BOLIVIA
Prima di continuare
il viaggio verso La Paz voglio precisare: Oggi la situazione in Bolivia e in quasi tutta l’America Latina è molto cambiata e sta cambiando in modo radicale.
La
Bolivia è una terra di contrasti, profondi contrasti geografici, sociali,
culturali, economici e politici. Gruppi etnici profondamente diversi convivono
in un territorio che congloba le vette andine e gli altipiani più alti del
continente, così come foreste tropicali e grandi estensioni desertiche. Un caleidoscopio
di diversi immaginari, scenari e colori che con forme e significati diversi si
riconoscono e convivono sotto l’insegna della bandiera tricolore rossa, gialla
e verde. A dispetto dell’enorme
ricchezza di risorse naturali, il 65% della popolazione (principalmente
indigena) vive sotto la soglia di povertà (Fonte: Banca Mondiale). Le
mobilitazioni sociali sorte a partire dagli anni ‘90 per denunciare le
disuguaglianze etniche sono state alla base del processo di cambiamento
politico in atto nel Paese che ha portato all’elezione del primo Presidente
indigeno dell’America Latina
(Morales) e all’approvazione di
una nuova Costituzione che tutela i diritti delle popolazioni originarie e i
modelli tradizionali di organizzazione sociale e di gestione del territorio.
Una
cosa che tengo a sottolineare è che La Bolivia è uno dei pochi Paesi al mondo
ad aver incluso il riconoscimento del diritto all’acqua nella propria
Costituzione e ad aver istituito uno specifico Ministero per guidarne la
concretizzazione. Tra le mobilitazioni più significative alla base di queste
conquiste politiche, la più nota è certamente la “Guerra della Acqua” del 2000,
grazie alla quale la popolazione di Cochabamba è riuscita a ripubblicizzare il
servizio idrico e a far cadere il Governo corrotto che aveva svenduto l’acqua alle multinazionali.
La
crescente sensibilità delle istituzioni verso questo tema ha portato il Governo
a farsi promotore di una Risoluzione per il Diritto Umano all’Acqua approvata
dall’ONU nel luglio 2010. Ma nonostante i progressi ottenuti sul fronte
normativo e politico, la situazione idrica in Bolivia resta disomogenea e
rispecchia le differenze geografiche che caratterizzano il paese. Secondo il
Rapporto Mondiale sull’Acqua redatto dall’UNESCO (2003), la Bolivia occupa il
16° posto su 180 paesi, per quanto riguarda la disponibilità di risorse idriche
ed il 67° su 122 paesi per quanto riguarda la qualità e l’accesso per la
popolazione.
DA PUNO (Perù) A
LA PAZ (Bolivia)
Superati diversi tentativi da parte dei
campesinos di Bloccarci con lancio di pietre e ostacoli vari , come enormi sassi e tronchi d'alberi. Quando ormai tutto lasciava sperare che
avremmo continuato il nostro viaggio tranquilli ecco apparire in
lontananza un pullman
con il davanti completamente dentro una buca e la parte posteriore tutto
all’insù. Cosa era successo? Praticamente era stata fatta una buca nel bel
mezzo della strada e ricoperta in modo che l’autista non si accorgesse di niente, infatti fini nella trappola. Che fare? Per riportare
in strada il pullman ci dissero che occorreva
minimo un giorno. L’unica
alternativa costruire una strada al lato
della stessa per superare l’ostacolo e continuare. Cosi con una pala e piccone usciti l’autista con il suo aiutante
e il nostro aiuto dopo un’oretta di lavoro riuscimmo a superare l’ostacolo e
continuare il nostro tragitto per Copacabana.
Viaggiando
verso La Paz la nostra attenzione è ancora una volta catturata dal panorama e
come sempre la vista sul lago e sulle vette andine è meravigliosa.
La strada
per La Paz è interrotta dallo stretto di Tiquina. I mezzi venivano traghettati
su zattere ei passeggeri su piccole imbarcazioni.
Arrivammo a La Paz che era buio,
ma ancora una volta lo spettacolo
era unico. La capitale più alta al mondo
con tutti i suoi luccichii era li sotto
ai nostri occhi e con sullo sfondo il maestoso l’Illimani sembravano darci il
benvenuto.
La caratteristica di La Paz è
che, è adagiata in un canyon che va dai
3 ai 4 mila metri, facendo così registrare mille metri di dislivello tra il
centro e la periferia. La chiesa di San Francisco è il più bel edificio
coloniale della città. Le vie intorno erano un unico grande mercato colorato.
Quello che ci aveva più colpito era la zona dedicata ai curanderos e alla
vendita di oggetti contro ogni tipo di malanno e malocchio , addirittura si vendevano feti di lama essiccati che secondo credenza,
quando si costruiva una nuova casa fra le pareti andava murato il feto di un
lama per avere prosperità e buona salute.
Rimanemmo a La Paz 4 giorni non per
nostra volontà ma per un tentativo colpo di stato. La nostra meta doveva essere
l’Argentina ma come succede in queste occasioni gli aeroporti vengono chiusi.
L’alternativa era il treno ma 5 giorni per raggiungere Buenos Aires erano
troppi, cosi decidemmo di fermarci e aspettare che tutto tornasse alla
normalita. Questa sosta forzata ci ha dato la possibilità di scoprire oltre a Tiwanaku una delle città
sudamericane più famose e più misteriose del periodo precolombiano ( di questo parlerò nel prossimo post) anche la valle della luna
un canyon di roccia friabile con sentieri e torrioni molto particolari
formatesi con l’erosione provocata dall’acqua. Dopo 4 giorni tutto tornò alla
normalità e cosi potemmo continuare il nostro viaggio per L ‘Argentina.
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