domenica 13 ottobre 2013

COSTA RICA - Paradiso della biodiversità.-



COSTARICA 


 Prima di parlare del Costa Rica voglio ricordare  un giovane poeta, Jorge Debravo ebbe una vita molto breve ma intensa.  Naque a Guayabo de Turrialba (Costa Rica) il 31 gennaio 1938. Figlio di contadini poveri, fu il primo ed unico maschio di cinque figli. Il padre era analfabeta. Jorge trascorse l'infanzia scalzo, senza libri. A Guayabo non c'era una scuola e la più vicina stava a 4 ore di marcia, a Santa Cruz. Così era costretto ad alzarsi tutte le notti alle tre. La madre gli insegnò a scrivere il nome. Lui scriveva in foglie di platano con uno stecchino. Per aiutare il padre, lavorava fino alle due del pomeriggio. Con i primi soldi raccolti si comprò un dizionario: il primo libro che ebbe. Nella scuola di Santa Cruz, la maestra, doña Teresa de Albán, le procurò una borsa di studio perché potesse finire le elementari a Turrialba. Aveva 14 anni quando si iscrisse al quinto anno ma un mese dopo lo passarono al sesto. Lì, a Turrialba cominciò a farsi conoscere pubblicando i suoi primi versi nel giornale "El Turrialbeño". Nel 1959 si sposò con Margarita Salazar. Nel 1961 lo nominarono ispettore del lavoro perché riusciva a "legare" con i lavoratori ed aiutarli perché fossero dichiarati e quindi poter ottenere assicurazione e contributi. Nel 1965 terminò le secondarie. Il lavoro di ispettore del lavoro lo portò a conoscere da vicino le miserie umane e le ingiustizie del suo paese. Nel 1967 si iscrisse all'Università. Da poco aveva comprato una moto per andare a lavorare. Ma un automobilista ubriaco lo travolse ed uccise. Era il 4 agosto 1967. Aveva 29 anni…

"Tengo fe en el hombre. Soy poeta de la esperanza, pero no soy ciego. No creo que la fraternidad y el amor nos sean dados en regalo. No creo que los antagonismos que nos desangran desaparezcan por artes milagrosas. La perfección es el resultado de la lucha." (Ho fede nell'uomo. Sono poeta della speranza, ma non sono cieco. Non credo che la fraternità e l'amore ci vengano dati in regalo. Non credo che gli antagonismi che ci dissanguano possano sparire per miracolo. La perfezione é il risultato della lotta.)




Ogni viaggio ha la sua storia, ma l’attesa l’emozione che ti assale prima di partire è sempre tanta. E’ sera, gli zaini sono pronti e aspettano come noi, ma rimangono aperti fino alla mattina per controllare di non dimenticare nulla. Andiamo a letto un po prima del solito ma come sempre accade non si riesce mai a dormire subito perché c’è sempre  un filo di agitazione, quella tipica agitazione da vigilia di un lungo viaggio, quell’agitazione che è attesa, voglia, adrenalina, aspettativa, desiderio di percorrere altre strade di questo nostro mondo meraviglioso.
Quest’anno la scelta cade sulla Costa Rica, sia perché è una terra che ci affascina molto dopo i racconti di amici che ci sono stati, sia perché ci siamo innamorati della cultura latino-americana e vorremmo conoscerla in ogni suo aspettoLa mattina, un volo della KLM ci porterà in Centro America. Primo scalo Amsterdam poi Miami e poi San Jose.
Troviamo una camera in  un hotel   segnalato dalla Lonely Planet, poco distante dal centro di San Jose.. In questa città non c’è molto da vedere per cui la nostra permanenza è giustificata dal  desiderio di visitare il Parco Nazionale Poas e il suo  vulcano Poas che si trova a circa 65 km a nord di San Josè de Costa Rica. 
Unico neo di questa terra meravigliosa è la mancanza di un po’ di storia e cultura…qui non ci sono monumenti e di conseguenza le città perdono di fascino e di interesse…Altro neo è che sinceramente mi aspettavo di trovare sistemazioni più economiche, ma la Costa Rica è una terra molto battuta dal turismo americano…ed i prezzi sono a misura di gringo. Anche la gente spesso risulta un po scontrosa, queste nelle zone turistiche, mentre nei villaggi e piccoli centri è davvero amabile
Questo paese  ha fatto dell'ecologia il suo orgoglio, infatti il 27% del suo territorio è protetto. Sono presenti il 4% dell'insieme delle specie vegetali e animali del mondo. E ancora: 20 parchi nazionali, 8 riserve biologiche, 9 riserve forestali, 21 riserve indigene, arie private protette... Inutile dire che gli amanti della fauna e della flora autentiche non potranno che essere soddisfatti. 

Qui, come in nessun altro luogo, la natura è tutelata. Gli universi sono molteplici: foreste, paludi, mangrovie, lagune erbose, spiagge grigie, nere (vulcaniche) o bianche la Costa Rica si fonda sulla biodiversità delle specie. Si tratta di un moderno Eden. Quasi di un mondo a parte. Bisogna anche dire che le zone protette sono veramente protette ma il resto ultimamente è lasciato in mano alle speculazioni specialmente quelle costiere dove ogni giorno nascano nuovi alberghi e Resort.


                                                                                                                      - Lago Botos -
                                                  
                                                                                               - Vulcano Paos -

I vulcani e i parchi sono una delle principali attrattive e caratteristiche di Costa Rica e sono un suggestivo richiamo anche per chi non è appassionato. Ci organizziamo per visitare il vulcano Poas  (mt 2.706 ) è uno stratovulcano ( vulcano che presente differenti tipi di eruzioni e magma ) è attivo ed ha frequenti eruzioni con lava e getti geyser. Le più importanti eruzioni del vulcano Poas si ebbero agli inizi degli anni ‘50 . La sua attività è parecchio diversa da quella del vulcano Arenal ma entrambi sono parecchio attivi Il cratere Botos (lago botos) è freddo e chiaro ed eruttò ben oltre 7.000 anni fa, mentre l’altro cratere è caldo e scuro con produzioni frequenti di getti tipo geyser.
Il terzo giorno prendiamo un bus per andare nel Guanacasta, Ci fermiamo a Liberia da dove programmiamo alcune escursione sulla costa nord, vicino al confine con il Nicaragua. Visitiamo la Playa Cocos che è l'opposto di quello che cerchiamo, uno spiaggione affollatissimo attaccato vicino a un paese sporco e pieno di gringos, non è un gran chè e non fa per noi!. Dopo aver visitato Playa Ermosa   decidiamo di trasferirci a playa Tamarindo.

Questo paese è rinomato per essere la patria dei surfisti, mi aspettavo di finire in una località turistica del calibro di Playa del Carmen ed invece è un paesino con qualche albergo piuttosto carino, banche e qualche negozio che si snoda lungo un viale fangoso. E come ci aspettavamo  il mare era pieno di surfers che sfidavano i cavalloni. Troviamo una camera un po spartana con un pavimento tipo parquè con grande fessure tra una tavola e l'altra ho pensato subito  che sicuramente avremmo condiviso la stanza con eventuali insetti. Meglio non pensarci troppo! e così ci infiliamo sotto le coperte  (dopo un controllo minuzioso per evitare incontri sgradevoli).

Nel giro di qualche ora le scimmie urlatrici che avevamo notato e ammirate su alcuni alberi la mattina, iniziano a gridare…queste sono delle bestioline carinissime, stanno dentro un palmo di una mano  ma in compenso urlano e fanno  dei versi simili a quelli di un gorilla…un incubo! ma piacevole.



Eccoci di nuovo in viaggio, ritorniamo a Liberia e da li a Puntarenas per continuare fino al  parco Manuel Antonio. L'attesa del bus per Quepos è lunga. Aspettiamo l'arrivo del bus sotto una panchina di una giornata caldissima e afosa. Assieme a noi quattro persone tra cui un vecchietto  che ancora oggi  ricordo a distanzi di anni. Tre ore della vita di una persona è niente, può essere paragonata a una virgola di un romanzo.  Questa persona mi è rimasta dentro. Se chiudo gli occhi lo vedo li, con le sue stampelle fai da te e la sua bisaccia, piena di niente, era tutto il suo bagaglio. Ma la valigia piena di saggezza l'aveva in testa.  Sono questi uno  dei momenti che rendono un viaggio indimenticabile. 
Arriviamo a Quepos nel tardo pomeriggio,  tramite un ragazzo troviamo una sistemazione un po fuori dal paese. 

Il paesaggio è sempre stato un  mozzafiato: belle spiagge nei pressi di Jacò, immense piantagioni di palma da olio nella zona di Quepos; le strade sono piuttosto belle ma molto strette e con dei ponti traballanti larghi quanto un'auto. 
Ci svegliamo di buon mattino  per arrivare presto al parco e evitare così meno gente possibile visto che è Domenica. Prendiamo un piccolo bus che fa da novetta Quepos - Parco.  La strada è caratterizzata da un susseguirsi di Hotel e Resort di Lusso, dove  penso  ci soggiornino numerosi americani in vacanza qui.
Facciamo i biglietti piuttosto cari! 10 $ a testa nel 1993 non sono pochi! comunque se serve a proteggere la natura si pagano volentieri. Si raccomanda di portarsi da bere e qualcosa da mangiare perchè non ci sono posti di ristoro (per fortuna)  all'interno del parco.
Iniziamo così la nostra esplorazione. Il parco si sviluppa alle spalle di 4 spiagge: Playa Espadilla Sur, Playa Manuel Antonio, Playa Las Gemellas e Playa Puerto Escondido.


Iniziamo il percorso verso Playa Manuel Antonio e subito avvistiamo alcune iguane mimetizzate sui rami, uccelli dai colori sgargianti, granchi e simpatiche colonie di paguri dalle conchiglie variopinte e tante scimmiette .


Seguendo per Punta Catedral, il belvedere in cima al promontorio che separa le spiagge, abbiamo potuto ammirare una vegetazione lussureggiante in cui si nascondevano scimmie, bradipi ed opossum.

L’emozione più grande è ammirare la spiaggia Manuel Antonio, una meravigliosa lingua di sabbia bianchissima a ridosso delle palme e delle cecropie (su cui vivono i bradipi) dalle acque verdi e placide…sembra incredibile ma qui le grande onde arrivano di rado!!!
Ci siamo stesi al sole per goderci la bella giornata e subito siamo stati accerchiati da procioni e scimmie “cebo cappuccino” che ci frugava addirittura negli zaini imitati subito dopo da diverse iguane nella speranza di trovare qualcosa da mangiare e non cera verso allontanarli. 

Dopo due giorni passati qui a Manuel Antonio, riprendiamo la strada verso il nord che ci porterà a Jacò. Troviamo una bella sistemazione in hostal con un bellissimo parco con tanti fiori, non distante dalla lunghissima spiaggia. Questa è la località di vacanza dei Tico. Decidiamo di fermarci  tre giorni per rilassarci e fare solo vita da spiaggia prima di trasferirci per andare alla scoperta della  costa Caraibica. 

Da San Jose ci organizziamo per raggiungere  la costa Caraibica per poi andare al Tortughero. Arrivare al Tortughero con il sistema fai da te questa volta non funziona (adesso non so se questo è possibile) . Bisogna raggiungere prima Limon e da li affidarsi a una agenzia, oppure partecipare a un tour di tre giorni con partenza direttamente da San Jose . Decidiamo di partire da qui visto che il nostro Hostal pubblicizza diversi tour. 
Partiamo di mattina presto siamo solo in sei, una coppia di Francesi (ci sono sempre :-)  e due ragazzi Olandesi. Il viaggio è lungo attraversiamo bellissimi paesaggi passando tra la immensa foresta pluviale del parco Braulio Carrillo dove ci siamo sorpresi da un forte acquazzone, dopodiché iniziamo a scendere verso le afose pianure della costa atlantica.

In pochi kilometri il paesaggio cambia radicalmente lasciando spazio ad infinite distese di banane ed ananas, un po’ alla volta entriamo nell’impero di Dole, Chiquita e Del Monte. Ce ne accorgiamo quando arriviamo a Puerto Limón, il porto sull’Atlantico più grande del paese. Sullo sfondo decine di navi cariche con container-frigo pronte a salpare verso l’Europa o gli Stati Uniti con il loro carico di frutta tropicale.


Eccoci dunque diretti verso il Parque Nacional del Tortuguero, definito da molti come l’Amazonia del Centroamerica. Ci si arriva solo in barca e solo con essa si ha la possibilità di muoversi poi tra gli intricati labirinti di mangrovie dove si possono ammirare caimani e, uccelli farfalle ecc.

Arrivo al Tortughero


Tortuguero è un piccolo villaggio con un centinaio di abitanti situato nella costa nordorientale del Costa Rica, la ragione per cui è stato creato quì il parco nazionale è principalmente legata alla protezione dei luoghi di nidificazione delle tartarughe marine, che quì trovano una delle aree protette più vaste del Centro e Sudamerica per quanto riguarda la costa atlantica. Ci viene assegnata la nostra capanna situata in un grande parco con piante e fiori di vario genere ci sistemiamo e iniziamo a curiosare nei dintorni in attesa della notte per andare a vedere le tartarughe. 


La nostra abitazione

Infatti è durante la notte che ci aspetta il nostro incontro più sorprendente; accompagnati dalle guida che pattugliano la spiaggia di notte, veniamo condotti a tu per tu con una gigantesca tartaruga verde nell’atto di deporre le uova. ci  immaginavamo qualcosa di grande, un po’ come quelle che avevamo visto in altre occasioni ma davvero questo rettile non ha niente a che vedere con le precedenti.


Questa sarà lunga almeno 1,20-1,30m e le dimensioni della testa e delle pinne sono impressionanti. Le tartarughe verdi sono le seconde più grandi al mondo tra quelle marine, superate solo dalle tartarughe liute che superano i 2m di lunghezza e la mezza tonnellata di peso.

Quando questi enormi rettili scavano il loro nido creano un’autentica voragine sulla sabbia, depongono una centinaio o poco più di uova durante una mezzora, dopodiché iniziamo a coprire il nido e poi a cammuffarlo muovendo le pinne posteriori ed anteriore in modo alternato in quella che sembra una danza. Infine ritornano goffe e lente verso il mare, e finalmente una volta dentro l’acqua possono dar libero sfogo alle loro incredibili capacità natatorie.
E' qualcosa di meraviglioso osservare gli animali muoversi liberi all’interno del loro ambiente naturale, da una sensazione di adrenalina e serenità indescrivibili, come se per un momento ci potessimo trasformare in qualcuno di loro. 
Dopo questi giorni meravigliosi immersi in una natura fantastica, facciamo ritorno a San Jose per poi ritornare a Jacò e   passare gli ultimi giorni a rilassarci al mare.


PROSSIMA META ANDREMO IN QUELL'IMMENSO PAESE CHE E' IL BRASILE PRECISAMENTE IL FANTASTICO NORD-EST



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