BALI l’ISOLA DEGLI DEI
Dopo quaranta giorni il nostro viaggio si è concluso e siamo in volo
per L’Italia, sono molto rilassato, osservo fuori dal finestrino le varie forme
delle nuvole e gioco con la mente ad immaginarne il significato. Anche il sole
sembra giocare con loro modificandole al suo passaggio tanto da farmi sentire
immerso in un’altra dimensione. In fondo mi trovo in un’altra dimensione: in
aereo sospeso nell’aria, tra le nuvole e il sole. In lontananza scorgo nuvole
nere che mi fanno pensare all’acqua. Ecco ci sono proprio tutti i quattro
elementi: Terra, fuoco, acqua ed aria che per
definizione rappresentano un luogo ideale in cui tutte le cose esistono
e coesistono in maniera perfettamente armonica. Scrivo questo perché questa
volta non ho intenzione di descrivere Bali ma di raccontare quello che ho visto,
che ho vissuto, che ho sentito e cosa mi sto portando dietro da questo viaggio ed
in particolare dall’isola definita “Isola degli Dei” o “Isola del Paradiso”.
All’inizio di ogni viaggio, si ha sempre la sensazione di trovarsi sospesi
tra terra e cielo, tra ignoranza e conoscenza. Si procede con cautela, osservando,
notando le cose e le differenze, soffermandosi sugli aspetti più reali, sulla
materialità delle cose. Iniziamo l’esplorazione attraverso l’elemento “Terra”
osservando monumenti, musei, spiagge, scogli, montagne, le risaie di Tagalallan (simbolo di Bali) per poi
passare alla parte spirituale ispirata
dall’elemento acqua. Dopo la terra, infatti, va considerato proprio l’elemento
acqua che non ha nessuna forma ma che è simbolo di vita. L'acqua è fluente, in
costante movimento, in costante
cambiamento, a volte lento e quasi ferma
a volte veloce. In nessun momento è uguale a se stessa. L'acqua è
espansione e profondità, è ricettiva e purificante, è terapeutica, portatrice
di energie segrete e guaritrice. L'acqua è la sessualità, gli appartiene la
riproduzione, gli appartengono le emozioni, i legami. Essa è capace di erodere
montagne, può esistere sia allo stato solido che gassoso, divenendo per questo,
facilmente, “ponte simbolico” tra il piano materiale e quello spirituale. Questo è lo spettacolare panorama che si gode dal Tempio di Ulu Watu, dedicato
alle divinità marine. A mio avviso, uno dei più belli di Bali. Qui si respira
un’atmosfera sacra, tanto che ai visitatori è consegnata una fascia da
indossare intorno alla vita come segno di purificazione e di rispetto. Per
raggiungere l’altare più importante si attraversa una lussureggiante foresta,
in compagnia di vivaci scimmie, per poi ritrovarsi a ridosso dell’altissima
scogliera, su cui è arroccato il tempio… Tutto intorno, pace e tranquillità.
Sotto l’infinito dell’Oceano Indiano
ecco che il viaggio improvvisamente si “dilata” e lo si vive nella dimensione
dell’Aria impalpabile, leggera che trasporta, solleva, soffia, si sente e si
ascolta. Questo terzo elemento può essere assimilabile all’essenza del pensiero,
del gioco, dall’arte, dalla musica e dalla danza. Cosa meglio può rappresentarlo
se non il Gamelan il Legong o il
Gambuh tipica musica indonesiana che spesso accompagna spettacoli di danze tradizionali.
Ad Ubudu, in particolare, è possibile assistere a numerosi spettacoli di musica Gamelan e di danze balinesi. Disciplina assoluta, suoni seducenti, movimenti sinuosi e attraenti: immagini che portero’ per sempre nel cuore. Dall’aria passiamo infine al Fuoco elemento che simboleggia l’energia, il calore, la luce che illumina e riscalda il mondo, esso è il Sole simbolo dell’immortalità. Legata a questo elemento troviamo l’estate calda e asciutta. Il Fuoco è rappresentato dalla figura geometrica di un triangolo equilatero con il vertice verso l’alto che allude, quindi, ad un moto ascendente, di crescita o dilatazione, ad un’azione centrifuga, invadente e conquistatrice. Infatti il fuoco racchiude in se il principio maschile, che tutto permea e tutto vivifica, che inciterebbe ad un azione distruttrice se non fosse moderato dagli altri elementi. Infatti alla forza ascensionale del fuoco si oppone l’acqua, elemento femminile e passivo, che scorrendo verso il baso va a riempire ogni spazio vuoto e cavo. L’acqua rinsalda quel che il fuoco dilata, la sua azione è dunque centripeta o costruttiva; invece di elevarsi verticalmente come il fuoco, si espande in orizzontale, lenendo la forza distruttrice del fuoco. Unendo il simbolo del fuoco , triangolo con punta in su, e il simbolo dell’acqua, triangolo con punta in giù, si forma una stella con sei raggi (un’esagramma, raffigurazione grafica del Sigillo di Salomone). La stella a sei punte è il simbolo dell’evoluzione e dell’involuzione, dell’eterna unione dell’energia con la materia, il cui prodotto è il ritmo, l’armonia. L’energia che scaturisce dal fuoco è il principio stesso della vita. Per questo motivo la morte è simbolicamente percepita come l’estinzione del fuoco, da qui i riti di conservazione del fuoco. Cosa c’è che meglio rappresenta il fuoco a Bali se non il vulcano di Gunung Batur e il lago che ne occupa metà della conca circostante? La bellezza paesaggistica della caldera con il suo lago e il cono del Batur costituiscono una delle destinazioni più popolari di Bali.
L’aereo prosegue il suo viaggio attraverso le nuvole cosi anche i mie pensieri continuano a viaggiare all’indietro. Bali ha un qualcosa di magico, è fantastica, un paradiso terrestre come è già stata definita. Il suo mare, le sue spiagge, i suoi innumerevoli templi, le straordinarie risai e il suo tramonto . Basta aspettare le cinque del pomeriggio per vedere riversarsi centinaia e centinaia di persone di ogni etnia ed estrazione sociale sulla spiaggia per ammirare tutti insieme il tramonto, chi sorseggiando una buona birra, chi in compagnia di un buon libro, altri in acqua con la propria tavola da surf.
Donne sinuose con l’immancabile cappellino con su un numero e il loro
continuo cantilenare Massage massage massage… tutti comunque con il naso
all’insù, è una sensazione fantastica! Per un po’ si è come sospesi nel tempo,
non si può spiegare, va assolutamente vissuto.
Ma torniamo all’elemento Terra, esso mi porta a parlare dei templi di Bali,
inizio con quello che è Il tempio piu' grande e importante: il tempio di Besakih. E’ formato da 5 templi , uno
per ogni divinità. L' edificio centrale è il piu' maestoso, gioiello di
architettura Balinese che si erge di fronte ad una grande piazza. Camminando
per le stradine del tempio si respira un atmosfera surreale, come se il tempo si
fosse fermato. Importante, per
apprezzare al meglio i luoghi che si vogliono visitare, è arrivare presto,
prima che la massa dei turisti cominci a muoversi.
Un altro tempio spettacolare di Bali è il Tanah Lot, il tempio sull’acqua che durante la bassa marea si può raggiungere a piedi. Situato ad ovest dell’isola, viene preso d’assalto al tramonto, per lo spettacolo unico che offre. Il Tempio di Tanah Lot, è costruito sull'omonimo scoglio, una particolare formazione rocciosa stratificata su cui, alla metà del 16^ secolo, Danghyang Nirartha fece costruire questo tempio Si tratta di un luogo molto suggestivo, che già in precedenza era stato considerato dai locali, come una roccia sacra. Una leggenda vuole che alla base della roccia, vivano dei velenosi serpenti di mare, pronti a difendere il luogo da spiriti maligni ed invasori. Non è tutta leggenda perché i serpenti ci sono e si possono vedere specialmente con la bassa marea nascosti nelle fessure delle rocce. In lingua balinese Tanah Lot significa Terra-Mare una parola appunto che spiega la duplicità di questo sito, in cui le rocce e l'oceano si contengono gli spazi disponibili sulla costa sud-occidentale.
Un altro tempio spettacolare di Bali è il Tanah Lot, il tempio sull’acqua che durante la bassa marea si può raggiungere a piedi. Situato ad ovest dell’isola, viene preso d’assalto al tramonto, per lo spettacolo unico che offre. Il Tempio di Tanah Lot, è costruito sull'omonimo scoglio, una particolare formazione rocciosa stratificata su cui, alla metà del 16^ secolo, Danghyang Nirartha fece costruire questo tempio Si tratta di un luogo molto suggestivo, che già in precedenza era stato considerato dai locali, come una roccia sacra. Una leggenda vuole che alla base della roccia, vivano dei velenosi serpenti di mare, pronti a difendere il luogo da spiriti maligni ed invasori. Non è tutta leggenda perché i serpenti ci sono e si possono vedere specialmente con la bassa marea nascosti nelle fessure delle rocce. In lingua balinese Tanah Lot significa Terra-Mare una parola appunto che spiega la duplicità di questo sito, in cui le rocce e l'oceano si contengono gli spazi disponibili sulla costa sud-occidentale.
Quasi galleggiante sulle acque del lago di cratere Bratan, il Pura Ulun Danu Bratan, a cavallo su due isole, rappresenta un soggetto fotografico balinese ideale: i tetti a meru si riflettono nell'acqua, ritagliando il loro profilo su uno sfondo di montagne avvolte nella nebbia. In fondo a est, si vede emergere (quando non c’è nebbia) la cima dell'Agung.
Costruito nel XVII
secolo, questo piccolo tempio è dedicato alla dea delle acque Dewi Danu che la
gente viene a pregare da tutta la regione affinché l'irrigazione sia copiosa. Ed
ecco che si torna all’’acqua, elemento fondamentale per la vita e per la nostra
amata terra, bene prezioso, da proteggere e curare. Il 71% del nostro
pianeta è composta d’acqua. Questa percentuale
ci fa pensare ad una risorsa inesauribile, ma non è cosi! In realtà per il 97% abbiamo
acqua di mare, per il 2% ghiacciai, per l’1% falde acquifere. Solo lo 0,25% è
acqua potabile. Possiamo, allora, capire come questo elemento non è
inesauribile ma al contrario, diventa un bene che va protetto.
Ecco a Bali, l’acqua è ancora protagonista con le sue bellissime risaie alimentate da un sistema di irrigazione vecchio di secoli chiamato Subak che hanno ricevuto lo status di Paesaggio Culturale Patrimonio dell’umanità dall’UNESCO. Le più belle risaie si trovano al nord dell’isola e precisamente a Tirta Gangga.
Ma oggi Bali conserva ancora piccoli lembi di verginità? Pare che il surf, tipico sport della parte sud dell’isola, abbia attirato e continua ad attrarre tantissimi turisti e pare che per questo siano sorti centri commerciali, McDonalds, BurgerKing e banche, tutte sparse per nascondere a chiunque la possibilità di vedere la bellezza nuda e cruda.
Nell’anno in cui ho visitato Bali dall’albergo più vicino alla spiaggia occorrevano 7/8 minuti più a piedi per arrivare sulla spiaggia, oggi mi viene riferito che gli alberghi ormai sono direttamente sulla spiaggia. Il turismo è fatto così, s’insedia, trasforma, distrugge e modifica ogni cosa. Il turista, in fondo, ama le cose che lo fanno sentire a casa sempre più simili alla propria realtà. Si allontana da casa per raccontare di essere stato in un luogo lontano a prendere il sole ed a godere di bellezze infinite irraggiungibili finendo per essere costante vittima del consumismo.
Un vero viaggiatore però fugge da tutto questo. Questi è interessato ad entrare nel cuore, nell’animo della gente di un posto, è interessato ad osservare, capire ed interagire con tutto quello che lo circonda e si sente sicuramente attratto da ciò che a casa propria non troverebbe mai, in particolare usi e costumi di popoli lontani che la globalizzazione sta distruggendo.
L’aereo continua il suo volo verso
l’Italia, io continuo con il mio
percorso all’indietro rielaborando tutto ciò che ho visto. Sicuramente in ogni viaggio ci sono cose, momenti,
sensazioni, emozioni che si perdono e
non tornano indietro restando però nella copia carbone della memoria. Ci sono
cose, momenti particolari, vissuti e sentite
del viaggio a cui sembra impossibile rassegnarsi ma a cui rassegnarsi è
inevitabile. Lo scorrere dei giorni leviga tutte queste cose sentite e vissute ma non li consuma: quello
che il tempo si porta via è andato ma si resta con un qualcosa di leggero fatto
di ricordi sbiaditi che riappaiono come se fosse ieri, un souvenir che non si
perde ma che ti accompagna nella vita.
In ogni paese, in ogni persona conosciuta, in ogni cosa vista e toccata si
lascia un pezzetto di cuore.
Nessun commento:
Posta un commento