- Dogana Isaele - Giordania -
WADI RUM
Usciti dalla dogana, ci siamo diretti verso la fantastica zona dello Wadi Hisma (RUN) o
meglio conosciuta come Hisma Valley (Valle della Luna), un vasto territorio
sabbia dorata. Mentre la jeep si addentrava in quel mare di sabbia e si fermava poi accanto a quelle
cattedrali di roccia, ci sentivamo pervasi da una gioia mista ad emozione... ...provavamo una gratitudine effervescente
per tutto quello che ci circondava, perché potevamo camminare sulla sabbia, sui sassi dei costoni, potevamo guardarci intorno in
quella infinita distesa che ci circondava, tra
quella miriade di formazioni rocciose da capogiro. Ne avevamo visti di deserti,
di dune, forse anche luoghi più pittoreschi, ma qui era un’altra cosa perché ci sembrava che la natura stessa ci
sussurrasse un messaggio.. l’emozione è un dono… sentivamo il piacere di
esistere e proprio questa sensazione di esistere e di poter vedere diventava ad
ogni passo più viva ed intensa, tanto che camminavamo quasi sfiorando il terreno per non rompere l’incanto di quei momenti.
Attorno a noi le rocce avevano le forme più strane, intravedevamo un nave
pronta per salpare, figure di animali mostruosi, una
sequenza di donne velate, ci sovrastavano perché potevamo immaginare di tutto,
ci trovavamo in una Angkor che l’uomo non aveva mai costruito, tra palazzi
naturali, cesellati che emozionavano e nello stesso tempo suscitavano rispetto
ed ammirazione.
Quale architetto anche tra i più valenti sarebbe riuscito ad
ideare simili meraviglie? Dapprima questo paradiso naturale
di rocce e sabbia aveva una colorazione rosata, rassicurante, poi man mano il giorno avanzava verso il crepuscolo, i faraglioni di roccia diventavano di un colore bruno, più intenso e l’atmosfera surreale acquistava un aspetto di “bellezza tenebrosa” giocavamo con le nostre ombre che si proiettava sulle pareti rocciose.
di rocce e sabbia aveva una colorazione rosata, rassicurante, poi man mano il giorno avanzava verso il crepuscolo, i faraglioni di roccia diventavano di un colore bruno, più intenso e l’atmosfera surreale acquistava un aspetto di “bellezza tenebrosa” giocavamo con le nostre ombre che si proiettava sulle pareti rocciose.
Poi dopo aver goduto del tramonto con la nostra jeep abbiamo
ripercorso l’uadi e salendo e scendendo sulle dune di sabbia, tremando di
eccitazione se la discesa era troppo ripida, abbiamo ripreso la via del
ritorno.
La sera poi, nell’accampamento cenando e festeggiando
intorno a un fuoco in compagnia dei beduini che ballavano cantavano
e fumavano il nerghilé, si viveva un momento
magico di fraterna comunicazione.
magico di fraterna comunicazione.
Eravamo liberi sotto un cielo stellato...quante stelle! E chi li ricordava più. con le sole
nostre voci che riempivano il silenzio della natura.. liberi
di essere e di
sognare quello che volevamo. Una magia.
Wadi Rum
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