mattina si veniva svegliati dalla
pioggia, dal sole che entrava attraverso le foglie o da i tanti rumori che la
natura sapeva e sa regalare. Quella mattina venimmo svegliati anziché dai raggi
del sole dell’alba che puntuale spuntava oltre le palme, dai ripetuti balzi di
una branco di scimmiette sul tetto della nostra capanna. Uscimmo in veranda e facemmo giusto
in tempo a notare che una delle scimmiette armeggiava con i miei occhiali da sole che avevo lasciato
sull’amaca la sera precedente, prima di dileguarsi assieme alle altre verso la capanna vicina.
Gli corsi dietro e quando incominciavo
già a pensare che ormai gli occhiali non
li avrei più visti, ecco che miracolosamente la scimmia li abbandonò e mi
affrettai velocemente a recuperarli con un gran sospiro di sollievo.
Allora stabilita, partimmo in compagnia di
altre quattro persone alla ricerca degli Orangutan. Quella che pensavamo fosse una
tranquilla scampagnata fra scimmie addestrate ad uso e consumo dei turisti si
rivelava ben piu’ impegnativa. Le 8 ore di cammino fra la giungla
avevano messo a dura prova le gambe. I
sentieri erano improvvisati e pieni di
insidie. Spesso scivolammo tra la terra
molle per la pioggia. Individuammo
molte scimmie ed anche qualche orango
tango. Erano animali mansueti e timidi che si avvicinavano con difficoltà. Non
tutti però. Una tale Mema, femmina di 15 anni, sembrava avere problemi di
socializzazione. Questo era il suo territorio, la guida sperava che non la incontrassimo. A pericolo passato ci fermammo qualche minuto
per il pranzo quando all’improvviso scorgemmo la sua sagoma marrone apparire dietro le spalle dei
francesi nostri compagni d’avventura. La guida ci ordinò di correre e senza farsi troppe domande ed è
stato quello che facemmo. La notte pernottammo lungo il
fiume , Il giorno dopo impacchettammo tutto e riscendemmo il fiume su grossi
ciambellani che forse erano camera d’aria di un camion. Ritornammo a Bedan e da li al lago Toba, un
lago vulcanico con una grande isola al centro,
è una delle bellezze naturali più spettacolari di Sumatra.
Si tratta di un lago di proporzioni
gigantesche (è infatti il più grande del Sud-est asiatico),
che occupa la
caldera di un enorme vulcano crollato su se stesso dopo una violenta eruzione
100.000 anni fa. Al confronto di questa eruzione, quella del Krakatau nel 1883
fu appena uno scoppio leggero. Il lago è circondato da impervie cime, crinali
montuosi, e spiagge sabbiose e orlate di pini. L’attrattiva principale di questo lago e quello che
ci spinse qui, fu l’isola di Samosir.
L’isola a forma di cuneo che si trova in mezzo al lago. Questa è stata creata da successivi
sollevamenti della crosta terrestre tra 75.000 e 30.000 anni fa. Samosir è stata
per lungo tempo la principale attrattiva turistica della regione settentrionale
di Sumatra.
Nell’introdurvi a seguirmi in questo viaggio, ho dimenticato
parlarvi un po di Sumatra . Prima di ritornare a Giava e continuare, voglio farlo.
Ai viaggiatori era sconsigliato se non vietato visitare la parte
settentrionale dell’Isola, (oggi penso che sia peggiorato perché a partire dal marzo 1999
si è verificata una recrudescenza degli episodi di violenza perpetrati
dal Free Aceh Movement, che si batte per uno stato islamico indipendente.
Nell’estate del 2003 l’esercito indonesiano è entrato in campo ed è probabile
che la regione non si possa visitare per lungo tempo) il chè era ed è un vero peccato,
perché in fondo si trattava di una regione tranquilla e accogliente (quando la
gente non si sparava J ) La sua popolazione è formata
da Indonesiani , arabi, tamil, cinesi, e gruppi indigeni. Altra caratteristica e
curiosità di Sumatra è che è abitata da individui tra i più alti di tutta
l’Indonesia .
Ritornammo a Medan per
riprendere il volo che ci riportò a Giacarta
dove proseguimmo il viaggio in treno fino a ……..
Nel prossimo post andremo alla scoperta di quest’isola
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