martedì 27 agosto 2013

QUARANTA GIORNI NELLA MERAVIGLIOSA INDONESIA - Sulawesi Tra Feste e Massacri -


Sulawesi


Sulawesi! Perché il Sulawesi? Sicuramenti i miei 40 giorni in questa parte di mondo dovevo viverli il più intensamente possibile e poi quella strana forma come si fa non essere sedotti, il nome stesso ti fa pensare e sognare.   Provate a leggere questo nome a voce alta e già sarete catturati dal fascino di quei luoghi, avrete subito la percezione che sono luoghi distanti ( già è distante  l’Indonesia), diversi, soavi e interessanti che accendono la fantasia. Poi la sua conformazione derivante da Quattro lunghe penisole che sembrano dita o tentacoli.
La nostra idea originale era di andare prima a Bali e poi  da li in Sulawesi, ma ci chiediamo perchè non andare prima a Sulawesi e poi a Bali? In fondo la cosa bella del viaggiare in libertà è anche poter combiare  programma  all’ultimo momento. Ci rechiamo presso un’agenzia per acquistare il volo per Makassar, ma! Sorpresa, non ci sono voli da Yogyakarta per Makassar ( adesso non so se le cose sono cambiate, sicuramente si. Io mi riferisco al 1989/90). Cosa fare ? semplicemente acquistare subito un volo prima per Bali in e un’altro in coincidenza con Makassar, detto fatto. Il volo è per il giorno dopo alle ore 8,00 per Bali e da li per Sulawesi.
Cerchiamo un posto per dormire e con l’immancabile aiuto di un taxista troviamo una piccola  Guesthouse. Ad un primo sguardo Makassar sembra solo una città smisurata disordinata e fuori controllo, ma soffermandosi ad osservare un pò più a lungo è possibile coglierne anche degli aspetti positivi: qui si mangia il miglior pesce dell'arcipelago, la vita notturna è assai animata e il lungomare regala tramonti fantastici.

Ci dirigiamo alla scoperta della città e precisamente al porto che è posto nel centro della città. L’Indonesia è stata per anni una colonia Olandese  e utilizzarono il porto di Makassar per controllare gran parte delle merci che transitavano via mare tra l'Indonesia orientale e l'Indonesia occidentale. Le strade intorno al porto sono animate e  piene di attività e da una moltitudine di bancarelle: decidiamo di fermarci qui per il pranzo ci fermiamo  in un ristorante dall'aspetto poco rassicurante, ma in cui mangiamo divinamente una quantità smisurata di pesce preparato al momento. Finito il pranzo prendiamo un becak (una sorta di triciclo adattato a risciò) e raggiungiamo il centro storico di Makassar. Qui, a testimonianza del periodo di occupazione olandese, sorge l'imponente Fort Rotterdam qui si può ritrovare un piccolo scorcio dell'antica Amsterdam. Il forte rimane una delle opere architettoniche olandesi meglio conservate di tutta l'Indonesia.


Uno dei motivi che ci ha spinto fin qui è stato quello di visitare la zona centrale di Sulawesi. Cerchiamo una guida e diamo appuntamento per le ore 5:30  della mattina successiva in modo da raggiungere la nostra destinazione nel primo pomeriggio. Il viaggio è lungo e sono circa 320 km per raggiungere Tana Toraja. Il paesaggio che incontriamo è caratterizzato da pianure coltivato a riso. Piano piano la strada lascia e si allontana dalla costa e incomincia a salire, dapprima dolce colline lussureggiante me subito dopo la strada si inerpica su per la montagna fino al raggiungimento di un passo montano Puncak Lakawan. Da qui si  ammira “L’erotica Montagna” così chiamata perché assomiglia al ventre di una donna. Dopo una breve sosta riprendiamo il viaggio tra valli e monti fino a raggiungere la regione il capoluogo di Tana Toraja e precisamente Makale. 


Questa regione è veramente speciale, unica ricca di cultura. Questa regione è un vero e proprio mondo a se e le tompe rupestre, le tompe pensili, i tau tau ( tavole di legno che raffigurano i defunti) e i sacrifici dei bufali che rappresentano da un lato un rito molto coinvolgente ma dall’altra un vero e proprio crudele massacro di questi poveri animali usati e sacrificati in omaggio ai defunti. Vengono sacrificato fino a trenta bufali come dicevo un vero e proprio massacro che ti lascia davvero inorridito. Ma perché tutto questo?   



Sull’Isola du Sulawesi i funerali dell’etnia Toraja sono una cerimonia molto complessa e spesso occorre un lungo periodo di preparazione. Le famiglie più ricche e potenti si possono permettere delle cerimonie santuose che spesso durano alcuni giorni. Per ospitare i funerali spesso vengono usate delle grande aree verde. Il funerale spesso non viene svolto nei giorni successivi alla morte ma a volte bisogna attendere mesi e anche anni: questo è dovuto all’enorme costo che deve sostenere la famiglia del defunto. 

Durante la cerimonia la tradizione vuole che venga sacrificata un’enorme quantità di animali per accompagnare il defunto nel viaggio verso l’aldilà. Più è importante il defunto maggiore è la quantità di animali sacrificati.


 A questa cerimonia partecipa tutto il villaggio, bambini compresi. Gli animali vengono uccisi con il taglio della gola e vengono macellati sul posto per terra in condizione igieniche molto precarie e la carne viene distribuita a tutti. Le cerimonie sono un’alternanza continua di dolore e gioia, di sangue e urla di animali, di bambini che giocano e di adulti che mangiano. Ritorniamo a descrivere questo luogo che lo rende per certi versi magico e unico che è la bellezza della natura, caratterizzata da risaie, da terrazzamenti, da colline ricoperte da fitta vegetazione equatoriale e dalle particolari architetture delle case tradizionali ( i Tongkonan) che punteggiano il panorama. 


Una delle prime cose che si notano quando si arriva in questa regione, è difatti la sagoma delle imponente case in legno dal tetto svettante, rialzato alle estremità, che secondo alcuni ricorda le corna di un bufalo e secondo altri richiama la poppa e la prua di una imbarcazione. 

Le case, spesso con i tetti ricoperti di muschio e di vegetazione, sono adornate da pannelli lignei incisi e dipinti e spesso sono arricchite da un gran numero di corna di bufalo che denotano la ricchezza della famiglia che ci vive. Proseguiamo alla scoperta della regione con una devizione che ci porta a Suaya, un villaggio in cui è possibile vedere una parete rocciosa che presenta una serie di tombe rupestri ed alcune balconate di tau tau. A pochi chilometri di distanza si trova invece la località di Tampangallo: qui, camminando tra le risaie per alcune centinaia di metri, si arriva ad una grotta in cui si trovano oltre 40 tau tau e diverse bare lignee poste nelle nicchie tra le rocce. Il luogo, piuttosto sinistro per la presenza di parecchi teschi ed ossa ammassati a terra e sugli speroni rocciosi della caverna, è tuttavia alquanto suggestivo. Verso il tardo pomeriggio arriviamo infine a Rantepao e raggiungiamo l'albergo ove ci fermeremo alcune notti. Rantepao è la base ideale per esplorare Tana Toraja poichè è situata a breve distanza dalla maggior parte dei siti che ci interessa. Dopo 4 giorni passati in questa meravigliosa regione facciamo ritorno per recarci a Bali nostra ultima meta di questo meraviglioso viaggio in questo sorprendente parte di mondo.

Prossima tappa BALI l’Isola degli Dei




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