A MIO “COMPARE NINO”
“Si muore
soltanto quando lo vuoi tu
-nuccio guarnera Maggio – Giugno 2003-
PER NON
DIMENTICARE NINO VALENTI
Ho deciso di rendere pubblico questo breve
documento che, nel giugno del 2003, spinto da una forte emozione, scrissi
sulla figura di Nino Valenti.
L’argomento
trattato riguarda la VITA-MORTE, non
viste come due facce di una stessa
medaglia, bensì come un’unica
realtà.
Dall’esperienza
profonda vissuta accanto “al meraviglioso corpo di Nino”,
disteso per 23 giorni su quel letto di ospedale senza
apparentemente dirci nulla, nasce un nuovo amore per la vita.
La
sua scomparsa ha lasciato qualcosa in tanta gente di Motta.
Il
profumo che ha emanato in vita non si è disperso.
I
Suoi insegnamenti continuano ad illuminare non solo chi Gli è stato
direttamente vicino, ma l’intero paese, secondo me, ne continua a trarre
beneficio.
Nino era un grande dispensatore
di energia perchè
ogni Sua azione la svolgeva in piena consapevolezza. Era un GRANDE UOMO che ha capito l’importanza nel
CONSIDERARE L’UOMO COME UN ESSERE DIVINO
UNO CON TUTTI E TUTTO.
Quest’opuscolo
è stato scritto dopo quattro anni da quel momento, quindi molte emozioni disfattiste di allora, oggi sono
superate.
Con
molta più razionalità ho
cercato di esporre i fatti come sono avvenuti.
Cito qualche
Sua esperienza vissuta assieme agli scout o insieme ai Suoi amici inserendovi
dei dialoghi avuti negli anni passati.
Mi inserisco in quest’avventura
esponendo parte delle mie idee SULLA VITA e sulla morte.
Vi
ringrazio per l’apertura mentale con la quale vi accingete a leggere
il resoconto di questa MERAVIGLIOSA
AVVENTURA.
nuccio guarnera
LA VITA DI NINO E’
IL SUO MESSAGGIO
E’ una lunga e meravigliosa storia l’esperienza di vita
vissuta accanto alla magica figura di mio compare Nino.
Lui era presente ovunque e sempre in perfetta armonia con
la gente e l’ambiente circostante.
Non stonava affatto, anzi con le Sue felici battute si
incastonava gioiosamente in qualsiasi situazione.
Un giorno Lui ha deciso di andarsene cogliendoci tutti di
sorpresa.
Mi sono sempre chiesto: chissà se era stufo di noi!?
Chi lo sa se le nostre azioni così disarmoniche e spesse
volte persino insensibili ai fatti della vita, non Lo abbiano disturbato a tal
punto da farGli prendere la decisione di andarsene?
E’ un dubbio che mi rimarrà per tutta la vita.
Sempre mi chiederò il perché. Perché lo ha fatto?!
Ci ha voluto insegnare qualcosa o ci ha voluto
rimproverare qualcosa?
Nino era l’uomo adatto, almeno così credevo, a vivere in
questo mondo, tra tutte queste contraddizioni e violenze senza venirne toccato
minimamente.
La Sua prodigiosa figura mentre sembrava vivere terra
terra, a contatto col mondo reale, interiormente volava molto in alto rimanendo
sempre agganciata alla sorgente divina dalla quale era partito. Questo
inconsapevole contatto con l’Energia Divina, implicitamente Lo rendeva forte e
niente in questo mondo riusciva a scuoterLo.
Agiva, aiutava e amava ma …..NON C’ERA.
Sembrava di un
altro mondo.
Quel filo eterico che tiene tutti legati alla LUCE DIVINA
in Lui non si era evidentemente tagliato, difatti da sempre, nei momenti più
terreni, Lui usciva con una delle Sue solite battute, richiamandoci alla
Presenza Mentale.
A volte si arrabbiava talmente con gli scout da sembrare
in procinto di rompere tutto, ma poi, subito dopo, riprendeva a ridere e a
scherzare…., ma soprattutto a lavorare.
Lavorava molto….. senza concedersi un attimo di pausa.
Era come una
roccia…… Instancabile…..EPPURE HA DECISO DI ANDARSENE.
Nessuno lo ha
chiamato da lassù.
Forse, inserito in un programma che Lui stesso in altre
dimensioni parallele si era costruito, in relazione alle aspettative maturate
in una precedente vita, il momento del distacco per Lui non era arrivato per
puro caso.
La conoscenza implicita, senz’altro inconscia, che Lui
possedeva, lo teneva distaccato da tutto e da tutti.
Ha deciso di andarsene nel modo più stupendo possibile.
Non ha pensato, come sempre, a Lui.
Ha scelto per Amore di pensare a tutti noi, anche nel
momento della morte.
Il momento della morte rappresenta per un Maestro
l’essenza culminante della vita terrena per lasciare in chi rimane il SEME
DELLA CONOSCENZA E DELL’AMORE.
Il proprio corpo deve essere lo strumento primario per
l’insegnamento.
Lui ci ha donato la propria vita per dirci che LA MORTE
NON ESISTE.
Per dirci che LA VITA E LA MORTE SI COMPENETRANO
RISPETTIVAMENTE e nessuna delle due primeggia sull’altra.
La vita non si
“lascia finire” se prima non si è garantita la propria rinascita tramite “la
morte”.
Ho ringraziato Dio per avermi fatto assistere in prima
persona a questo grande e raro evento.
La dignità con la quale se ne è andato è stata
l’espressione massima del Suo
insegnamento.
Da quel letto, esanime, privo di forze, per 24 giorni, non
mosse un dito e nessun battito di ciglia.
ERA LI’
PER NOI……
Ci educava alla morte con dignità e serenità esponendosi
in prima persona.
A volte l’insegnamento non avviene per via diretta o per
le solite vie tradizionali. Spesse volte è il silenzio ad insegnare, è
l’inazione ad indicare la strada da seguire, generando in questo modo un
profondo fermento nello spirito di chi è vicino al corpo che esprime
quest’energia.
L’apparente immobilità del corpo di Nino a tutti noi, che
stavamo col naso spiaccicato sul vetro, suscitava grandi emozioni.
Si passava dal
pianto alla speranza, dalla disperazione alla comprensione, dalla vita alla
morte, dalla gioia alla tristezza………
nessuno poteva esimersi da questo travaso continuo di
sensazioni così intense.
Quanto parlare dietro quella porta fredda in
alluminio!!!!!!!!!!!……….
…..e quanti sguardi acquosi e trasparenti si incrociavano
con gli sguardi di tanti altri.
Eravamo
spaesati e confusi……..quale Dio può
aiutarci!!!!!!!!!! Dimmelo!!!!!!!!!
Lui, Nino, sapeva tutto.
Lui ascoltava, ci osservava, ci biasimava….rideva.
Da sotto quei baffi…………rideva.
Oggi, ripensandoci un po’, sono certo che Lui rideva.
Mentre assisteva allo svolgersi di questa opera pensata,
scritta e decisa da Lui stesso, quando ancora era energia pura, nell’altra
dimensione……
lui ci guardava e…….…rideva.
“Non capite, sembrava dire, che è tutta una pantomima per
coinvolgere tutto il paese attorno al problema della VITA , che per futili
motivi abbiamo trascurato?”
In effetti la vita oggi si è ridotta ad una continua corsa
verso la morte, dimenticando che non si vive solo per poi morire, bensì si vive
“per continuare a vivere”…..sempre in eterno……..forse cambiando solo di
aspetto, ma senz’altro conseguenza diretta delle nostre azioni.
Sembrava compiacersi di aver orchestrato una così bella
fine.
E’ l’addio delle prime donne: costringere il pubblico ad
assistere all’addio dalle scene suscitando sentimenti d’Amore e di Unità in
tutti, ottenendo così finalmente quel risultato per il quale in vita, da vivo,
ha sempre tentato di trasmettere con le parole e con le azioni.
Sono certo che gioiva nel vederci tutti uniti.
Credo che il passaggio in un'altra dimensione già da tempo
Lui lo aveva preavvertito.
Tutti i grandi in genere vivono il distacco dal corpo già
molto tempo prima che avvenga materialmente.
Nino, secondo me, apparteneva a questa schiera.
Da tempo, diversi atteggiamenti strani punteggiavano la
Sua vita e nessuno di noi, se non dopo la Sua morte, ha avuto l’intuito di
avvertire dei segnali premonitori in questi comportamenti inusuali.
“Ultimamente eri molto distaccato da tutto e da tutti….e
questa sensazione non era solo la mia….vivevi la Tua vita guardandoci da un
piedistallo.
Mi ricordo quando
si parlava sulla guerra in Kosovo, a differenza della guerra precedente dove
interveniVi con passione, questa volta eri silenzioso, in disparte, come se la
cosa riguardasse solo noi, semplici mortali.
Tu eri
assente….come mai?
Dov’eri?!……(in seguito citerò i motivi che
preannunciavano, osservando il Suo comportamento, l’avvento di qualcosa di
strano. Li ho elencati in una lettera che inviai “ a Nino” il 7 luglio 1999).
Avevi pensato a tutto, persino alla nostra preparazione
interiore, se fosse già matura per
assistere a questo grande evento.
A tutti, rispettivamente, hai dato la forza di accettare
la Tua morte senza alcun trauma.
Quei giorni Ti sono serviti per educarci alla VITA, e noi
Ti ringraziamo per questo. Quei giorni li hai usati per donarci, con l’esempio
della Tua vita, la gioia che si prova nell’amare indiscriminatamente chiunque.
Hai usato l’ultima settimana di vita andando nel famoso
campo profughi del Kosovo a Comiso, per aiutare chi sta peggio di noi.
Pur essendo contrario alla guerra, sei partito senza alcun
problema.
Mi ricordo quando, un giorno prima di partire, mi dicesti:
“compare Nuccio, Io non guardo le cause, vedo gli effetti e in questo momento
questa gente soffre ed ha bisogno del Mio aiuto”.
Parole sagge che non dimenticherò mai.
Ogni Sua manifestazione conteneva Amore…..e Obbligo.
Agiva con Amore e per Amore, ma non dimenticava mai la
priorità da dare alle COSE GIUSTE DA FARE.
Per Lui “le cose giuste” travalicavano qualsiasi ideale.
Anche l’Amore, quello dei “buoni ad ogni costo”, non lo
considerava quando vi era qualcosa da fare inevitabilmente e principalmente
GIUSTA.
I profughi del Kosovo rientravano esplicitamente in questa
categoria.
Partì assieme ad altri carico di buoni propositi,
consapevole che la Sua azione avrebbe forse sortito un effetto immediato sulla
sofferenza di questa povera gente, ma che non avrebbe affatto cambiato le menti
di chi decide le guerre senza considerare affatto la sofferenza che produce e
la violenza che sprigiona.
La guerra guarda oltre.
Nino è stato una Sua vittima.
Si pensa che durante la Sua permanenza a Comiso abbia
contratto il virus della mielite fulminante.
Proprio in quel periodo nel Kosovo ne morivano diversi,
colpiti dalla violenza distruttiva di questi virus.
E dove può prodursi un virus così virulento se non in
luoghi dove la sofferenza, la violenza e la voglia di vendetta esplodono tutti
insieme generando altro odio, altra violenza e soprattutto VIRUS MORTALI?????
S t a z i o n a r i
o
Era di un alluminio freddo, ed era l’unica entrata dalla
quale si poteva accedere in corsia per osservare i malati in rianimazione,
rimanendo dietro una lunga parete di vetro.
La sentenza emanata dal medico era sempre ……………………..…di
morte.
Mai sentimmo pronunciare parole di speranza.
La telematicità con la quale pronunciavano la vuota parola
“stazionario”, era divenuta così fredda da gelare ogni volta il nostro
entusiasmo.
Cosa volevano dire i medici con la parola “stazionario”?
Forse che non vi era alcun miglioramento,o forse che la
fine, nel caso particolare, era talmente scontata da essere inevitabile?
………………………..Chi lo sa?………………..
Sta di fatto che ogni volta che si apriva quella porta, le
nostre speranze venivano tarpate proprio quando con difficoltà, reduci dal
disastroso comunicato precedente, stavamo riprendendo a sperare.
Ogni volta era così.
Quella porta non ci diede mai speranze di alcun genere.
L’aggettivo “stazionario” era divenuto un soggetto.
Sembrava vuoto, ma dalla sua ripetitività sistematica, si
era riempito di diversi significati.
Per qualcuno conteneva “speranze”, quindi era il caso di
gioire; per qualcun altro conteneva rassegnazione, quindi era motivo di
oscuramento.
Proiettavamo continuamente emozioni sempre diverse e senza
volerlo ci condizionavamo l’un con l’altro.
Spesso mi convincevo che per il fatto di rimanere
“stazionario”, il tempo giocasse a favore di un lento miglioramento, dovuto
alla reazione delle difese immunitarie, o autodifese, che si erano ristabilite
dopo lo stato confusionale , tipico in chi subisce questi attacchi così
repentini.
Credevo che la vita e la voglia di vivere riprendessero in
mano le sorti del corpo, spingendolo nuovamente a camminare verso la luce.
Evidentemente Nino aveva deciso di smettere di camminare in
quel preciso istante, perché la Sua
vita, secondo i Suoi calcoli, era già matura per “andare oltre”.
Questi pensieri mi frullavano nella testa, ed ogni volta,
proprio quando stavo per decollare nel mondo della serenità, quel corpo
sommerso da tubicini e da monitor lampeggianti, mi richiamava velocemente giù.
Quel corpo, amante del movimento, sempre attivo e pronto a
servire chiunque, stava lì.
Fermo….. Immoto….
Esposto dietro un vetro dal quale noi proiettavamo le
nostre speranze e cercavamo di darGli la nostra forza, pur di vederLo
nuovamente camminare assieme a noi.
In India la sola visione di una persona “realizzata”
(darshan) viene considerata un evento rigenerante, difatti si è convinti che
l’energia d’Amore e di Pace che emana un “Essere” simile possa influenzare
beneficamente la mente di chi ne viene abbracciato.
Io, per tutti quei giorni, mi sono sentito avvolto da
questa energia d’Amore che senz’altro
sprigionava il corpo di Nino.
Col passare del tempo, assistevamo al cambiamento
collettivo di un intero paese pervaso da quest’energia e palesemente sempre più
predisposto al sorriso, alla dolcezza e alla comprensione.
Quante volte, scossi da un lieve sussulto di gioia, ci
illudevamo di spingere con la forza della volontà un Suo semplice dito verso un
movimento che rivelasse una certa vita…..….
e quante volte spingevamo le Sue ciglia verso l’alto per
gridare:si è aperto l’occhio!…. Respira!!!!!!
Si è mosso…. sta alzando un
piede…… EVVIVA!
Ai numeri colorati che si alternavano sui monitor davamo
sempre una spiegazione a nostro favore…
i battiti del cuore sono perfetti…
anche la frequenza del respiro è perfetta….. e il fluire del sangue,lo
vedi, segna una ossigenazione perfetta.
In pochi giorni eravamo tutti esperti nel decifrare le sequenze
dei numeri che pulsavano a scatti su
tutti quei monitor: tutti desideravamo la Sua guarigione e tutti pendevamo da
questa lettura.
Tutto cominciò la mattina del 21 maggio 1999.
Mentre si stava preparando per andare in ufficio,
improvvisamente cadeva per terra dicendo queste parole: - “Si muore proprio così…..” –
Altre volte aveva pronunciato questa frase così
emblematica: proprio durante una uscita con gli scout, mentre con la mano
spiaccicava sul materassino di gomma una zanzara, aveva ripetuto quelle parole
sagge, sature di una consapevolezza che sembravano contenere verità profonde.
…..“Così si muore……!”…………………semplice esclamazione o
profondo insegnamento?
Chi lo sa!……………….. Veniamo da così lontano.
La nostra storia è tanto antica che si perde nel tempo.
Siamo talmente carichi di “conoscenza” che a volte, non
riuscendo ad esprimerla in modo semplice, nel momento in cui la nostra anima
sta per abbandonare il corpo, esprime un ultima verità in modo ermetico.
“Così si muore….o cosi si continua vivere!?”
Mistero!……..
Ancora una volta la morte e la vita si confondono l’una
nell’altra e diventano UNO. Così si muore e così si ritorna “al Padre”,
all’Assoluto dal quale ci siamo sganciati chissà in quale epoca e in quale
dimensione, e per quale motivo.
Sembra l’ultimo atto di un corpo che, acquistando
consapevolezza di chi è veramente, prima di lasciar transitare l’energia che lo
animava verso altri mondi, lancia un Suo ultimo messaggio.
Così si muore….finalmente sto ritornando a casa!
E come si dovrebbe morire se non svuotando l’involucro
umano dall’energia che lo ha sostenuto?
Dal momento in cui lo spirito decide di lasciar marcire il
corpo che lo conteneva, abbandonandolo, vuol dire che le condizioni fisiche non
riescono più a trattenere l’irruenza con la quale “il figlio vuole ritornare al
padre”…………...e così si muore.
Nino se ne andava in questo modo: riempiendo e svuotando.
Lasciando il vuoto intorno e riempiendosi del TUTTO.
La storia della fine, o della rinascita, di Nino iniziava
proprio in questo modo: la scomparsa del Suo corpo faceva prendere coscienza a
tutti di aver vissuto accanto ad un ESSERE SUPERIORE.
Quella
mattina ero uscito di buon’ora, quindi non ero in casa quando accadeva il
fatto.
Nino, mentre era in bagno, cadeva per terra colto da un
dolore lancinante alla nuca……………..
La solita corsa in ambulanza e subito veniva ricoverato al
Garibaldi nel reparto rianimazione.
Verso le 10 rientravo a casa e subito la telefonata di
Nicoletta mi avvertiva dell’accaduto.
Sono passato a prenderla
e, mentre mi spiegava concitatamente cosa fosse successo, mi sentivo
gelare il sangue addosso.
Intuii subito la gravità della situazione dal tremore
della Sua voce.
In macchina decisi di darmi un po’ di tempo, guidando
molto piano, per cercare di capire meglio e per razionalizzare la gravità
dell’accaduto.
Volevo capire……………. Non riuscivo a decollare con
l’immaginazione……….
Forse la gravità dell’incidente era percepita dal mio
subconscio che, atrofizzando il libero fluire della mente,
non le permetteva di volare.
Non riuscivo a pensare positivo…………………….
Tra me e me mi dicevo di stare calmo, di respirare in
presenza mentale e di non farmi prendere dalla paura.
Nino non è quel corpo, mi dicevo……….. nessuno nasce e nessuno muore,
pensavo…..intanto piangevo senza riuscire a trattenere le lacrime.
Il dramma che stava per succedere, senz’altro era gia
stato percepito dal mio SE’.
Guidavo sempre più piano.
Volevo entrare in ospedale calmo, certo di poter
controllare la situazione e di poter essere rassicurante anche per gli altri.
Cercavo di convincermi che fosse uno dei soliti malanni
domenicali dai quali Nino ne era sempre preda, per i quali bastava un
sorriso,……… una pacca sulle spalle……… un fregatene…………… e tutto filava
liscio…..
Stavolta ci voleva ben altro e subito me ne resi conto.
Giaculando la GAYATRI MANTRA in piena consapevolezza, un
passo dopo l’altro, toccando con gioia la terra, mi avviai assieme a Nicoletta
in ospedale, al reparto rianimazione, al primo piano.
Erano tutti li…………. Seduti………... Confusi………….
Distrutti………..
Notizie certe ancora non se ne avevano, quindi nessuno si
pronunciò.
Li guardai, mi guardarono ….e poi silenzio……………………………………..
Tanto silenzio……………… Non vi era niente da dire……..
Il sorriso che
volevo portare in quella sala e il coraggio che volevo dare a tutti, in un
attimo venne ridimensionato.
Come si fa a deviare un fiume quando il fiume stesso è talmente
in piena da trascinare Te
stesso!
Mi misi in un angolino e non dissi nulla.
Nessuno parlava…..
Ognuno aveva la mente bloccata su un pensiero……………………….
Chiusi gli occhi e cercai di capire.
La porta si
aprì dopo un poco, ed il primo verdetto ufficiale del medico definì con estrema
schiettezza la situazione di Nino:” Non c’è niente da fare.”
E’ stato un infarto al midollo spinale…………………….
E’ spezzato in due come se avesse ricevuto con violenza un
colpo di legno alla nuca.
Fine della storia.
Fu molto esplicito ed esauriente.
Questo truce verdetto non cambiò mai durante il periodo
del coma.
Un’ atroce sentenza senza alcuna possibilità di ricorrere
in appello……. Definitiva……..
Intontiti e privi delle difese immunitarie adatte per
superare simili momenti, ci depositammo alla spicciolata in diversi angoli
dalla sala senza proferire alcuna parola.
Da quel momento in
poi l’immagine di Nino entrava nei nostri pensieri svegliando zone nascoste,
dentro di noi sensibili al problema della MORTE.
Con grande dignità ognuno cercò di darsi una risposta
concreta a tutto ciò che stava per succedere.
Senz’altro ognuno trovò la propria soluzione, trovò la
forza per andare oltre questo dramma, ma nessuno seppe mai spiegare quale fosse
stato il motivo vero per il quale Nino abbia deciso di andarsene.
Durante il periodo del coma ed anche nei diversi mesi che
seguirono la Sua scomparsa, non riuscii a darmi una spiegazione, però, grazie
ad essa, grazie alla Sua immolazione, iniziava nel mio corpo l’avventura della
rinascita a nuova vita, risvegliando in me un
grande interesse “sul mistero della morte”.
L’intero paese quindi veniva travolto da quest’avventura
trascinando nel dubbio verità storiche e religiose già consolidate.
L’impreparazione di tutti uscì fuori insieme ai deboli
insegnamenti propinateci da una religione, confusa con questa società, che da
sempre ha cercato di allontanarci dal
“problema morte” perché, dicono, essa distrugge gli affetti, i legami con la
terra, ma soprattutto perché rende “brutto” il bel corpo che con sacrifici,
anche con prevaricazioni, ci siamo costruiti.
La morte, dicono i sostenitore del bello, si deve
allontanare dal mondo di “bellezze” in cui viviamo, fa paura, è terribile e
rende il bel corpo profumato….puzzolente e pasto per i vermi.
Dall’esperienza di Comiso era ritornato amareggiato per la
grande insensibilità che aveva trovato tra i vari “gruppi di volontariato”.
La voglia di
apparire caratterizzava quasi tutti i volontari e non riusciva a capire
l’immane spreco e la mancanza di organizzazione che vi era.
Lui che, per comodità e per istinto, era un
“organizzato”, Lui che non lasciava niente al caso, non riusciva a stare calmo
in una situazione così palesemente caotica.
“E’ un casino ambulante”…….. disse al Suo ritorno.
Forse in futuro avrebbe intrapreso delle iniziative per
smascherare questo immenso baraccone fatto di falso buonismo e di grandi
apparati burocratici, dove il fiume di denaro che scorre offusca la pulizia
mentale di chi vuole veramente aiutare chi soffre.
Il giorno prima del rientro si sentì male e fu portato al
pronto soccorso di Comiso. Dissero che il malessere era dovuto ad una semplice
intossicazione.
Al Suo rientro riuscì a dire solamente poche parole,
perchè il giorno dopo smise di vivere.
Proprio in quel giorno il Centro Spirituale che
frequentavo, veniva visitato da un grande Maestro, un Realizzato, che raramente
si allontana dall’Asrham in cui vive. La Sua opera sulla terra, ormai da più di
30 anni, si basa sulla filosofia dell’Advaita Vedanta, NON DUALITA’, e nel
silenzio più consapevole diversi devoti Lo seguono prendendo Luce e Amore dai
Suoi insegnamenti.
Per un attimo mi illusi di rivolgerMi a Lui per ottenere
la guarigione di Nino, ma subito dopo mi ricordai che l’unica richiesta da fare
in questi momenti al nostro Dio è il dire che: “sia fatta la Tua volontà”.
Feci proprio così, a differenza di tanti altri che,
trascinati dal grande desiderio di vedere Nino guarito, chiedevano il miracolo.
Ognuno si rivolgeva al proprio Dio.
Io mi rivolgevo al Dio che vive in me, meditando e
visualizzando l’immagine di Nino felice e piena d’Amore.
Lentamente il miracolo attorno a noi, col passare dei
giorni, avveniva sicuramente.
Mentre noi aspettavamo il risveglio di Nino, la nostra
coscienza, nel silenzio più profondo,
andava risvegliandosi.
La disperazione iniziale si trasformava in serenità.
Una profonda accettazione del “così com’è” subentrava,
impregnando la nostra mente e il nostro corpo.
Aleggiava una grande sensazione di pace e quel miracolo
tanto desiderato, lentamente stava avvenendo.
Nei termini richiesti il miracolo, in effetti, non avvenne
mai, però cambiarono le nostre coscienze: da dubbiose divennero “certe”.
La sofferenza e la paura iniziale si trasformarono in
comprensione e poi in accettazione.
Dalla morte si
passava alla vita………………………………….. Nostra e di Nino………………
Mi immaginavo una
luce bianca mentre avvolgeva tutto e tutti………..…..
in effetti il nostro intimo (il SE’) emana energia curatrice….
Mi vedevo mentre proiettavo, creavo e disfacevo il Tutto.
Peccato che la forza dell’abitudine, che da sempre ci ha
visti deboli, imperfetti, destinati alla morte ecc, non ci permette di andare oltre questo conosciuto
così relativo.
Peccato che siamo cresciuti con questa religione, la quale
da sempre ha inculcato la subalternità dell’uomo all’immane figura di Dio, ed
inoltre è stata manovrata e classificata da semplici uomini con l’unica
aspirazione di possedere il potere e di rimpicciolire le coscienze “grandiose”
dell’uomo…… ………
Peccato!
Quei giorni potevano essere risolutivi se ognuno, me
compreso, avesse avuto piena consapevolezza di questa eterna Verità.
Le nostre preghiere avrebbero avuto senz’altro il successo
sperato, invece siamo stati dei “ semplici accattoni” che chiedono ad un Dio
che vive fuori di noi “il miracolo”.
Se avessimo creduto di essere Dio, dato che in effetti lo
siamo, potevamo scuotere le montagne.
Del resto anche il Cristo andava dicendo che la fede IN NOI STESSI può smuovere persino le
montagne………………………………………………Un’occasione sprecata!!!!!!!!!!!!!!.
Quel primo giorno in effetti iniziava nella disperazione
più assoluta.
Alle 11 il primo verdetto, poi ad aspettare che si
facessero le ore 13 per vedere con i nostri occhi il corpo di Nino.
Nel frattempo la notizia correva sibilando tra le strade
di Motta.
Tutti lo vennero a sapere nella stessa mattinata e un
infinità di gente, spinti dalla grande figura di Nino e dal grande Amore che
aveva creato con le Sue azioni attorno a Sé, iniziarono a venire in ospedale.
L’intento era comune: la guarigione di Nino.
Questa nuova realtà così travolgente ammantava i cuori di
gran parte dei mottesi. Una nuvola di tristezza e di impotenza rischiava di
spingere le menti di tanta gente a scivolare in un’apatia che non lasciava
intravedere nessuna forma di luce…..
E si sa a quali disastri conduce un atteggiamento di
“non-reazione” a simili fatti della vita: alla depressione, alla sfiducia in sé stessi, al crollo delle difese
immunitarie fisiche e mentali, al crollo dei punti fermi, della fede, quindi
bisognava da subito agire senza perdersi in vuote parole.
Senza rendercene conto ognuno iniziava, non proprio dal
primo giorno, a farsi coraggio e implicitamente ad infonderlo anche negli
altri.
Ero certo che la morte non avrebbe coinvolto nessuno dei
miei amici.
L’ho sempre
allontanata pensando positivo ed immaginandomi un futuro felice e pieno di cose
belle e di grandi viaggi.
Ho cercato quindi
di trasmettere questa mia sensazione a tutti.
Nino, dicevo, è la forza divina nell’uomo, e non può
andarsene in questo modo. Stiamo insieme e siamo UNO, l’unità non è una forza
da trascurare.
Dando energia alla consapevolezza di ESSERE UNO E DI
ESSERE DIVINI, possiamo veramente stravolgere la realtà.
Essa non è né eterna né assoluta, appartiene al divenire,
alla MAYA (illusione), è semplicemente qualcosa che cambia perché non è mai
ferma, quindi abbandoniamo le paure e le insicurezze, che non sono altro che
forme sottili di legami terreni che agiscono per non farci prendere coscienza
di chi veramente siamo.
Il miracolo non è un atto, è un processo. Avviene per
gradi, per acquisizioni continue di conoscenze che conducono alla piena consapevolezza di essere DIO FATTO UOMO.
Questo argomento,
insito nella coscienza dell’uomo, può sembrare dissacrante, ma è quanto di più
profondo e vero esiste in noi.
Ci siamo
trascurati, abbiamo dimenticato la nostra provenienza e la nostra vera essenza
per seguire religioni “artificializzate” volute da poteri occulti che
preferiscono mantenere l’uomo nell’ambito del relativo e dell’imperfetto.
Così le nostre paure hanno dato potere a questo loro Dio
sempre più misterioso e irraggiungibile.
Motta in quei giorni era permeata da questa grande
energia.
Dovunque si formavano gruppi per pregare, ed ogni sera in
chiesa si riunivano assieme agli scout, amici e parenti, tutti con l’intento di
aiutare Nino.
Una grande energia d’Amore univa tutti.
Si pregava a voce
alta o in silenzio e mentre quest’energia saliva in cielo per avvolgere tutta
la terra, i nostri cuori cambiavano.
Diventavano sempre più dolci, più fiduciosi, più
arrendevoli......
Oggi, dopo quattro anni, ringrazio Nino per la Sua
dipartita che, avvenuta in quel modo tragico, ha dato a tutti noi la
possibilità di credere nella forza dell’AMORE…….
Amore che non solo rigenera i cuori ma anche i corpi e le
menti indurite da un quotidiano così deleterio e arrivista.
STAZIONARIO II
Confondere i corpi, come in genere si fa con i neonati
quando si guardano da dietro il vetro, era praticamente impossibile.
Quei corpi appartenevano a persone conosciute, quindi
difficilmente confondibili. Quel giorno, eppure, si sono ritrovati tutti lì,
nel vivere quest’avventura insieme, come se un destino comune li avesse
finalmente, potrebbero dire, spinti a ritrovarsi per concludere qualcosa
iniziata tanto tempo fa.
Mi immaginavo le anime di tutti, mentre in quella sala di
rianimazione, o meglio di “ritorno forzato” alla vita, quella vita che forse
loro stessi avevano voluto abbandonare, osservavano gli involucri distesi sui
lettini sui quali altri involucri, coperti da camici bianchi e da mascherine
sul naso e sulla bocca, tentavano con tutti i mezzi di rianimare per restituirli
agli affetti dei loro cari.
….……....quel grande fiume che lega e trascina molte vite,
apparentemente differenti, riprendeva coscienza della propria UNITA’ DI FIUME,
composto di acqua che scorre in un mondo sempre diverso, ma alla fine della
storia, quando i vari gorghi si rendono conto di essere composti sempre e solo
di acqua, si risvegliano, si osservano e si scoprono TUTTI UNO
…….……….
Un altro mistero!
Nino non era solo dietro quella parete di vetro, dalla
quale ogni giorno, dalle ore 13 alle 14, venivano esibiti al pubblico i corpi in coma, di chi per un
motivo o per un altro aveva subito il dramma di un “incidente”.
Il pubblico si asserragliava dietro il vetro e, separato
da questa sottile parete, quasi invisibile, iniziava a dialogare col proprio
“malato” usando il cuore e il sentimento.
L’ora della “visione” la impegnavamo, quasi tutti, in un
soliloquio con noi stessi ponendoci le domande e dandoci noi stessi le risposte
che volevamo sentire.
Un grande silenzio riempiva la stanza in cui si trovavano
“i malati”…………………………
Il coma nel quale erano entrati li teneva lontano da noi.
Chi lo sa se comunicavano tra di loro????!!!!!!
Erano in diversi, ed ognuno portava con sé la propria storia.
NIno era il secondo della fila, disteso su un letto alto e
molto piccolo per contenerLo comodamente……………….non vi era alcun pericolo che
potesse cadere. Magari!!!!!!.....
…..era col viso rivolto al cielo, con gli occhi chiusi e
le mani semi aperte, con il dorso scoperto e i piedi che uscivano fuori dal
lenzuolo, con diversi tubicini di plastica che scorazzavano senza ritegno su
tutto il Suo corpo.
Era fermo…………………………………..
L’unica parte del corpo che si muoveva vistosamente era il
diaframma, alimentato artificialmente di
aria che gli permetteva di respirare e di ossigenare il sangue.
Era arrivata anche Pina, ed anche Lei non riusciva a
spiegarsi il perché.
Era molto legata a Nino.
Mi ricordo che disse: …..“era l’unica persona che mi
capiva”………
Ci stringemmo in silenzio lasciando scivolare qualche
lacrima sul viso.
Eravamo tutti presenti.
Ognuno accanto all’altro a guardare esterrefatti quel
corpo dal quale non uscì mai alcun segnale per darci qualche speranza.
Un fiume di gente si riversava dietro quel vetro per
guardarLo.
Ormai in paese si era sparsa la notizia e chi poteva,
avvicinava in ospedale per donare qualcosa di sé.
Tutti cambiavano continuamente, Lui invece rimaneva sempre
immobile nella Sua immensità.
Qualche volta, mi ricordo, lo trasportarono per poche ore
in un altro ospedale per fare accertamenti particolari, ma ritornava sempre là.
Quella stanza sarebbe stata la Sua ultima dimora.
Mentre era così indifeso su quel letto, pensavo ad
esperienze di vita vissute insieme………………………………...
RICORDI
……e come fare a dimenticare quella settimana a Roma
durante un ritiro di consapevolezza accanto al Maestro Thict Nhat Han??????
Come spiegare, attraverso i lineamenti del suo viso, lo
stupore e la felicità emanati quando
scopriva il mondo del silenzio,
il mondo della
presenza mentale,
quando si stupiva di fronte ad un nuovo modo di respirare
in piena consapevolezza, quando durante la meditazione camminata il suono della
campanella lo richiamava all’attenzione, risvegliandolo alla gioia del momento
presente……
………e come posso dimenticare il primo pasto, tutti insieme
in una grande sala, in silenzio e “in presenza mentale” dove la compassionevole
presenza del RISVEGLIATO ci teneva tutti uniti nella piena consapevolezza che
OGNI COSA E’ COSI’ PERCHE’ TUTTE LE ALTRE COSE SONO COSI’……..
……dimenticare è impossibile…………...
Il Suo continuo “ruttare”, come poterlo dimenticare???????
Non riusciva a fermarsi!!!!!!!!!!
Era un tic nervoso
dal procedere incontrollabile….ed allora si lasciava andare….. non cercava di
frenarsi…… perché non poteva…tanto vale non farci caso…. pensava.
Nino era un connubio di forza controllata e un’ esplosione
di sincerità.
La Sua vita veramente è stato il Suo unico messaggio.
Mai l’ho colto in fallo.
E’ stato sempre perfetto in ogni Sua
manifestazione…..addirittura per “Amore del giusto” andava oltre l’Amore per i
figli pur di scegliere chi al momento era “nel giusto”.
Qui da noi, specialmente nel sud, si dice che i propri
figli vengono prima di tutto e di tutti.
Si dice anche: “prima i ‘picciriddi’ e poi gli altri”.
Si va oltre “la giusta cosa da fare” pur di dare priorità
ai figli o ai “picciriddi”.
Una mentalità pericolosa la quale apre visioni su un mondo
razzista dove prima vengono considerate le “nostre cose”, anche se sono
nell’errore, e poi vengono gli altri.
Nino aborriva questa mentalità e la lottava con tutti i
mezzi.
Intanto la prima ora del primo giorno, permessa ai
visitatori per “guardare i malati”, trascorse nel migliore dei modi.
Trascorsero ben 23 giorni in questo modo.
La gente era sempre in aumento.
I medici e gli infermieri erano meravigliati di quanta
presenza umana, che sprizzava AMORE da tutti gli angoli, vi fosse attorno alla
figura di Nino.
Gli umori di ognuno cambiavano di momento in momento.
Dalla disperazione più tetra alla speranza più gioiosa;
dalla frenesia del parlare ad ogni costo al silenzio più cupo.
Cambiavamo continuamente.
Quell’emozione controllata esplodeva appena trapelava una
nuova notizia.
Dall’oscurità alla luce……dal sorriso al pianto……dalla
morte alla vita..…..
….quante emozioni in quei giorni!
Dietro quel vetro…..dietro quella porta…..dietro quella
diagnosi medica vacillante….. dietro le preghiere….…..dietro le
speranze………..dietro la sofferenza…………..…..
dietro tutto il mondo conosciuto, che si ripete e si
proietta eternamente nell’inutile….. nel senza senso, che si proietta nella
fine immaginandosi un inizio……….
Dietro tutto VI ERA LUI……………vi era il Suo desiderio di
andarsene lontano.……………
in altri mondi…..
….vi era il nostro egoismo, grande, che lo tratteneva, lo
voleva a tutti i costi ancora tra di noi……….
oh quanta gente ha tentato con tutti i mezzi a non farlo
andare!!!!!!!!!!!!!!!!!!!…..……
vi erano gli amanti del magico che interpellando
personaggi oscuri tentavano di riportaLo in vita con pratiche esoteriche molto
pericolose…………….…
c’erano i tentativi estremi dei grandi luminari per capire
almeno la causa..……….… ma niente da fare!!!!!!!!!!!!……………..…….
Fino all’ultimo la Sua anima venne tartassata e trattenuta
in quel corpo da questi metodi.
L’uomo ha bisogno, ne abbiamo tutti bisogno, di agire in
questo modo per perpetuarsi.
Proprio nel bisogno di
“sicurezze” questo comportamento, del non volersi staccare dalle cose
“considerate nostre”, trova un ampia giustificazione.
Del resto, come si fa ad abbandonarsi apaticamente ad un
simile evento senza tentarne con tutti i mezzi il suo ribaltamento?
………….“Sia fatta la Tua volontà”, così i grandi Maestri ci
hanno insegnato…….
Ma Lui aveva già deciso.
Si decise di non lasciarLo solo mai, nemmeno la notte, quindi
ognuno liberamente poteva decidere di rimanere in ospedale oppure no.
Decisi di trascorrere quella prima notte dietro “la famosa porta in alluminio” nella speranza
di stargli accanto.
Era l’ora naturale del silenzio.
Era il momento di fare i conti della giornata legando il
filo dei fatti accaduti.
Nino era dietro questa porta, in coma, i medici lo davano
per spacciato e niente lasciava presagire una Sua ripresa perché sono stati
compromessi anche organi vitali.
Cosa fare!????????????????
Aspettando la soluzione dell’enigma, quella notte, quando
la stanchezza aveva spento gran parte del caos del giorno, mi rintanai in un
angolino, proprio su uno di quei tavoli di plastica rigida che formano un
tutt’uno con le sedie………………………… mi misi comodamente nella posizione del loto,
chiusi gli occhi, rivolsi la mia mente al Dio che vive in me e lentamente, in
presenza mentale, lasciai che l’energia
pranica entrasse nel mio corpo nel modo
più naturale possibile.
Inspiravo pensando di inspirare, espiravo pensando di
espirare.
Sapevo che Nino era a conoscenza di questa pratica
meditativa, quindi cercai di
visualizzarLo per porGli delle domande:
…………cosa dobbiamo fare?
………..Come vuoi vederci durante questo momento?
…………Forti?…… paurosi?..…. confusi…..?
Sapevo che la Sua Anima, quella parte di noi che è sempre
rimasta ancorata all’Assoluto, avrebbe preferito svincolarsi dal legame del
corpo, per ritrovarsi confusa con il TUTTO, ma sapevo anche che Nino pur di non
far soffrire chi Gli stava accanto avrebbe fatto l’impossibile per non andare
via, o almeno, se doveva per forza farlo, l’avrebbe fatto in modo indolore.
Il momento del distacco è sempre un dramma.
Per chi rimane e per chi se ne va.
E’ l’ignoranza l’ostacolo da superare.
Entrambi ne sono preda e al momento del trapasso, se
durante la vita non si è fatto nulla per approfondire l’argomento MORTE, si
rischia di soffrire maledettamente e di trascinare in un baratro senza fondo
chi se ne sta per andare.
Abbiamo sempre suddiviso la vita dalla morte, la luce dal
buio, il bello dal brutto. Queste marcate differenze hanno prodotto le cause
della nostra sofferenza.
Le guerre sono nate proprio per creare attorno a noi vita
e bellezza.
La morte e la bruttezza non devono mai coinvolgere il
nostro mondo quindi, verso chi mette in pericolo queste “gioie”, considerate le
uniche fonti della felicità, non si può fare altro che la
guerra…………………………………...altro che la guerra!
Basterebbe fermarsi un attimo e guardare in
profondità………….
Solo così puoi scoprire che nella vita vi è la morte e
viceversa, che nella luce vi è il buio e viceversa, che ogni cosa è
compenetrata da tutte le cose per smettere di suddividere i buoni dai cattivi,
i neri dai bianchi.
Con Nino ne avevamo parlato tanto di questi argomenti e
nel tempo eravamo riusciti a creare intorno a noi queste certezze.
Il Suo mondo era
pervaso da simili concetti, la Sua vita stessa era piena di fatti che ne
rimarcavano la veridicità.
Mi ricordo quando per diversi mesi, verso mezzogiorno,
giravamo a distribuire cibo a determinate famiglie in condizioni di bisogno…..
e quando sostenevamo dei ragazzi con problemi di droga
portandoli tra le nostre famiglie…..un continuo essere presente con discrezione
nella vita di chi ha avuto bisogno.
Lui ne era consapevole, ma non solo, si scontrava con
passione con chi suddivideva il mondo in questo modo……..
e il grande aiuto che ha dato ai marocchini, ai
senegalesi, non solo portandoli a casa, ma organizzando gite a proprie spese (è
ancora fresco il ricordo di quella gita svolta a Siracusa con due autobus pieni
di senegalesi)……..
come si può dimenticare?…………………………………!
Continuavo a meditare nel silenzio della notte richiamando
sempre l’attenzione sul momento presente, consapevole che esso contiene il
passato ed il futuro.
Le scelte che
ognuno fa nel presente, contengono già
il futuro.
Un buon presente un buon futuro!!!!.
Mentre meditavo, applicando un lieve sforzo per rimanere con la schiena dritta che lasciasse
fluire il sangue e il prana liberamente, un concitato frastuono di voci umane
mi spinse ad aprire gli occhi per conoscerne la causa.
Era stato portato con urgenza un ragazzo che aveva avuto
un grave incidente con la moto.
Un altro dramma!!!!!!!.
La famiglia lo seguiva e subito la sala, quella sala che
era diventata mia, si riempì di gente disperata.
Nella notte il ragazzo subì due interventi pesanti a causa
del fegato spappolato…….
…….alla fine, forse l’unico che uscì indenne dalla morte è
stato proprio costui……
Per diversi giorni camminarono insieme sospesi sul filo
della vita e della morte, poi Nino continuò imperterrito il suo cammino mentre
l’altro preferì rimanere tra i Suoi cari: il suo spirito doveva ancora animare
quel corpo prima di abbandonarlo.
Anche la nostra avventura si incrociò con i parenti e gli
amici del nuovo arrivato….
e tutto riprese a scorrere tra un momento di gioia e un
attimo dopo………di tristezza.
La notte si animava di personaggi strani e con storie
particolari.
La sala d’attesa, dove noi aspettavamo “la buona notizia”,
era già occupata da un personaggio molto distinto il quale, ormai da diversi
mesi, vi si era trasferito con quel poco che possedeva.
Nessuno lo disturbava.
Diviso dalla moglie, in quel luogo cercava di superare la
solitudine ascoltando le storie dei vari incidentati.
La nostra storia, la storia di Nino, lo coinvolse e per
tutto il periodo del coma con molta
mestizia ascoltò e partecipò al nostro dramma.
Rientrava la sera verso le 21 con una busta di plastica,
univa più sedie e con dignità vi si sdraiava e cercava di dormire.
Purtroppo la nostra ingerenza disturbò quell’equilibrio
che lui si era creato, così, quando
vedeva confusione, o vi era troppo rumore, con tranquillità lasciava la
sala………………………………………………ritirandosi in qualche altra sala al piano superiore.
Al piano inferiore
invece affluivano altri tipi di personaggi, con altre storie, forse un po’ più
estreme, ma sempre di solitudine.
Le notti si accavallavano così l’una sull’altra portando
con sé questo carico di tristezza misto alla speranza.
Di solito a tarda notte arrivavano quegli amici per i
quali era impossibile venire durante il giorno, quindi la discussione in quella
sala o nell’androne principale, non smetteva mai.
Tutti ci sentivamo impegnati ad aiutare tutti.
Ognuno usava i propri mezzi, e nessuno mai si è lasciato
abbattere dalla disperazione.
La sola presenza serviva da incitamento ad andare avanti,
a sperare, a non abbattersi affatto di fronte a nessun ostacolo.
Moltissimi erano i ragazzi, molti anche i Suoi colleghi e
molta la gente comune…..era molto anche l’Amore che sprizzava da ogni angolo.
Ognuno raccontava la propria esperienza vissuta con
Nino……..e ridevamo quando qualcuno Lo ricordava nei panni di quei personaggi
teatrali rappresentati durante i campi scout………………….
…..ridevamo anche quando veniva rappresentato “morto di sonno” durante le notti a discutere
in casa o attorno al fuoco del campo scout…………………………..
del resto come non si poteva ridere quando per primo era
Lui a sdrammatizzare la situazione più cupa con le Sue storiche battute ad effetto……………………..…………..
Una volta in ospedale, mentre facevamo visita ad un
malato, mi disse di prendere un registratore e suonare ad alto volume della
musica per rianimare l’ambiente…..
Un’altra volta, mentre assistevamo alla processione del
Venerdì Santo, meravigliato dalla tanta tristezza nei visi della gente, mi
disse: “compare Nuccio, andiamo a suonare ad alto volume qualcosa per far
ridere e ballare questa gente……che piange!”……..
Cristo è andato in croce per noi per insegnarci ad Amare,
ma soprattutto, perché voleva vederci felici, col sorriso sulle labbra e nel
cuore.
Non ci ha voluto
rappresentare la morte, ci ha esortati a sconfiggerla…
……..ci ha voluto insegnare a vivere………..e non a piangere.
Ecco perché oggi la morte, in questo mondo sommerso da immensi
“averi”, rappresenta il peggio che ad un uomo possa capitare………….
e allora si piange……. la si ritualizza persino nella
processione del Venerdì Santo, per darle un immagine più cupa, più severa, più
minacciosa……..
…..e Nino conosceva
queste verità e cercava di ribaltare con
il Suo atteggiamento, in modo pacifico, tutto il falso che la società, in
connubio intrinseco con le varie religioni, ha da sempre imposto all’uomo.
Le notti trascorrevano velocemente perché non si rimaneva
mai da soli.
Si andava al bar o a prendere una pizza, parlando sempre
del solito Nino.
Ci ha coinvolto in tanti………………, forse nemmeno Lui
stesso si aspettava così tanta gente……………….., eppure giorno e notte, senza mai
interrompersi, un fiume di persone stazionava fisso davanti l’ospedale.
L’alba ci vedeva con le ossa rotte, pieni di morsi di
zanzare e soprattutto pieni di speranza.
Tra qualche ora la porta si sarebbe aperta e il primo
verdetto avrebbe movimentato la giornata, poi l’ora della visione…………e poi
ancora un'altra notte…………………, altri discorsi……….,altra gente………, altri maghi
pronti a guarirLo…e ancora speranza……..
Accanto alla magica porta vi era la scala che portava al
secondo piano, ebbene l’abbiamo presa come punto di incontro e di riflessione
dove trovare un momento di silenzio.
Ormai quel luogo era casa nostra.
Per 23 giorni quasi sempre rimasi seduto dietro quella
porta.
Non mi mancavano i miei libri, il mio diario, la penna e….
…..il pubblico.
Mi ricordo di aver parlato moltissimo, continuamente e forse,
sicuramente, anche senza senso.
Mi prese la frenesia del parlare….parlare……., per
nascondere la mia paura e per convincermi dell’inutilità della morte.
SI MUORE COSI’
2
Elaboravo teorie strane sulla morte e sull’aldilà.
Spiegavo con fervore la teoria del Karma e della
reincarnazione per convincermi e per convincere che la situazione nella quale
si trovava il nostro Nino non stava succedendo per caso, ma era l’effetto di
cause passate: un concatenarsi di causa-effetto confusasi l’una nell’altro per
creare l’evento drammatico che al momento stiamo vivendo.
Doveva quindi per forza accadere o, conoscendolo in tempo,
si sarebbe potuto evitare?
Nessuno può rispondere……., eppure si tenta sempre di darsi una risposta ….… eppure dalla morte,
intesa come dissolvimento del corpo, non si può sfuggire….
Questo corpo che cresce, che invecchia, che diviene, che
scorre …….ma dove VA ? Qual’è la sua
meta?
Avrà senz’altro un punto fermo a cui riferirsi, a cui donarsi,
quando nel tortuoso procedere della vita si sente solo, si vede malato…..
quando l’appiglio al quale si è riferito invecchia assieme
a Lui…. muore come muore Lui……..a chi fare riferimento quando questa realtà,
che noi ci ostiniamo a definire tale, cambia e invecchia anche Lei assieme a
noi?……
verso chi tendere quando il movimento è generale,
ossessivo e vacillante?
Una ruota per girare, per considerarsi in movimento, ha
bisogno di un punto fermo che non cambia mai a cui riferirsi.
Noi, illusoriamente, abbiamo identificato questi punti
fermi nelle “facezie” di questo mondo.
I punti fermi sono: il denaro, il potere, la bellezza, la
gioventù, la bella vita, la bella macchina, il bel parlare, il sapere amare a
letto, l’arrivare al dunque…..
tutti punti fermi che stranamente passano, finiscono
assieme a noi……….ed allora? Il dilemma si ripresenta, la vita ritorna alla
sofferenza e tutto rimane come prima.
Ci siamo mai chiesti chi dona l’illusione del movimento a
questo mondo che continua a divenire?
Abbiamo mai visto qualcosa di tangibile rimanere
incorruttibile?
Eppure qualcosa esiste.
Qualcosa di fermo, di immoto, di incorruttibile…… esiste.
Aristotele lo chiama motore immobile che dà il movimento a
tutte le cose.
E’ DIO.
E’ L’ENERGIA ASSOLUTA.
E’ L’INCESSANTE TENDERE A NON CAMBIARE MAI VERSO LA LUCE.
SONO LE NOSTRE QUALITA’ A RIMANERE SEMPRE TALI E A
DETERMINARE ASSOLUTAMENTE LA NOSTRA RINASCITA……
SONO LE QUALITA’ CHE PORTIAMO SEMPRE CON NOI………..
SONO LE STESSE QUALITA’ A REINCARNARSI NEL FUTURO CORPO,
QUANDO, PER UN SEMPLICE GIOCO, DECIDIAMO DI RIMETTERCI IN CAMPO PER CONCLUDERE
L’INCONCLUSO DELLA VITA PRECEDENTE.
Qualcosa che ci appartiene è rimasto da quella parte e ci
attira continuamente a ritornare………………………….qualcosa che non è mai sceso in
questo mondo……………… il divino che noi siamo, ci richiama “a casa”.
Noi siamo in bilico
tra qui e là; siamo natura e spirito; siamo vita quando amiamo, siamo morte
quando odiamo; siamo luce e buio nello stesso tempo.
A volte siamo morti quando commettiamo violenze, siamo
vivi quando abbracciamo con Amore il mondo.
Questo vivere e morire continuamente è contenuto nel
momento presente.
La prima notte passò nel migliore dei modi.
Passarono tante altre notti apparentemente simili, ma
nello spirito erano molto diverse.
Mai ricordo di essermi sentito stanco o annoiato, il
desiderio di starGli vicino era molto forte.
I giorni scorrevano senza alcuna interruzione.
Il tempo stava per scadere e non si era ancora capito cosa
Gli fosse accaduto………….
Varie diagnosi, ma di certo niente…………………………
Si sapeva per certo che aveva il midollo spinale spezzato
ma la causa era sconosciuta.
Per qualche giorno ci siamo tutti illusi di assistere ad
un lieve miglioramento, ma subito dopo i comunicati dei medici, il mondo ci
ricadeva addosso.
Bisognava aspettare e pregare………………………………………………………………………..
Intanto l’incessante discutere dei primi giorni si andava
ridimensionando.
Si parlava di meno, si rifletteva molto e si riprendeva a
vivere la solita vita.
Mentre il terremoto iniziale sembrava essere passato,
rimaneva il vuoto derivato dalla drammaticità dell’accaduto e il “senso del
nulla” prodotto dalla consapevolezza della scomparsa di Nino.
Riempire un vuoto non è semplice.
A volte non si
riempie mai perché le medesime condizioni non si formano più, ed allora si
tenta di tutto.
Si cerca di far rivivere il passato per non dimenticare,
si dedicano targhe o coppe alla memoria,
si organizzano manifestazioni per ricordare,
si cerca di perpetuare un sogno in tutti i modi pur di
riempire quel vuoto……..
….il vuoto creato dalla Sua scomparsa.
Lui non c’è più…………. Lui se ne è andato………è rimasto il Suo
profumo e da questo dobbiamo partire per
riempire questo vuoto.
Dalle Sue azioni dobbiamo trarre insegnamenti per dare un
senso al nulla,
dalla Sua vita si deve recepire il Suo messaggio……
e tutti sappiamo quale grandi esempi Lui dava a tutti,
principalmente al mondo degli scout trasformato nella Sua famiglia.
“L’Angelo degli scout”, così venne definito dopo la Sua
morte.
Lo era veramente, non solo per gli scout, ma per tutti.
L’ambiente disastroso che aveva trovato in ufficio, dopo
il Suo arrivo si era tranquillizzato.
Tutti Gli aprivano le braccia perché le Sue parole
cercavano sempre di unire …….
……..anche in politica la Sua presenza addolciva i cuori.
Mi ricordo quando assieme a qualche altro vivemmo
l’avventura elettorale spinti dal desiderio di cambiare il paese.
E’ stato un momento di grazia per tutti noi.
La Sua presenza non solo teneva alto il morale di tutti ma
ci stimolava a non essere intransigenti con nessuno.
“ La politica deve unire - non dividere “ - ….diceva.
Dobbiamo tutti ritrovarci
al Comune per gestire la cosa pubblica.
A differenza degli altri gruppi il nostro cercava di
muoversi rispettando la dignità della gente.
Non si andava a chiedere il voto senza tenere conto
dell’intelligenza delle persone. Ognuno ha una propria idea, un’opinione, che
si deve rispettare senza addurgli violenza.
E’ mentalità corrente dei politici considerare la gente
come semplici numeri…….
e non fanno altro, con vile sfacciataggine, di pressare,
ricattare o minacciare, con violenza ……. per estorcere il voto.
A volte usano anche la dolcezza, ma quella è ancora più
pericolosa…..
Loschi individui dalle limitate capacità e dal desiderio
di andare al potere per gestirsi i propri interessi, durante i periodi
elettorali si aggirano tra le strade del paese ad offendere la dignità della
gente.
Poi, per chi ha una grande parentela, l’offesa esercitata
diventa ancora più meschina e umiliante perché l’estorsione va a intaccare i
sentimenti e gli affetti.
In questi periodi tra le strade del nostro paese scivola
un mare di fango.
Noi……………Lui……… ci ha sempre richiamati al rispetto assoluto
del prossimo, specialmente quando è la povera gente ad essere coinvolta.
Questi pensieri riempivano i giorni e le notti che
trascorrevamo dietro quella porta sempre chiusa.
Intanto quella lunga parete di vetro attirava sempre più
gente.
Un Suo vecchio professore con la moglie quasi ogni giorno
avvicinavano in ospedale e non riuscivano a capirne il motivo:dopotutto lui era
stato solo un alunno, ma nonostante gli anni
rimaneva presente nella sua mente.
Dimenticare uno come Nino dopo averLo conosciuto, era ed è
impossibile!!!!!!!!!!.…
Chiunque ne rimaneva affascinato specialmente quando si
aveva la possibilità di trascorrere più di un giorno insieme a Lui.
Io, grazie a Dio, ho avuto questa fortuna e ogni volta mi
sentivo rinato……
Un lungo viaggio in jeep tra i Tuareg del Sahara, assieme
alle mogli, ci vide a girovagare tra le sabbie del deserto per quasi un mese.
L’avventura iniziò ancora prima di partire: infatti, la
preparazione della jeep, che dovevamo usare anche come camera da letto, ci vide
impegnati lungamente. Trapani, la nave, il mal di mare, le strade tunisine e
poi l’immensità del deserto….
la tempesta di sabbia, la macchina in tilt, il filo della
frizione rotto che, grazie alla Sua prontezza, non prese a fuoco, i tuareg,
Mohamed il Maestro, le notti sotto la jeep, il freddo….e il rito del The, l’Assekrem,
le lunghe notti sotto la croce del sud……….
la paura di insabbiare….., di perderci nel deserto……il
profondo insegnamento di Mohamed….
tante avventure…………………
e le rose di sabbia raccolte in una pericolosa pista
sahariana,……..la foresta pietrificata……
esperienze assolute………….., umane e profondamente
spirituali in quel mese ci hanno tenuto compagnia.
Lui emergeva in tutto.
Affascinava tutti e in poco tempo era padrone della
situazione………
Abbiamo fatto diversi viaggi insieme vivendo esperienze
indimenticabili.
Abbiamo campeggiato in luoghi estremi anche con altri
amici e sempre la Sua assoluta capacità di adattarsi a tutte le situazioni ha
sempre risolto qualsiasi problema.
Si potrebbe parlare veramente tanto su di Lui……..
Adesso però è disteso su un letto sotto gli occhi di tutti
a farsi osservare senza alcun ritegno.
Lui che aborriva il sentimento della pietà perché ci rende
schiavi………… adesso subisce il peso della pietà da parte di tanta gente;
Lui che odiava stare fermo è……….suo malgrado, immobile su
un letto.
Quei visi meravigliati e confusi dei primi giorni, col
passare del tempo, diventavano più consapevoli della situazione, serenamente e
lentamente assumevano l’espressione di
chi ormai, ineluttabilmente,
conosce la fine della storia.
Del resto ci convincevamo, un giorno dopo l’altro, che
tutte le strade che imboccavamo dopo un po’ si
interrompevano…………………………………………...
Sembravano tutte senza uscita!!!!!!!!!!!.
NINO STAVA PER
CONQUISTARE DIO PERCIO’ PER FORZA DOVEVA PERDERE LA VITA.
Questa nostra esistenza, così lontana dal Dio-Amore
contemplato nei libri sacri, deve per forza “terminare” per raggiungere questo
Dio?
Non si può raggiungere in vita, col nostro corpo, questo
Dio così etereo che vive in mondi così lontani?
E ancora, se il corpo e ciò che lo compone e lo anima ci
consente di pensare, parlare e cercare questo Dio, perché per poterLo
abbracciare dobbiamo per forza “finire” la nostra vita????
Il corpo è quell’elemento essenziale che ci permette di
sognare e di immaginare Dio, quindi ad ESSO dobbiamo dare un grande valore
evitando di ridurlo ad un semplice
contenitore.
Inoltre, anche se naviga nell’illusione , il corpo deve
essere rispettato………
è Lui che rappresenta l’idea materializzata del “divino fattosi uomo” e, tramite QUESTO, lo
spirito può ricongiungersi con l’Assoluto.
SI MUORE COSI’
3
Intanto la fine di questa storia
volgeva al termine.
L’aria stava diventando pesante,
tetra, premonitrice di eventi già scritti.
L’aria conteneva implicitamente da
sempre la storia di quest’avventura.
Per il mondo non vi era niente di
nuovo.
Era tutto vecchio, noto, già
conosciuto e, soprattutto, non creava nessun sconvolgimento sulla terra, tranne
per noi ,che venivamo travolti da questo evento.
La terra contiene il Tutto, e
quindi, anche gli eventi mortali, ma fino a quando il singolo non si
riconoscerà nel Tutto, si sentirà sempre defraudato quando gli verrà a mancare
la “cosa” amata……..
e la storia così continua: si
continua a raccontare da sé senza mai trovare la fine ………... una fine che non
esiste.
Diciotto mesi dopo la Sua
scomparsa mi trovai ad inviarGli una lettera e, proprio oggi, in mezzo a vecchi
appunti me la ritrovo tra le mani:
Caro Nino,
Ti ricordi quel vuoto che hai
lasciato quando hai deciso di
andare via in un altro mondo?
Te la ricordi la tristezza e la
confusione
che è derivata dalla Tua partenza?
Ebbene, oggi, a distanza di 18 mesi
quel vuoto e quella
confusione sembrano non esserci più.
E’ tutto colmo
di Te.
Allora non sapevo dove metterTi per trovarTi
in qualunque
momento, oggi ho capito che non vi è
luogo particolare, ben definito,
che possa contenerTi.
Sei in tutte le cose.
Sei nell’aria,
sei nel vento,
sei in un fiore,
sei un dolce pensiero d’Amore,
sei Dio e contieni tutto e sei
contenuto da tutto.
Per lunghi mesi la mia mente è stata
ossessionata da quel gelido lastrone
di marmo sul quale , coperto da un
lenzuolo bianco, sei stato
depositato senza alcun rispetto.
Per mesi Ti ho visto su quel letto
di
ospedale mentre ansimavi tra la vita
e la morte, e non riuscivo a vederTi
in piedi a gioire con tutti noi.
Quell’immagine è stata troppo intensa
ed è riuscita ad incidersi con
violenza nella mia mente.
E’ passato tanto tempo da quel giorno………
La Tua immagine sembra diluirsi…….ed
io non voglio.
Mi ostino a pensarTi e cerco di
riempire quel senso di vuoto che
periodicamente mi pervade, facendomi
trascendere questa realtà.
Ho bisogno di punti fermi, immoti,
che non cambiano, e Tu sei il più
grande senso di pienezza che io possa
immaginare.
La realtà che cambia, che diviene,
cerca di trascinare con sé qualunque
cosa……..con me non vi riesce…..
IO HO TE.
Ho la Tua essenza che da relativa è
divenuta “assoluta”.
Il giorno più felice di questa lunga agonia fu quello in
cui finalmente potei entrare nella sala dove giaceva Nino.
Lui conosceva benissimo la mia voce e senz’altro avrebbe
cercato di comunicarmi qualcosa.
Entrai indossando un camice verde ed una mascherina, da
solo, senza nessun spettatore.
Il Suo corpo adesso mi era vicino e potevo toccarlo.
Lo accarezzavo con molta delicatezza per non sciuparlo.
Gli presi la mano destra tra le mie mani, gliela strinsi, ma
non avvertii alcun calore. Non era fredda, ma non mi trasmetteva niente.
La pelle era diventata fine per il forzato riposo.
Lo toccai anche in viso, i baffetti…..era un po’
dimagrito, ma la Sua figura pienotta non si era per niente sciupata.
Aveva la barba rasata da poco, i capelli pettinati e
profumava da tutte le parti. Sembrava stesse dormendo, quasi quasi non volevo
disturbarlo da quel sonno così profondo……..parlai poco……poco…...poco…….
Le poche parole che Gli dissi furono: “stai tranquillo,
segui la Tua strada senza lasciarTi impietosire dal nostro pianto.
Decidi liberamente se tornare o andare negli altri mondi.
Noi siamo molto legati alla Tua figura e non vorremmo
perderTi, ma Tu scegli ciò che è più giusto fare………sia fatta la volontà di Dio,
ma principalmente sia fatta la Tua volontà perché anche Tu sei Dio”.
Chi lo sa se ha mai avvertito la mia presenza!!!!!!!!!!!!!
Io credo che il messaggio Gli sia arrivato e per quanto
fosse piccolo, credo che gli abbia giovato.
Chi assiste un malato in punto di morte, credo che possa
esserGli di grande aiuto, soprattutto se assume un giusto atteggiamento.
Innanzitutto bisogna abbassare la voce e non farsi sentire
o vedere triste.
Il passaggio dal fisico al sottile è molto traumatico e
per chi ancora non ha realizzato ciò che sta succedendo, ogni atteggiamento o
ogni suggerimento che riceve da chi Gli sta accanto, Gli può servire per vivere
meglio l’attimo del distacco. Continua a vedere e a sentire, quindi le immagini
di sofferenza lo coinvolgono senz’altro, e le voci strazianti dei propri cari
lo feriscono con violenza.
Non riesce a prendere niente con le mani perché
sostanzialmente non ha più un corpo fisico quindi, tutto diventa etereo privo
di fisicità e ogni cosa lo attraversa come se fosse trasparente………………………………………………………………..
………………………………….la confusione perciò diventa enorme e la
paura incontenibile.
Per questo motivo bisogna prepararsi durante la vita
nell’affrontare con grande serietà il prima, il durante e il dopo la
morte.
Il momento del trapasso è l’attimo in cui, determinati
dalla giusta conoscenza, si può indirizzare lo spirito sulla strada della
serenità senza sottoporlo a momenti di confusione generale.
Bisogna innanzitutto credere nella continuità della vita
sotto forma di energia.
Dalla conoscenza acquisita dal corpo, mentre ancora era in
vita, dipende la qualità del distacco e la serenità con la quale si accede
nelle altre dimensioni.
Certamente se un corpo è vissuto sommerso da preconcetti
quali inferno, purgatorio e paradiso, nelle altre dimensioni troverà tutto
questo e, AUTOGIUDICANDOSI, si porrà in uno di questi “livelli”.
Diversamente invece per chi non ha creduto a niente,
troverà il vuoto, il niente perché Lui stesso ha sempre considerato da sempre
che con la morte finisce tutto.
In poche parole ci portiamo con noi sempre e solamente
tutto ciò su cui abbiamo intessuto la nostra esistenza.
Quindi è in questa vita che si costruisce non solo il
futuro nel mondo reale in cui viviamo, ma principalmente il futuro “eterno” nel
quale le nostre scelte verranno precluse dalla QUALITA’ delle nostre azioni e
dalla giusta conoscenza assimilata dal corpo.
Uscii
dalla stanza soddisfatto.
Non avvertii nessuna sofferenza dal corpo di Nino.
Non mi diede alcuna risposta, fui io a darmene diverse, e
tutte convergenti: Nino non soffre.
E’ pronto.
Sta solamente aspettando che noi ci abituiamo alla Sua
scomparsa e non cerchiamo di trattenerLo in quel corpo con le nostre lacrime.
Se ne andò proprio il 13 giugno, festa del Suo santo
protettore, per dare ancora maggior coraggio a chi rimaneva, principalmente ai
Suoi genitori i quali avrebbero senz’altro preso come un segno positivo la
morte del figlio in quel santo giorno.
Dopo questa esperienza le speranze si assottigliavano sempre
di più.
Altre strade non se ne conoscevano.
Alcuni hanno
intrapreso la strada esoterica per richiamare il corpo di Nino in vita.
Altri hanno speso del denaro per pagare prestazioni “di
magia” su determinate forze oscure le quali, pensavano, avrebbero “resuscitato”
Nino per poi trascinarlo in un baratro.
Il risultato, in entrambi i casi, non è stato positivo.
L’unica cosa che mi dispiace di questa situazione è
l’intromissione di certi loschi individui che, interpellati dalla disperazione,
non aspettavano altro che inserirsi
nelle menti…….e nelle tasche…..degli
ingenui malcapitati.
Ma la purezza non può mai essere intaccata dalla
sporcizia: vive in piani differenti.
E’ una strada molto usata oggi.
Si crede di poter condizionare la vita di chiunque con
queste pratiche, dimenticando che la luce non permetterà mai al buio di
spegnerla, sino a quando le condizioni di luce permangono.
Appena la luce, anche solo per un attimo, viene assalita
dal dubbio, allora si che il buio la invade e può anche distruggerla…….ma
questo dipende da noi e dalla vita pulita che conduciamo.
Nino era un uomo pulito, puro, leale, buono,
umano….…..niente che non fosse stato
tutte queste cose lo avrebbe mai potuto tentare.
STAZIONARIO 4
In quei giorni diverse favole giravano attorno a quel
corpo.
Nessuna forse rispondeva a verità.
Erano altre forme usate dalla gente per cercare di
superare la paura.
Si cercava per ogni cosa un motivo interessante da
addurre, ancora meglio se fosse avvolto da un po’ di mistero.
Intanto il decorso del coma procedeva inesorabilmente,
distruggendo le funzioni organiche del corpo……….
Il risveglio si allontanava sempre di più…………………
Man mano che passavano i giorni la frenesia delle prime
settimane scemava in una apatia rassegnata.
Nessuna reazione da parte nostra………………………
I discorsi si spegnevano………, la confusione si
affievoliva,……………………,il caldo aumentava…………………..era il periodo degli esami
universitari e molti, tra i quali il figlio, rimanevano a casa a studiare.
La vita sembrava riprendere i ritmi di sempre………………….si
avvicinava anche il momento della preparazione del campo scout di cui Nino era
perno principale.
Un campo senza di Lui………., con i Suoi scherzi,……………. la
Sua capacità organizzativa…………….., la passione travolgente e il senso
carismatico nell’approntare tutto,………………… non avrebbe avuto alcun motivo per
farsi. Quell’anno, mi ricordo, si fece ugualmente, con un ardore maggiore e
sotto la supervisione astrale del nostro caro Nino.
Era la Sua vita.
La preparazione e lo svolgimento di un campo, per gli scout è la fase culminante: una sorta di
prova finale………….. Coinvolge chiunque…………………………
A volte per preparare i giochi e le recite da fare durante
il campo, si inizia a lavorare tanti
giorni prima e Nino in questa fase, riusciva sempre a trascinare con sé anche chi non era
impegnato in prima persona.
Mio cugino lo seguiva in queste Sue imprese con entusiasmo
e senza mai lamentarsi.
Lui, come me e come tanti, era innamorato di Nino, ed era
impossibile rifiutarGli qualcosa.
…………quella volta quando con la jeep (eravamo in 7)
partimmo in giro per l’Italia la gioia è stata immensa.
Anche i rischi e le multe erano immense.
La polizia in diverse zone della penisola ci fermò
meravigliandosi della nostra spensieratezza: infatti, adducendo la colpa al
governo di turno che invitava gli italiani ad utilizzare un’unica auto per
consumare poco carburante, riuscivamo a strappare un’enorme risata alle forze
dell’ordine e ad evitare pesanti multe………
Poi……….. via……!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!……. cantando e gioendo
di un momento di così grande unità.
………anche il Lama, residente all’istituto buddhista
Mahayanico “Tzong Khapa” di Pomaia, si mise a ridere quando, in presenza
mentale, con la spontanea semplicità che distingueva Nino, si sentì da lui
salutare: - “buongiorno signor LAMA”!
La Sua semplicità era
disarmante!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!.
………quando visse l’avventura dell’operazione della moglie
per tumore………………..anche lì fu grande!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!.
Dimostrò la Sua magnificenza in modo sublime: infatti,
proprio in quel caso, si rivelò UN MAESTRO.
Affrontò la situazione con grande dignità e, senza
scomporsi, organizzò, assieme alla moglie, il viaggio nel nord Italia nella
località dove doveva operarsi.
Era un tumore molto “pesante” che, da molti anni, riempiva
di dolori la testa della moglie, quindi doveva per forza essere asportato e nel
più breve tempo possibile. Insieme erano una coppia esemplare……………..
Non hanno dato fastidio a nessuno e solo in pochi
conoscevano i rischi che comportava l’operazione.
Finì tutto bene e, da quest’esperienza, tutti ne uscimmo
“riveduti” nello spirito.
Il pomeriggio ormai per diverse famiglie mottesi era
divenuto il momento della
“passeggiata in ospedale”.
Ci si incontrava davanti l’androne del pronto soccorso e
si parlava.
Qualcuno stava
dietro la “magica porta” ad
aspettare qualche notizia, seduto sui gradini della scala.
La presenza di qualche specialista, di tanto in tanto, ci
donava un attimo di respiro……, ed allora il fermento……, la speranza……….., un
raggio di luce……….. ritornava a
splendere come i primi giorni.
Poi tutti i giorni ritornavano uguali………………………, con la
ripetitività delle cose che si succedono, con la coscienza della situazione sempre
stazionaria.
Tuttavia, sotto l’apparente calma del solito tran-tran,
ferveva un grande movimento di energie che, mosso dal desiderio di risolvere la
situazione nel migliore dei modi, non smetteva mai di lottare.
Il pensiero è energia.
Il pensiero decade in desiderio se non trova subito uno
sbocco.
Il desiderio sollecita la mente che, a sua volta, stimola
la volontà ad agire per cercare di
realizzarsi……..…….
Noi vivevamo tutte queste fasi insieme e simultaneamente
dentro di noi, figuriamoci quindi quale
grande forza eravamo capaci di esprimere quando unitariamente pensavamo e
desideravamo tutti la stessa cosa!?
La lotta non era con un entità astratta che voleva
portarsi Nino con sé, bensì lottavamo con Lui stesso, con la Sua energia che
voleva , forse anche doveva…
chi lo sa!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!, andare
via………………………………………………..
Una lotta persa in partenza.
SI MUORE COSI’
4
I giorni
ormai si accavallavano e si rincorrevano senza darci il tempo di fermarci a
riflettere.
Doveva andarsene tra poco e l’appuntamento, stabilito
chissà quando e dove, non poteva assolutamente rinviarsi.
Quel 13 di giugno era la Sua festa.
In paese si è soliti portare il Santo “sulla vara” e
accompagnare tutta la processione con la banda musicale.
Quella notte la trascorsi in ospedale come sempre.
All’alba sua cognata mi portò un dolce, ma io non volli andare
a casa; piuttosto preferii rimanere in ospedale tutto il giorno.
Avvertivo qualcosa…………...tutti avvertivamo
qualcosa…….….ormai era stanco……., la conclusione della storia volgeva al
termine.
Verso le due del pomeriggio passò a prendermi mia moglie e
mi convinse a rientrare per riposarmi qualche ora.
Era domenica, vi era un gran caldo e per giunta quel giorno
si votava per uno dei soliti falsi “momenti di democrazia” al quale
periodicamente viene chiamato il popolo italiano.
La solita danza di politici in cerca del voto aveva
coinvolto molta gente, quindi quella mattina in ospedale vi erano state poche persone.
Mancavano i giovani, tutti occupati nelle sedi comunali
per l’espletamento del voto………. Un voto rubato con l’inganno dietro la promessa
del posto di lavoro….. Da noi i politici possono sfruttare un grande serbatoio
di “disperati” sul quale impiantare la loro campagna elettorale.
L’infamia di questi meschini politici è l’emblema della
loro vera natura: gente ingorda, corrotta, schiava dei potenti, senza ideali di
alcun genere, ambiziosa e priva di dignità.
Però in questi
periodi si trasformano, mostrandosi buoni, onesti e pieni di grande umanità.
Nino non riusciva a giustificarne l’esistenza e il loro comportamento:” Fanno
solo male e tutto per il proprio tornaconto.
Così, avvolti da questa atmosfera, verso le due del
pomeriggio rientrammo di corsa a casa, convinti ormai che mancasse poco tempo.
Non Lo volevo lasciare.
Nessuno quel giorno voleva allontanarsi.
Mi ricordo che mio cugino dovette convincere Sua moglie ad
assentarsi solo il tempo di mettere qualcosa in bocca………………………. e poi ritornare
subito.
Lei acconsentì a
malincuore.
L’aria a quell’ora era ferma.
Una pesante cappa di umido sovrastava il grande silenzio
che rendeva tutto immobile.
Da una traversa sbucarono due monache vestite di
nero..….sole…..….dal passo spedito…………, dirette verso l’ospedale.
Mio cugino le notò con meraviglia, la mamma di Nino,
invece, che era con Lui in macchina, pensò che forse era un segnale di buon
auspicio……….
La buona fortuna arrivò veramente.
Mentre pranzavo, una telefonata concitata mi avvertiva che
era giunto il momento. Dall’ospedale avevano avvisato che la situazione stava
precipitando….………….
la fine era imminente!!!!!!!.
Corro insieme a mia moglie e, nella solita tranquillità,
in presenza mentale, mi avvio in ospedale.
Stavolta non caddi nel panico, ero già pronto.
Ci prendemmo per mano, ci guardammo e ci abbracciammo.
Il mondo stava per caderci addosso.
Bisogna essere forti, ma principalmente, non essere soli
in questi frangenti.
“Il buio non riesce a squarciare la luce, è la luce a
squarciarlo, a fenderlo come una lama.
Il buio non è un buon compagno, crea altro buio, parla
solo di buio e vede solo buio………………..e….. se non si reagisce in tempo………….,
trascina tutto con sé.
Attorno al buio si muove chi è già al buio……. Non trascina
chi è nella luce….
Vorrebbe farlo………, ci prova con tutti i mezzi…….., ma chi
vive nella luce non sa nemmeno che esiste il buio………quindi non cade nelle sue grinfie.”
Rifacciamo la stessa strada di prima, troviamo il
posteggio proprio accanto all’ospedale e, mano nella mano, varchiamo la porta
dell’androne, ma quando saliamo le scale, stranamente, nessun vocio proviene
dalla saletta antistante la “magica porta”.
Solo due ragazze, impaurite perché avevano intuito
qualcosa, stavano sedute in un angolino aspettando che trapelasse qualche
notizia.
E’ un momento di gioia quando lo spirito di un “grande” abbandona il
corpo che lo ha contenuto.
Si dice che nel firmamento si
accende una nuova stella.
Un’ immensa esplosione di luce
saetta per congiungersi alla fonte
iniziale.
Le galassie sono piene di questi
puntini luminosi.
Ogni punto è una fonte di luce che
brilla di luce propria e viene attratta da chi,
in qualsiasi momento e in qualunque parte del
pianeta,
viene ammantato dalla vibrazione
che questa luce emette.
Bussiamo alla porta, qualcuno apre e già avvertiamo un
grande vuoto………,
subito ci rendiamo conto di cosa sia successo.
Se ne era andato da poco……, era ancora caldo………., il diaframma continuava ad andare su e giù….
spinto da una macchina che ancora non si era resa conto che il suo lavoro era
finito.
Noi, in punta di piedi, come se guardassimo dal buco della
serratura, entrammo nella sala aprendoci alla visione con molta gradualità.
Prima i piedi…., poi lentamente su….. fino ai ginocchi…..,
ancora più su…… verso il petto nudo….., poi il collo…..e, infine….., il viso.
Sereno.
Pacifico come non mai.
La fredda macchina non smetteva di farlo respirare, ma si
capiva che non era Lui. Un movimento artificiale.
Lui se ne era andato…..via.
L’osservavamo da pochi metri…… restando
imbambolati….…e piangendo.
Tentai di penetrarLo con lo sguardo, per scrutarlo,
osservarlo…..tentando di carpire ogni cosa e sforzandomi di vedere dentro di
Lui.
Per un attimo chiusi gli occhi e, in presenza mentale, lo
inspirai in me.
Lo tenni stretto con delicatezza il più a lungo possibile.
Sempre ad occhi chiusi lo espirai inviandoLo al mondo.
Tutta la terra da quel momento lo conteneva e il Suo Amore
riempiva tutto il pianeta.
Lo invitai ad andare lontano.
Da lì a poco, molta gente lo avrebbe pianto e le loro
lacrime rischiavano di farLo soffrire.
Vai lontano, Nino
- dissi tra me…….. Ormai la Tua scelta è maturata…….
-
Lo
so che non corri nessun rischio di soffrire, però è meglio tenersi alla larga
da questo mondo che non vuole perdere niente di proprio.
-
Vai
lontano…….ormai appartieni all’Assoluto.
Dopo un po’ entravano tutti gli altri e man mano si
rendevano conto che la storia era finita.
Turi, Antonella, Vera, Pina ed Io eravamo tutti lì…..
Come sempre…., tutti insieme……, siamo sempre stati
insieme……….
negli ideali, nei sogni, nelle lotte, nella ricerca
spirituale, nell’aiutare la gente……..
siamo sempre stati insieme…..
in questo mondo stupendo ci siamo incastonati
perfettamente…….., senza creare barriere….., senza limiti……., aperti a tutti……
sempre insieme……..per sorridere al mondo, per amarlo,
senza alcun senso di colpa, nel crescere i figli, nell’educazione…..
sempre insieme…….i miei nuovi amici erano anche i loro, un
perfetto accordo in ogni cosa, senza contrasti…….SEMPRE INSIEME.
Anche quella volta eravamo tutti insieme…......
E’ FINITA ?…………..
Si sparse la notizia in breve tempo.
I ragazzi, man mano che si incontravano, si abbracciavano
fortemente e a lungo. Stavolta non si guardavano negli occhi……..e nemmeno
parlavano…..si stringevano solamente.
Non davano spazio alle parole, proprio in queste
situazioni non servono e non risolvono il problema.
Solo un forte abbraccio e un intenso contatto corpo a
corpo poteva ridare forza e fiducia nella vita……..
l’inconscio sentiva il bisogno di toccare qualche cosa e
di stringere un corpo vivo tra le braccia: era come stringere Nino per l’ultima
volta………………..Forte………….Eterno.
Ci siamo spostati tutti all’obitorio.
Tra poco lo avrebbero portato in quella sala fredda,
deposto su un giaciglio di marmo e avvolto
nello stesso lenzuolo bianco in cui aveva esalato il Suo ultimo respiro.
L’ultima tappa di questa storia si stava per concludere.
Ormai l’esito era conosciuto e gli attori, stanchi e
amareggiati per non avere ottenuto ciò che desideravano, si trascinavano come
automi nei pressi di quell’edificio che, mai come ora, rappresentava il freddo
glaciale della morte.
Nino in quel luogo non era
solo.
In un angolino stava un fagottino di colore bianco sporco
che conteneva il corpo di un vecchietto.
Costui era solo…………... Nessun parente lo reclamava…..
Nessuno piangeva per lui………….chi lo sa chi fosse!…………
Il giorno dopo era sparito…….., forse durante la notte
qualcuno, impietositosi dinanzi alla
tragedia della morte, aveva pensato alla Sua salma per darGli la pace
dell’ultimo riposo.
Il senso di desolazione creatosi davanti l’obitorio del
Garibaldi, era devastante.
Nessuno vedeva “nessuno”…………. Il vuoto era assoluto………..
Dentro e fuori……... Giravamo tutti al buio intorno alla casa dei morti senza un
obiettivo fisso.
La grande luce che ci aveva mantenuti uniti in quei 24
giorni si era ormai spenta!!!!.
Si era spenta per tutti, anche se tutti i discorsi si sforzavano e si sforzano ancor
oggi di tenerla accesa…………………………….
Rimane solo la devastazione…, il vuoto…….. e il senso di
impotenza.
Quante preghiere…..…..quante promesse…….. quanti buoni
propositi al nostro Dio…….che ci saremmo sforzati di mantenere qualora Nino
fosse rimasto tra noi………ma….. le avremmo
poi mantenute??????!!!!!!
La “potenza evolutiva del SE’”, nel senso del ritorno alla
luce iniziale, era talmente forte e motivata che non si è potuta assolutamente
arrestare.
Mi chiedo: ma se l’assoluto non evolve perché è già
completo in sé stesso, perché ha sentito il bisogno di ritornare alla luce?
Perché non ha continuato ad animare quel corpo dal momento
che LA PERFEZIONE NON HA BISOGNO DI ANDARE IN NESSUN LUOGO?
Poteva benissimo rimanere dove era e vivere in Dio, dal
momento che lo era, lo è e lo sarà in qualsiasi luogo si trova.
Una domanda alla quale vorrei proprio dare una
risposta……..
Forse un giorno l’avrò!!!
Ho sperato sino all’ultimo in un Suo “autonomo” risveglio.
Bastava un determinato atto di volontà per non fare
staccare l’anima dal corpo. Forse, pensavo, il corpo non è quell’involucro
vuoto, senza storia e senza volontà che da sempre abbiamo considerato.
Forse ha una Vita propria che, svincolata da abitudini
castranti e limitative quali, ad esempio, il desiderio implicito di morire,
potrebbe continuare INFINITAMENTE a vivere sino a quando, stanco della visione
dello stesso corpo, decide autonomamente di andarsene nel PRALAYA, nel mondo
della dissoluzione, o ancora ………rifarsi un vestito nuovo.
Chi lo sa questo corpo quali potenzialità possiede e
grazie a quel “peccato originale congenito”, appioppato dalla chiesa cattolica,
non potrà mai riuscire a volare nel
mondo “delle entità perfette”?
Potrà mai l’uomo liberarsi da questo anatema atavico di
“eterna imperfezione” nella quale il
potere ecclesiale lo ha storicamente relegato?
Bisogna dare forza al corpo e alla volontà che esprime……….
E allora……..
L’uomo potrebbe veramente smuovere le montagne se, per un
attimo, prendesse consapevolezza della sua divinità e annullasse quella
differenza, sicuramente voluta dalla religione umana, tra corpo e spirito.
___________________
Qualche mese dopo, in un momento di sconforto scrissi
queste parole al nostro Nino.
Caro Nino,
grande Amico,
non riesco a stare senza pensarTi.
La Tua presenza era una certezza.
Può finire così, consumato dal tempo, quel grande legame?
Rispondimi!
Il tempo può vincere la consapevolezza di essere UNO
con tutti?
Mi sentivo UNO con Te…...
Più che mai oggi mi sento e mi vedo UNO con Te.
Non importa se non mi parli.
Se non Ti vedo.
So che ci sei……….più di prima.
Prima eri Nino……….., il mio amico………., ora sei Tutto.
E’ bello sentirTi vicino.
SaperTi accanto in ogni momento, mi rende forte.
Sto attento a non sbagliare…….Tu mi controlli.
Cerco di pensare bene……Tu sai cosa penso.
Sbagliare per me è impossibile…..Tu mi sei accanto.
Lo sai!….. A volte non credo alla Tua morte.
Nessuno ci crede….la morte non esiste, è un aspetto della
vita.
Ti sembro infantile….vero??
Tu avresti accettato tutto con grande consapevolezza.
Ti conosco molto bene.
Accettavi tutto così come era….ed eri sempre felice.
Non volevi cambiare il mondo…..e nemmeno volevi cambiare
Te stesso.
Scivolavi assieme alle cose e non le volevi
stravolgere.
Erano così….ed erano tanto belle, dicevi.
Perché renderci le cose ostili!
Perché cambiarle???!!!! Basta capirle!!!!!!!!.
Capirsi……capirsi…………. Siamo talmente presuntuosi…………
Perché!?
Respiravi insieme a tutti noi.
Gioivamo della Tua presenza.
Mentre prima Ti cercavamo….adesso non c’è più bisogno.
Ci stai sempre accanto.
Basta essere in sintonia con Te per gioire del Tuo
respiro.
Ti penso con gioia, Nino.
Tu ci sei….il Tuo profumo impregna tutta la terra.
Sono davvero pochi i grandi!………………….Tu sei grande.
Adesso cosa fai????!!!!…..Scivoli assieme a i Tuoi simili?
Sei spirito!
Ritornerai tra di
noi!???????………
………o sei ancora tra di noi???????…….
Lo sai, ho smesso di pormi domande…..di cercare.
Il vuoto lo riempio continuamente con tutto.
Sono fermo….vivo il Dio che è in me.
Anche Tu sei Dio.
Non
è per niente finita…………….la vita
Nell’unità Nuccio
Quel
corpo nudo, avvolto nel lenzuolo, dentro il gelido stanzone della morte, doveva
trascorrere la notte…….., rimanendo per la prima volta da solo.
La sconfitta subita ci rendeva silenziosi.
Ormai gli argomenti si erano esauriti.
Quel corpo freddo bloccava il fluire dei pensieri e,
difficilmente, qualcuno tentava di parlare.
Il giorno dopo arrivò anche il padre.
Non era venuto nemmeno una volta in ospedale.
Quella visione del figlio impotente, disteso sul letto,
cozzava con il Suo modo di fare.
Lui si avviliva quando qualcuno stava fermo.
Bisogna muoversi sempre, fare sempre qualcosa perché il
tempo perduto a riposarsi è perduto e non si recupera più – diceva sempre.
Per Lui il figlio non poteva essersi ridotto in quel modo,
ecco perché in ospedale non era mai venuto.
Quella mattina stava seduto su una sedia di legno davanti
all’obitorio……
Era distrutto…….
Non si rendeva conto del perché quella “cosa” avrebbe
preso uno come Nino che per Lui rappresentava la forza.
Anche Sua mamma stava seduta davanti l’entrata.
Era tempo di piangere, di vestirsi di nero, di darsi con
pena alle condoglianze della gente…..
Si prendeva in considerazione l’idea di sottoporlo ad
un’autopsia per capire almeno la causa della morte, ma successivamente tutti si
convinsero dell’inutilità di essa…………non avrebbe cambiato la tragica realtà e
avrebbe infierito sul corpo esanime del nostro Nino.
Una infinità di pratiche burocratiche, per cercare di
farLo uscire presto da quel luogo, impegnarono la moglie e qualcun altro per un
giorno intero.
Finalmente il giorno dopo tutto era pronto per il
trasferimento a Motta: l’intera comunità Lo aspettava per darGli l’ultimo
saluto.
La mattina del
15 giugno qualcuno coprì con un bel vestito il corpo del nostro Nino.
Il classico vestito usato per le ricorrenze importanti, di
colore grigio rigato, accompagnato da una cravatta colorata, una pettinata ai
capelli, una fresca rasatura, una tinta di fondo roseo sul viso e una lieve
spruzzata di acqua profumata.
Così fu reso presentabile a tutti coloro che in quella
mattinata tanto calda si trovava ad assistere alla deposizione del corpo nella
bara.
Non eravamo in tanti……
I Suoi cari e qualche amico solamente…..
Ormai la confusione si era spostata tutta in paese dove,
da lì a poco, si sarebbe tenuto il “grande rito del funerale”.
Mettemmo tutti una mano sul corpo per aiutarci l’un
l’altro a depositarLo dentro la bara.
Era un po’ pesante, ma non era per niente stravolto: le
sue labbra mantenevano un lieve sorriso, e il corpo, piuttosto freddo, non
emanava l’odore tipico della morte e si manteneva in perfette condizioni.
In India i saggi o i Sadhu non vengono bruciati, perché si
pensa che in vita abbiano bruciato tutte le negatività e quindi, grazie a
questa loro vita in continua ascesa e in completa perfezione, non hanno bisogno
del fuoco purificatore per avvicinarsi alla LUCE.
La cremazione avvolge il corpo con le fiamme e lo riduce
in cenere.
Successivamente, la cenere, elemento inodore e senza
qualità, viene sparsa al vento, o ancora, trasportata dal fiume e riversata nel
mare che è rappresentato dall’Assoluto.
Invece i bambini, puri per antonomasia, non sono soggetti
a cremazione…..………e poi, a parte tutto, cremare un corpo morto pieno di germi
infetti e di microbi pericolosi, è quanto mai igienico.
Molte delle nuove
epidemie, causate da virus sconosciuti, sono derivate dalla
decomposizione di corpi inumati nel modo tipico occidentale.
Dobbiamo distinguerci dagli altri anche nella morte,
cercando di avere una grande “casa” in cui riposarci per l’eternità, migliore
di quella degli altri, più elegante e degna di
attenzione…………………………………………………..……quanta ipocrisia!
Nino non aveva bisogno di essere cremato:la completezza
della Sua vita lo aveva purificato completamente, così il Suo corpo, depositato
intatto si sarebbe mantenuto; inoltre, la Sua decomposizione, qualora
l’incorruttibilità non lo avrebbe conservato, si sarebbe effusa nell’aria,
riempiendola di un profumo evangelico.
Dobbiamo sempre
vivere considerandoci perfetti e in grado di emanare Amore da ogni
nostro atteggiamento.
La consapevolezza di dare Amore attira IL VERO AMORE.
L’altro, quello immaginato, serve da esca per attirare
questo VERO AMORE.
Il corpo veniva deposto nella bara con molta delicatezza.
Si dovette raddrizzare la testa perché si era inclinata.
Sino all’ultimo sembrava che dormisse.
Era perfetto……………….
Lo abbracciai col sentimento e lo posi in un angolo del
mio cuore.
Da quel momento la Sua figura sarebbe stata sempre
presente nei miei pensieri e nella mia vita.
Adesso si doveva pensare alla facciata ufficiale!!!!.
Bisognava organizzare un bel rito, con fiori, con belle
promesse, buoni propositi, un’omelia toccante, un lungo corteo composto
ecc…………...,
Tutto si sarebbe svolto secondo i canoni sociali.
Si approntò tutto l’apparato nella chiesetta
dell’Immacolata.
In tal modo la gente poteva sostare davanti la bara per
rivolgerGli l’ultimo addio. Tutto perfetto!!!!!!!!!!!!.
Prima di trasferire la bara in chiesa, il carro funebre
sostò qualche minuto di fronte la Sua casa.
Il ricordo dei propri cari ogni anima lo deve portare
sempre con sé, almeno così si crede, in modo da non dimenticarli mai……..anche
se ormai lo spirito vola in alto… in altre dimensioni……….si cerca di non far
morire almeno il legame che lega il defunto alle proprie cose……..in modo da
trattenerlo nella materialità più cupa.
Dimentichiamo con facilità che lo spirito sente il bisogno
di essere sostenuto quando decide di andare via dal corpo.
In seguito, forse, richiamato da qualche questione
irrisolta, potrebbe ritornare in questo mondo e risolverla…………………………………….., ma
queste sono altre storie, altre nuove avventure da vivere in un prossimo futuro
dal quale ci si sente chiamati.
Il ritorno nel mondo delle emozioni dipende dall’intensità
dell’attaccamento con il quale il corpo-spirito ha lasciato questa realtà.
Vi erano tutti i ragazzi scout, vestiti con le divise, a
rappresentare i valori per i quali Nino da sempre si è battuto.
Dovrebbero veramente prenderLo da emulo in ogni
situazione!!!!.
Lui ha fatto tanto per loro………………, per i
ragazzi……..…. li ha voluti bene, educati
nel rispetto massimo della vita, li ha visti crescere insieme ai propri figli e
li ha trattati sempre come se fossero tali.
Ogni genitore dovrebbe ringraziarLo enormemente per come
ha spiegato “la vita” ai propri ragazzi.
Il cielo ci ha donato la fortuna di vivere accanto ad un
uomo meraviglioso, pieno di sani principi e capace di prendere la frusta quando
la società, con le sue false regole, tentava di insinuarsi nei Suoi sacrosanti
insegnamenti.
Un uomo forte, molto forte, che ascoltava in silenzio e
nel massimo rispetto le idee degli altri, facendoli parlare e, a volte, per non
farli soffrire, li assecondava con molta veemenza.
Un uomo libero, rispettoso delle persone anziane e dei
Suoi genitori, sempre pronto però nel richiamare chiunque, qualora ravvisasse
nel loro comportamento azioni liberticide nei confronti di altra gente.
Era contro la violenza, e contro tutte le guerre.
Aspirava ad un mondo di pace e d’Amore dal profondo del
cuore.
Possono sembrare frasi retoriche, ma non lo sono.
Chi lo conosce sa di aver vissuto veramente accanto ad un
uomo straordinario e…….potrei declamarne un’infinità di qualità……..
Nel nostro gruppo da sempre si sono fatti questi discorsi
e da sempre, relativamente alle nostre tendenze, abbiamo cercato di metterli in
pratica.
Un uomo innamorato della Sua famiglia.
I figli erano l’aria stessa che respirava, ma non venivano
mai prima dei figli degli altri.
Nella vita tutti sono uguali, nel cuore senz’altro avevano
una certa preferenza.
Sua moglie, Vera, era la Sua propria vita.
Era innamorato.
Erano, ancora senz’altro lo sono, innamorati.
Ascoltava sempre i Suoi consigli e, spesse volte, Lo
vedevo imbambolato ad ascoltarLa mentre parlava.
Una coppia perfetta……..
Unita……..molto diversi………: Lei più puntigliosa……., Lui
molto….a me ne fotto….,
Lei più intellettuale……...Lui molto
spicciolo…………………………………… Entrambi forti....
Decisi nel portare sino in fondo un impegno..…
Simili nel lottare per le cose giuste.….
A volte qualche scontro li richiamava con i piedi per
terra e………non è male, serve a ritemprare l’Amore caduto nell’abitudinarietà.
Attorno alla bara tutti si avvicendavano nel massimo
rispetto.
La piazzetta dell’Immacolata era stracolma di gente.
Io non sapevo cosa fare.
Tutti erano tristi, compiti, addolorati, rispettosi del
momento……
Io pensavo le parole di Nino e mi veniva da ridere, avevo
voglia di cantare, volevo gridare la mia rabbia e far sapere a tutti che IO NON
CREDO NELLA MORTE…..
Non ci credo perché non esiste…., l’uomo non muore…., si
trasforma per diventare……forse….. un altro uomo più pulito……, meno rabbioso….,
amante del bello senza scinderlo da nulla….
Tuttavia, nonostante le mie convinzioni, non feci niente
di tutto ciò che desideravo fare: Nino mi tratteneva dall’alto richiamandomi
alla PRESENZA MENTALE, AL RISPETTO DELLE TRADIZIONI ALTRUI.
Mi misi in silenzio assieme a tutti e cercai, una volta
tanto, di rispettare le regole. Era il momento di recitare la propria parte.
La bara venne portata sulle spalle dai ragazzi scout.
Io riprendevo tutto con una macchina fotografica in modo
da estraniarmi dalla solennità del momento.
Le stradelle medioevali attorno al castello pullulavano di
gente.
La piazza antistante il castello non riusciva a contenerli
tutti.
La bara entrava trionfante nella piazza, fendeva la folla
e veniva depositata su un fercolo che stava di fronte all’altare.
Ai lati vi erano le sedie per le autorità……..sempre in
prima linea…….soprattutto in queste tristi storie…..
vi erano i parenti………, gli amici dispersi in tutti gli
angoli della piazza….., e poi veniva la folla…..anonima e silenziosa……,
tantissimi!!!!!!!!!!!!!!!!!.
Inizia la messa con i suoi riti….…, parla un Suo vecchio
professore leggendo un discorso commovente……., la moglie,….. facendosi forza,……
esprime il Suo Amore per Nino…….., un capo scout ne celebra le doti………, e
poi…………. l’omelia del prete.
Tutto questo per un semplice uomo.
Anche il volare delle colombe ne santificava la figura.
Il castello svettava immenso verso il cielo e, mentre le campane suonavano con gioia, l’energia
emanata da quella piazza PIENA di gente viva, riempiva il mondo intero con le
proprie vibrazioni d’AMORE.
Vi erano diversi preti a concelebrare la messa.
Tutti Suoi estimatori perché ne avevano riconosciuto tutte
le qualità durante lo svolgimento di diversi campi scout.
Nino lasciava il segno in tutti.
Anche gli “avversari” (chiamiamoli così) Lo rispettavano e
temevano la Sua temerarietà nel dire apertamente la verità.
Solo così – diceva - non si hanno nemici, ma solo leali
“oppositori”.
Il corteo funebre stentava a muoversi, tanta era la gente.
Un serpentone di persone si snodava lungo la via che
conduce al cimitero.
Passi cadenzati, pesanti e distrutti dal peso
dell’impotenza, lo accompagnarono sino alla fine.
Nell’aria svolazzavano sempre le colombe per donare
armonia……e non era poco. Stavolta i preti lo accompagnarono sino al cimitero e
non ritornarono a metà strada come in genere fanno in tutti i funerali.
Nino era troppo importante per non essere seguito lungo il
tragitto sino all’ultima dimora……………LA SUA ULTIMA DIMORA!!
Mi sembrava strano sentire pronunciare questa fantomatica
frase “l’ultima dimora” rivolta al bel corpo di Nino e a tutto ciò che di positivo emanava.
Era come ridurLo in un piccolo spazio senza la possibilità
di espandersi.
Una mente così aperta, capace di volare in mondi lontani,
non si può vincolare in una semplice bara per il capriccio degli uomini, o per
alcune tradizioni che vogliono i propri cari, quindi le proprie “sicurezze”,
sempre a portata di “preghiera”.
Inoltre è sempre la stessa la mente, nonchè le convinzioni
“coatte”, a distogliere il corpo-spirito dall’implicita espansione verso mondi
emanati dal nostro stesso subconscio.
Certe credenze servono da freno alla nostra espansione……….
Non lasciando fluire liberamente la nostra coscienza……….,
incasellandola in steccati sociali e religiosi………., non si fa altro che deviare
l’evoluzione del corpo-spirito dal suo implicito istinto di “ritorno alla luce
primordiale”.
Inserito tra queste varie sfaccettature della mente la
quale, a propria convenienza, vaga dall’apertura massima alla chiusura più
retriva, sta l’UOMO: preda inconsapevole di una mente così ingorda che, di
volta in volta, crea emozioni belle o brutte, fa ridere o piangere a proprio
piacimento, crea amici o nemici quando lo desidera lei e forma le qualità
dei pensieri dell’uomo.
L’uomo deve lottare un nemico interno che vive e si
sviluppa assieme a LUI: La propria mente.
Essa non si può eliminare, ma si può educare inserendo,
volutamente, tramite un atto di volontà, nel nostro corpo elementi positivi
frutto di un nostro attento e continuo discernimento………così si “cambia la
mente”, come diceva il Buddha, e così cambiano anche i nostri pensieri assieme
ai nostri atteggiamenti.
Dalla moltitudine di persone presenti mi sembra di
assistere allo svolgimento della nostra festa paesana.
Una marea di gente silenziosa, avvolta dai propri
pensieri, che scivola con tranquillità dietro la bara contenente il corpo del
Nostro Nino.
Il corteo si lascia andare tra un mormorio di voci sommesse
che, sicuramente, hanno poco da spartire con il funerale.
Si parla di tutto cercando di mantenere un aspetto adatto
al momento.
E’ molto normale in un funerale non parlare del morto.
Sono così poche le occasioni per incontrarci..….e quindi
si parla……si parla così tanto durante la “passeggiata” al cimitero.
Ormai il morto non c’è più, anzi è rimasto solo il morto,
un corpo in putrefazione che tra poco puzzerà.
Si fa presto a dimenticare…….
La società non tiene in conto chi se ne va.
Il tempo incalza e bisogna andare oltre queste
cianfrusaglie dello spirito……
La materia…il denaro….la posizione….la bellezza….
Valori così importanti da far dimenticare in breve tempo
chi non c’è più….e la vita continua…..
Il corteo arrivava intanto al cimitero.
La ressa dignitosa davanti la cappella per assistere alla
tumulazione è uno dei momenti più partecipativi del rito.
Bisogna smettere di parlare, spegnere i telefonini e
spingersi sempre più avanti per vedere quanta sofferenza vi è sul viso dei
parenti, dare l’ultimo saluto al morto e………….mettersi in evidenza per farsi
notare.
Io c’ero…..……
non solo al cimitero…..….risulta anche dal nome scritto a
stampatello,
per tutta la via e
con i soldi versati sotto forma di obolo alla chiesa affinché interceda per
l’anima del morto……….., sulla cartella compilata in casa del defunto o, in questo caso, su di
un tavolo approntato davanti la porta della chiesa.
Io c’ero………………………………….…….. Ero presente…………………………..
Ho seguito tutta la funzione…………….….sino alla fine…………….……
Ci siamo stati in tanti quel giorno………………………….
In tanti abbiamo partecipato al funerale e in tanti
abbiamo pregato per Nino affinché svolga in serenità e con determinazione
l’opera per la quale è stato chiamato e per la quale, Lui in prima persona, ha
dato il Suo assenso.
In tanti Lo abbiamo immaginato con in mano la spada della
giustizia mentre coordina le migliaia e migliaia di anime che arrivano da
questa dimensione terrestre così violenta e guerrafondaia.
In tanti abbiamo visto la Sua essenza volare in alto per
poterci abbracciare tutti in una sola volta.
In tanti abbiamo sentito questo Suo abbraccio e in tanti
abbiamo sentito il Suo calore mentre, avvolti da un fuoco di bivacco durante un
campo scout, ci raccontava storie di
vita…………………………e in tanti l’abbiamo sentito “ruttare”, mentre si abbandonava con
semplicità ad un sonno ristoratore.
Questa storia finisce davanti la cappella della famiglia
Valenti.
Lui è stato tumulato nella massima serenità….. un bel
funerale….e bella gente. Peccato che mancasse la musica.
In altri paesi è usanza tenerla davanti la bara per
accompagnare il defunto.
A Motta non si usa……speriamo che ciò non avvenga mai perché sarebbe un’altra fonte di speculazione
dato che, intesa nel modo conosciuto, non porta nessuna allegria, invece ne
aggrava l’atmosfera suonando arie “di cuori affranti”.
HAI RALLEGRATOI
NOSTRI CUORI, ADESSO SPLENDI NELLA LUCE DI DIO
___________________________________________________________
RIFLESSIONE
Da anni pensavo di scrivere qualcosa sulla scomparsa di
Nino, ma non l’ho mai fatto perché mi mancava una spinta.
La spinta mi è venuta da un incidente occasionale con la
moto, accaduto a Gabriele qualche tempo
fa: gli sviluppi sono stati quasi identici, ma…… fortunatamente….il finale
molto diverso……………
Gabriele, un ragazzo di Motta ricoverato in rianimazione,
dopo un lungo periodo di coma e dopo tante preghiere collettive fatte in chiesa
o per conto proprio, è riuscito a salvarsi dalla morte e a ritornare a vivere
assieme a tutti noi.
Così – riflettevo - quando non si è pronti per andarsene
nell’altra dimensione, la morte lascia tutto il tempo che si vuole per
continuare a vivere.
Sono trascorsi quattro anni da questa storia e l’immagine
di Nino non è ancora assorbita dalle
spire del tempo, tuttavia rischia di perdersi se cerchiamo di farla entrare con
espressioni formali nella storia del nostro piccolo comune.
Il rischio è contenuto nell’idea di innalzare
oggettivamente delle “icone” commemorative per non dimenticare.
Lasciamo che il tempo diluisca naturalmente la Sua
immagine, ma non trascuriamo mai di apprendere gli insegnamenti che con grande
genuinità Lui ha lasciato al mondo intero.
LA SUA ESSENZA E’ PATRIMONIO DELL’UMANITA’ e per sentire
su di noi il Suo influsso, basta agganciarci emozionalmente e col cuore a quel
contenitore energetico che nello spazio eterico, la contiene.
Non è importante “deificare” con ricorrenze o targhe alla
memoria la Sua figura, bensì trasmettere i Suoi insegnamenti traendoli dalla
Sua vita.
Nino non avrebbe voluto essere ricordato se non nella
semplicità “educativa” dei Suoi atteggiamenti.
Appositamente ho preferito non chiamare nessuno per nome
per non evidenziare una persona più dell’altra.
Tutti abbiamo partecipato e tutti hanno cercato di aiutare
tutti perché ognuno è in relazione assoluta con il mondo intero.
La completezza è stata nella libera compartecipazione di
ognuno a pregare per la guarigione di Nino.
Anche se oggettivamente il miracolo non si è avverato,
come era nelle nostre aspirazioni, il miracolo della guarigione interiore in
tutti noi, si è avverato. Abbiamo, senza pericolo di smentite, smosso le
montagne e in noi il cambiamento è veramente avvenuto.
La nostra coscienza
è il riflesso dell’Assoluto che vive in noi e si tramuta in consapevolezza
quando trova un oggetto sul quale proiettarsi.
In questo modo dovrebbe inquadrarsi la nostra avvenuta
presa di coscienza maturata dalla consapevolezza, anche se postuma, di essere
vissuti accanto ad un uomo straordinario.
NINO E’ STATO MERAVIGLIOSO PERCHE’ NOI SIAMO MERAVIGLIOSI.
Non dimentichiamolo mai.
La grandiosità di una persona, a parte essere dovuta alla
propria storia personale e alla qualità delle vite vissute, è sempre
conseguenza assoluta delle interelazioni che ha avuto con tutti.
Nino, a parte i Suoi amici e il gruppo scout, è vissuto
accanto ad una moglie meravigliosa.
Le sua qualità si sono intrecciate con quelle di Vera e,
grazie a questa miscela esplosiva, Gli si sono risvegliate le qualità divine
che ognuno di noi possiede, perché ognuno di noi E’ DIO.
Il grande saggio diceva che: “TUTTI SIAMO DIO, MA NON
TUTTI NE SIAMO CONSAPEVOLI”.
Partendo da questa certezza si è sviluppato tutto questo
documento.
Ho cercato di dialogare col Dio che vedo in me e in tutti,
nella speranza di donare alla gente che ha conosciuto il Nostro eroe,
l’immagine di un uomo che, in parte privo della consapevolezza per potersi
riconoscere tale, ha vissuto la propria vita incorporando tutte le qualità di
UN ESSERE SUPERIORE.
Ringrazio tutti coloro che hanno vissuto assieme a me
quest’avventura caratterizzata da un continuo travaso spontaneo di emozioni
positive, tutte PERMEATE D’AMORE.
Di seguito trascrivo parti di lettere inviate, subito dopo
il funerale, ad amiche e amici comuni che hanno condiviso quest’avventura
assieme a me.
L E T T E R E
15 giugno 1999
Cara Renata, caro Stefano,
proprio l’altro ieri il Nostro caro Nino ha smesso di
vivere con il Suo solito corpo tra di noi.
Se ne è voluto andare in un'altra dimensione portandosi
con sé gran parte di noi.
Cari amici, non avrei mai immaginato di annunciarVi la
morte del nostro caro Nino in modo così prematuro, eppure questa realtà così
stravagante ha trovato lo spazio per inserirvi anche questo evento.
Non è stato facile accettare e capire questa morte.
Non si è mai pronti a questo evento.
Per noi la vita, specialmente questo nostro contenitore, è
troppo importante lasciarcelo rubare senza cadere nella sofferenza.
Eppure è così.
Nino ci è stato rubato.
E’ così che va la vita ed è così che siamo cresciuti in
questo mondo pieno di falsi
insegnamenti.
Proprio intorno alla morte si è costruita la più grande
menzogna della terra.
Ci hanno fatto credere che la morte sia la fine di ogni
cosa.
Da qui nasce la nostra paura, nascono le guerre, proviene
la grande sofferenza che ammanta tutto il mondo.
Ci hanno fatto credere che la morte è l’aspetto contrario
della vita, invece non è così.
E’ la vita che contiene in sé anche la morte.
E’ la vita l’unica realtà assoluta che inesorabilmente non
smette mai di perpetuarsi, mentre la morte è solo un piccolo aspetto della vita
che nel progetto divino non squilibra niente.
E’ solo un rinnovarsi, un cambiarsi d’abito perché l’altro
si è logorato.
E’ il vivere continuamente, sotto spoglie sempre diverse,
l’unica cosa che esiste ed esisterà per
sempre………………………………………………………………………………………………………
Non è un mistero morire: E’ la pura e semplice realtà, e
bisogna affrontarla con consapevolezza e con dignità.
Cara Renata capisco la nostra difficoltà nell’accettare la
morte, ma bisogna considerarla sempre attorno a noi.
Ci siamo e non ci siamo.
E’ un finire e un ricominciare continuamente.
Nino oggi non c’è più, lo so. Domani saremo noi a non
esserci più. Cosa rimarrà di noi?
Cos’è che lasceremo a questo mondo così legato
all’immagine?
Lasceremo il nostro insegnamento, le nostre azioni e tutto
ciò che di bello abbiamo fatto.
Capisci Stefano? E’ solo una corsa la nostra vita.
E’ una grande illusione che ad ogni momento cambia la
propria consistenza, mentale e fisica.
Ma cosa rimane allora? Dove andiamo a finire? In quale
deposito galattico andrà a depositarsi questo involucro?
Per Nino la vita era gioia e Amore.
Non credeva nell’infelicità eterna propinata dalla chiesa.
La Sua stessa vita è stata imperniata sulla convinzione
che la Gioia contiene tutto……e viveva felice. L’altro mondo per Lui sarà pieno
di Gioia e di cose belle perché Lui ha creduto fermamente a questo
principio…………………………………………………
Vi abbraccio Nuccio
- oggi alle ore 18 si svolgeranno i
funerali.
“Lui si è ricongiunto al padre”
La vera fonte da dove proveniamo .
16 giugno 1999
il giorno dopo il diluvio
Cara Vera,
in genere si dice che la quiete viene dopo la tempesta.
E’ come dire che dopo la guerra vi è la pace, che dopo il
buio vi è la luce, o dopo la tristezza viene la felicità, o dopo il sacrificio
la gioia……..
Il far divenire le cose da altre cose è il dramma
dell’umanità, vedere il male come preludio del bene è stato per l’eternità la
causa delle nostre sofferenze e delle nostre incomprensioni.
Lo vedi, cara Vera, la tempesta o la quiete non divergono
rispettivamente l’una dall’altra, bensì esse si contengono e si compenetrano
rispettivamente sino a diventare UNO.
Questa UNITA’ racchiude e contiene in sé TUTTO.
Momento dopo momento poi, siamo noi a vivere attraverso le
emozioni e i sentimenti, questo TUTTO.
L’ignoranza è il nostro principale nemico, quindi bisogna
conoscere o affidarsi ad un Maestro per fugare le false interpretazioni che ci
vengono proprio da questa ignoranza.
Per conto mio, attorno a noi, esiste solo il bene che
contiene in sé il non-bene.
Sta a noi, con la nostra conoscenza e la nostra
intelligenza, saper discriminare e,
conseguentemente,scegliere di vivere in un modo o nell’altro su questa
terra.
La morte del nostro caro Nino, a parte tutte le
disquisizioni intellettuali che si possono fare, era già contenuta nella Sua
vita.
E’ come quel seme che contiene in sé il futuro albero con
tutte le radici, i frutti, gli uccelli e
la sua ombra.
Nino era tutto questo.
Nino conteneva anche noi.
Noi lo stiamo continuando a contenere tramite le Sue
parole, i Suoi atteggiamenti e il Suo grandioso messaggio.
Come si fa a non essere tutto questo?…….
Riflettici!!!!!……..Come si fa ad immaginarci la vita Senza di Lui?….…….. senza
la Sua immagine che ci sollazza? Eppure è così!!!!!!!!!!!!!!!!….………….. Credimi…………………………...
Proprio in questo confonderci l’uno nell’altro, come
l’acqua di un fiume si confonde con l’altra acqua del mare, risiede l’essenza
della vita.
Vi è DIO in tutto questo.
E’ Solo LUI che, nella Sua grandiosità, riesce a contenere
questo TUTTO.
Un TUTTO che si confonde col VUOTO, con L’INFINITO, con
L’ASSOLUTO.
Nino è stato tutto questo.
“E’ ancora oggi, e sarà per l’eternità TUTTO QUESTO”.
Hai visto ieri quanta gente ha reso omaggio alla figura di
Nino?
Immaginavamo tanta gente, ma non così tanta.
LA SUA VITA E’ STATA VERAMENTE IL SUO MESSAGGIO.
In tutti questi anni ha costruito attorno a sé un
paradiso, e stai pur certa che, nella Sua nuova dimensione, troverà il paradiso
e la gioia con cui è vissuto.
La Sua figura era imponente e per tutti è stato un punto
di riferimento.
Questa Sua grandezza, credimi, non è stata solamente
frutto del Suo giardino. Accanto a Lui ci sei stata Tu.
E non è poco.
Tempo fa Lui mi confessava di essere orgoglioso di Te
perché vedeva molta determinazione e Amore nei Tuoi atteggiamenti.
E’ vero.
Vedeva anche la
donna fragile che ha bisogno di carezze e di conforto.
A volte la nostra
debolezza crea la fortezza negli altri per fortificare la nostra insicurezza.
Nel Tuo caso questa forza esiste e si vede, però assieme
ad essa vi è anche una grande paura.
Paura del futuro e confusione nell’affrontare il
presente!……..
Tutto questo è umano!……… Guai se non fosse così!!!!!!…..
Guai non chiedere aiuto nei momenti di confusione………………. Creeremmo attorno a
noi un mondo di solitudine e di mostri.
Non dimenticare che noi esistiamo l’uno per l’altro.
Questa nostra forza, la grande dignità che abbiamo avuto
nell’affrontare questa grande avventura è dipesa dalla nostra Unione, dal modo
di dimostrarci forti quando il momento richiedeva fortezza e fragili quando il
momento ci trovava impreparati.
Questo paradiso lo abbiamo costruito in terra attorno a
noi.
Lo so che Nino è insostituibile……...e tale rimarrà.
So anche che la vita continua e proprio dal Suo
indistinguibile stile di vita dobbiamo evincere il giusto comportamento, anche
dinanzi a situazioni tanto gravi……………………………………………………………………
Il vuoto lasciato da Nino è grande, però lentamente
possiamo riempirlo da tutte le cose che al momento vorremmo mettervi.
Questo vuoto che potenzialmente può contenere tutto, è la
nostra speranza.
Un giorno vi metteremo un piccolo progetto, un altro
giorno vi depositeremo un sentimento d’Amore, l’altro ancora vi pianteremo un
albero, poi una carezza, un sorriso e così via….
Nino ci ha lasciati svuotati, ha preso tutto con sé…… Ci
ha lasciato il vuoto……… Vuoti per iniziare nuove strade, e tutte le strade,
quando siamo vuoti, sono buone…………………………………………………………
Nino è stato premiato dalla Sua stessa semplicità e dal
Suo grande Amore che aveva per tutti.
Noi, gli amici, i conoscenti e gli scout, dobbiamo essere
orgogliosi di avere avuto accanto un così grande uomo.
Tu lo sai che io ero innamorato di Nino?……Era più di un
amico………………………………
Quando Gli stavo accanto mi abbandonavo completamente perché mi sentivo protetto e pienamente
rappresentato dalla Sua presenza.
Sarei andato con Lui in capo al mondo, però in questa
occasione non l’ho potuto seguire, è voluto partire da solo, pur sapendo che lo
specialista nei viaggi sono io.
Perché?……….. Perché ora?……….. Perché in questo modo?………
Forse Lui era pronto, ma ha considerato se anche noi
fossimo pronti nell’accettare questo Suo atto…….. Ci ha dato il tempo,…………
abbiamo detto………….
Ma quale tempo?
E’ tutto un mistero!….. Un dubbio!……. Un chiedersi continuo………..
…………………………………………………………………………………………………………………………….
ti abbraccio nuccio
18 giugno 1999
Cara Rosaria,
in India si dice che quando un Maestro se ne va in cielo,
il firmamento accoglie una nuova stella.
Il nostro Nino in questo istante brilla di luce propria e
della piccola luce che era, così, adesso, illumina il mondo intero.
La Sua presenza in questa dimensione non è passata
invano………………………….
Ha riempito il mondo di sé. La Sua gioia conteneva tutte
le cose belle di questo mondo: la semplicità, l’Amore, la pace e la saggezza.
Noi che Gli siamo vissuti accanto, con più o meno
intensità, ed abbiamo respirato assieme a Lui i Suoi sogni e la Sua praticità,
dobbiamo sentirci orgogliosi.
Non è facile nascere in questo mondo con sembianze
umane…………, figuriamoci poi di vivere accanto, corpo a corpo, con una persona
“realizzata in vita” come lo era Lui.
Dobbiamo proprio ringraziare il nostro caro Dio per averci
permesso e concesso tanto onore………………………………………………………………………………………………………………
Da questa realtà inedita dobbiamo tutti intraprendere la giusta strada che è
quella dell’amore e della Verità.
Cominciamo toccando la terra, questo è il vero miracolo!
Non sull’acqua, ma per terra, senza perderci nei sogni.
Il mondo che vogliamo costruire non esiste………... Esistiamo
noi e ciò che siamo.
Hai visto il grande messaggio di Nino in questa vita quale
grande miracolo ha creato?
Tutta quella gente al funerale è stata la Sua apoteosi….e
Lui ha semplicemente camminato per terra…non ha camminato sull’acqua.
I frutti li abbiamo raccolti al funerale……..non si smette
di vivere senza un motivo. Forse era il
momento di andare via in altri mondi a regolare le galassie e i pianeti attorno
a noi…….Dio avrà senz’altro un gran da
fare per mantenere le regole che ha creato,e Nino sarà senz’altro un valido
aiutante.
Vedrai che il tempo scioglierà il mistero della Sua morte,
e il nostro atteggiamento, riveduto, legittimerà questa Sua fine.
Cambieremo, vedrai, e questo cambiamento lo toccheremo con
le mani perché ne saremo consapevoli man mano che le nostre azioni si
svolgeranno.
I frutti non li raccoglieremo alla fine, ma durante la
strada.
Anche gli scout credo che non aspettano la fine per gioire,
ma la vivono nel momento presente.
Nino era molto semplice nelle Sue cose e non permetteva al
tempo di insinuarsi a lungo tra il pensare, il dire e il fare.
Non era un intellettuale, non era un sognatore, era
semplicemente un “facitore”, come diceva San Paolo.
La Sua azione
conteneva passato- presente- futuro.
Amava il presente più di ogni altra cosa al mondo…….. …………….Era sempre un passo avanti su di
tutti……………………………. AMAVA PERCHE’ E’ BELLO AMARE.
Mi diceva sempre che noi, il nostro gruppo di amici, ciò
che avevamo creato, eravamo fortunati a differenza di altri: infatti la nostra
unione e solidarietà ci avrebbe rafforzato e aiutato nell’età senile,
indipendentemente dall’aiuto dei figli. Aveva ragione perché Lui guardava molto
al di là di questa realtà transeunte.
Lui vedeva noi come spirito e già sapeva che per
l’eternità lo spirito di ognuno si racchiude e si confonde con lo spirito di
tutti.
Conosceva la verità: divisi in terra, ma uniti nello
spirito.
Viveva “il distacco” proprio perché conosceva queste cose.
Apparteneva a questo mondo, ma non era di questo
mondo…………………………………
Non nasce da niente da niente…….. Non diviene nulla da
nulla……..TUTTO E’ TUTTO E’ AMORE E VITA…… Queste due realtà contengono in sé
tutto………………………………….
Ti ringrazio di essermi stata vicino e di aver, con il Tuo
sentire, alleviato la grande sofferenza che ha colpito tutti.
Tuo nuccio
23 giugno 1999
Caro Rosario,
mai come stavolta provo tanto imbarazzo e confusione nello
scrivere una lettera. Non so se e come darTi buoni consigli, o se sono io ad
aiutarmi scrivendo queste parole.
Certamente la confusione è tanta, e assieme ad essa vi è
anche la stranezza dell’argomento da trattare: parlare sulla scomparsa di un mio
grande amico al figlio.
Sembra il titolo di un tema………….. Ma!!!!!!!!!!!!!!! Parliamone…………
In India si dice che la morte è come la vita.
E’ vero?????…. Sicuramente da noi è un dramma……….
La nostra impreparazione sull’argomento e il grande
attaccamento alla vita pone la morte al primo posto nella classifica delle
disgrazie.
Tutto è rimediabile, si dice, mai però dinanzi alla morte.
L’unica cosa certa, si dice, è la morte.
Così, la forza che proviene dalle cose materiali e
spirituali che si possiedono crea una forma di attaccamento potente e, quando
capita che una di queste cose, e capita spesso,
viene a mancare, inevitabilmente scivoliamo nella disperazione più nera.
Il mondo ci cade addosso e per rimetterci su bisogna
ricreare altri legami, quindi sviluppare desideri, che sopperiscono alla cosa
che ci è venuta a mancare.
E’ una continua corsa verso la sofferenza, perché in
questo mondo anche le cose più care hanno una presenza precaria e relativa.
Ciò che nasce, per forza di cose, invecchia, si logora e
cambia aspetto.
CAMBIA ASPETTO……………………………...
L’unica cosa a rimanere come sempre, a ripetersi per
l’eternità, è la vita.
Siamo condannati a vivere eternamente.
Con aspetto diverso, in dimensioni diverse, ma sempre in
relazione assoluta con ciò che siamo stati nelle varie esistenze precedenti.
La morte, cosa è???????????……… Perché????????????….. Chi
decide???????????……
Ognuno di noi ha una propria risposta, e quella è la
risposta giusta.
La spiegazione che potrei darTi io, è la mia convinzione
dettata dalla cultura, dalla conoscenza, dalla paura, dalla religione,
dall’attaccamento alla vita, dalla sfiducia nella vita e da una infinità di
sentimenti ed emozioni che di volta in volta mi fanno cambiare parere.
E’ meglio che Tu rimanga con le Tue convinzioni, vedrai
che quelle saranno sicuramente le migliori per Te.
Le soluzioni le troverai nel momento presente, nel valore
che darai alle cose e ai rapporti che durante la Tua vita incontrerai.
Ti dico solamente che le soluzioni che troverai non
saranno mai quelle definitive.
Non convincerTi che l’unica strada è quella che hai scelto
Tu.
Alle cose e alle idee bisogna dare il giusto valore, senza
mai considerarle assolute. Solo così si può vivere sereni e
gioiosi…………………………………………..
Adesso parliamo della vita.
Cosa è??????………….. Perchè si vive??????????????…….
Potrei risponderTi come prima dicendoTi che la vita è cosa
Tua e dovresti pensarci Tu…………………………………………………………………………………………..
La vita la conosco: So cosa è, e come va.
Perché soffriamo e perché godiamo.
Lo sai chi determina la nostra gioia o la nostra
sofferenza in questo mondo?
Siamo noi stessi, la conoscenza che abbiamo e le scelte
che attuiamo momento dopo momento.
L’ignoranza è la tomba della vita.
Buddha per vincere la sofferenza diceva di sconfiggere
l’ignoranza: infatti è questa che ci richiama di vita in vita sulla terra
facendoci vivere inesorabilmente il ciclo della nascita, della malattia, della
sofferenza, della vecchiaia e della morte.
Per non soffrire, Lui dice, basta non nascere più e tutto
è fatto.
Automaticamente si esce fuori da questo ciclo infernale.
Io dico che per non soffrire basta vivere nel momento
presente ed accettarlo così com’è………… Basta fermarci……….. Toccarci………
Guardare………...
Questo è il vero
miracolo.
Saper camminare per terra con i nostri piedi, morire ogni
momento per poi rinascere, morire ai nostri pregiudizi e ai nostri
errori………………………………….
E’ questo il segreto della felicità.
Tuo padre sapeva morire ogni momento, ed ogni momento,
diceva Lui, era buono per sorridere, per Amare, per essere sé stessi aiutando
gli altri……...e per rinascere.
………………………………………………………………………………….cerca di non cambiare mai
per imitare qualcuno……………………………………………………….nemmeno Tuo padre.
I grandi uomini, come Nino, sono da emulare nei grandi messaggi,
ma nel piccolo ognuno deve seguire la propria strada.
Rosario è così perché è Rosario, con il Suo carattere, con
le Sua paure, con le Sue indecisioni, con la Sua forza, con i Suoi affetti, con
i Suoi amori, con i Suoi stravaganti modi di agire…………………………………………
noi siamo fatti nel nostro modo e, rimanendo tali, dobbiamo guardare la vita dei
grandi che, vivendo nel loro modo, hanno cambiato il mondo………………………………….. e Tuo
padre lo ha cambiato il mondo.
Il mondo attorno a Lui lo ha reso un paradiso senza
stravolgere niente.
Ha solo dato il giusto valore alle piccole cose che in
questo mondo vengono trascurate.
La Sua grandezza stava proprio nel rendere importanti le
piccole cose: i rapporti con gli umili, con i vecchietti, con gli amici, con i
ragazzi, con i figli, rendendoli grandi.
Nella semplicità ha trovato la Sua dimensione e nella
schiettezza il Suo stile di vita.
Non voglio santificare nessuno, voglio solo dare a Cesare
quello che è di Cesare. Per noi la Sua scomparsa è stata pesante da accettare………………………………………..,
ma per Lui…………………..e per coloro che alla vita hanno sempre dato il giusto peso,
senza mai legarsi spasmodicamente, è stato il naturale passaggio da uno stadio
ad un altro stadio.
Senz’altro continuerà la Sua opera: in terra rimanendoci sempre
accanto, consigliandoci e spronandoci nei momenti di crisi; in cielo
organizzando accanto ai “grandi” le stupende regole che coordinano i pianeti,
le galassie e la vita sulla terra.
Non è bello sognare, Rosario!
RicordaTi che qualsiasi sogno diventa reale nel momento
stesso in cui si vive.
……………………………………………………………………………………………………………
Tuo padre ha vissuto la Sua vita rispettando i cinque
principi universali:
“Giustizia Pace Verità Amore Non-violenza.” Nuccio
.23 giugno 1999
Cara Antonella,
questo pomeriggio ho sentito la mancanza del Nostro Nino.
Ero da Vera e la confusione non mancava.
Non mancavano nemmeno le grida.
Davide correva sul terrazzino gridando. I ragazzi
strillavano. Rosario voleva gridare, ma non vi riusciva.
Per un attimo i nostri occhi si incrociarono e in
quell’attimo FU IL VUOTO.
La consapevolezza della scomparsa di Nino maciullò la mia
mente e mi sentii solo. Il mio Nino, il nostro Nino, con quell’aspetto
sorridente e rassicurante non lo vedremo più.
In questi giorni ho scritto diverse lettere e in tutte ho cercato di dare coraggio
spiegando la morte vedendola come un evento naturale.
Forse lo è! ma in
questo caso, non riesco a superare la grande confusione e il grande vuoto che
mi ha lasciato.
Da Te cerco aiuto.
Ti sto scrivendo proprio per aiutare me stesso, ecco
perché non posso mentire. Il Tuo continuo ripetermi: non riesco a crederci e le
Tue spontanee lacrime, mi riportano con forza alla realtà…..e anche io mi
ripeto continuamente…..Nino non c’è più….impossibile!
Tu lo sai che io amavo Nino!!!!!!
La Sua forza era il mio respiro.
Molte volte Gli ho detto: Nino Ti voglio bene. Mi dava
sicurezza e mi metteva sempre a mio agio………….. Quanto sono egoista! Non è vero!
Non penso alla Sua scomparsa, penso alla mia sofferenza.
Alla Tua sofferenza, a quella di Turi, a quella di Vera. Pina non riesce a
sorridere. E’ completamente sfiduciata verso la vita e odia tutto il mondo.
Perché Nino! Il migliore! Mi dice….ed io a farLe coraggio.
E’ proprio vero che non si è mai pronti al distacco,
figuriamoci poi in questo mondo dove la felicità è frutto, illusorio, delle
cose che possediamo. Appena ci viene a mancare una di queste cose cadiamo in
depressione e subito cerchiamo di ricambiarla……………l’importante è, crediamo, non
lasciare alcuno spazio tra il corpo e la
mente dove possa incunearsi la sofferenza.
La sofferenza è una brutta bestia, ed è difficile
allontanarla, allora escogitiamo terapie particolari per non subirla.
Stranamente però, dopo un po’ di tempo essa si ripresenta con maggiore
intensità…..ed allora………
Cosa è successo!!!!! Dove sta l’errore!!!!!!
L’errore consiste proprio nel rifiutare la
sofferenza.
Nel non volerla ad ogni costo indirettamente le diamo più spazio. Le diamo troppa importanza e Lei
assume colore, consistenza, aumenta perché aumentano i nostri desideri, e
i nostri attaccamenti…..e Tu sai che
qualunque cosa esiste, domani non
esisterà più perché si logora, invecchia….finisce di vivere tramite il solito
involucro……….e cosa ci lascia?!
Ci lascia la sofferenza, il dolore, il dramma della
mancanza.
Cara Antonella la sofferenza si deve abbracciare. Essa è
un aspetto della vita.
La scomparsa del nostro caro Nino è drammatica perché lo abbiamo visto e considerato come un caro
amico con quell’aspetto, con quelle Sue idee, distaccato da noi.
Considerando la realtà come un qualcosa che vive
indipendentemente da noi, creiamo, senza volerlo, i presupposti per la
sofferenza. Quando invece vediamo tutto in tutto, quindi anche Nino in noi e
viceversa, la Sua mancanza, non ci toccherebbe affatto perché la Sua essenza si
confonderebbe nella nostra essenza……………………………………………………………………………
Il Suo respirare ha contribuito alla nostra crescita.
Scindere Nino da noi e dal mondo intero, significa creare
altra sofferenza………………………………………………………………….
Chi lo sa dove si trova in questo momento?
E’ questa una delle domande più frequenti che girano
attorno alla morte.
Chissà se ci vede! Se ci protegge!
Dopo un simile evento cadiamo sempre nel dubbio e non
troviamo via di uscita. L’insegnamento che ci viene dalla chiesa non lascia
spazio alla risoluzione del dubbio, anzi lo drammatizza.
Lo vedi Antonella, quando la nostra vita viene impregnata
da falsi valori e ad ognuno diamo troppo peso, diventa immancabile l’arrivo
della sofferenza….. quando poi uno di questi valori ci viene a
mancare………..Tutto ci crolla addosso.
La chiesa, in contrapposizione al Grande messaggio di
Cristo, ha contribuito nel farci edificare la nostra casa sulla sabbia anziché
sulla roccia.
Poco spirito, più materia.
Una cosa è il messaggio, l’insegnamento, un ‘altra cosa è
il modo e l’esempio che sta dietro chi vorrebbe spiegare la gioia della fede.
Un Maestro dovrebbe far volare i discepoli durante
un’insegnamento.
Un Maestro deve
camminare accanto al discepolo suscitandogli quella fiducia che in genere la
vita non da.
Un Maestro è colui che Ti avvicina a Dio perché Lui
conosce la strada.
In India il Maestro è considerato più importante di Dio
stesso perché solo sotto il Suo insegnamento può scoprirsi il Dio che vive in
noi.
Qui da noi……quali Maestri abbiamo!!!!
L’insegnamento è concentrato sull’acquisizione del potere
economico, politico, sociale, religioso, di casta,sull’acculturamento, sul
potere della mente ecc…tutti valori relativi e fittizi che non lasciano nulla
di consistente e profondo perché PASSANO…… E lo spirito!!!! Il Sé!!!!
L’Atman!!!! E Dio????
Dove è! In quale recondito luogo lo releghiamo in questo
walzer di tiranni?
Dio che è il vuoto quindi può contenere potenzialmente
tutto, diventa in questo nostro mondo il mezzo per santificare qualsiasi nostra
azione.
Dietro il nome di Dio, Tu lo sai, si sono nascosti e si
nascondono anche oggi i crimini più atroci.
Questo Dio diventa l’emblema delle GIUSTE GUERRE…….è
questo il vero dramma. Ecco da dove nasce la sofferenza.
Noi se vogliamo uscirne fuori e vivere con
dignità,dobbiamo eliminare dal nostro corpo e dalla nostra mente questi falsi
miti.
Riprendiamoci la vita ristabilendo armonia e gioia nel
nostro corpo.
Smettiamo di vederci peccatori ad ogni costo, svestiamoci
dalle etichette perché è questo nostro
suddividere e classificare le cose a creare sofferenza e violenza.
Vediamo TUTTO, UNO.
Buddha diceva: “CAMMINIAMO PERCHE’ E’ BELLO CAMMINARE”.
Noi qualunque cosa facciamo abbiamo quasi sempre un
obiettivo da raggiungere, sorvolando così sul momento presente.
Corriamo per arrivare, non per vivere.
Nino era un grande uomo perché viveva le cose con
intensità senza mai inutilizzarle con l’assurda concezione di raggiungere a
tutti i costi la meta.
Era un uomo del nostro tempo…..ma con lo spirito in Dio.
Ecco perché la Sua presenza, anche come corpo, ci manca.
Quando in vita si raggiunge e si vive col corpo e con lo
spirito come se si fosse UNO, il segno che si lascia è veramente grande.
Corpo e Spirito.
L’amalgama di questi due elementi fa essere Dio.
Dio è corpo perché vive da Uomo con tutti i Suoi problemi,
ma è anche Dio perché è consapevole di esserLo.
A Nino l’unica cosa che mancava era questa consapevolezza
che fa di Dio un ESSERE cosciente di essere anche il corpo.
………………………………………………………………
Gli illusi e i confusi aspettano di raggiungere questa
liberazione dopo un certo periodo di discepolato e di sacrificio, invece
sbagliano….e continueranno a cercarla per l’eternità.
LA LIBERAZIONE
SI RAGGIUNGE IN VITA. SI VIVE IN OGNI MOMENTO.
UN PASSO…UN
SORRISO. UN ALTRO PASSO…..UN ALTRO SORRISO.
Il nostro caro Nino conosceva intimamente queste cose,e
viveva esclusivamente in questo modo…………è importante questa vita terrena perché
ci permette di pensare a Dio e di Amare………………E’ bello piangere, è bello avere
dubbi. Credimi.
Tuo nuccio
25 giugno 1999
Cara
Luisa,
la
scomparsa fisica del corpo di Nino ci è caduta addosso con grande violenza.
Del resto
l’imprevedibilità di tale evento ci ha colto tutti impreparati senza lasciarci
il tempo di razionalizzare e capire la grande portata di un simile fatto.
Forse non
vi è nulla da capire, si deve solo accettare senza scervellarsi.
Le cose
vanno come debbono andare, Tu mi diresti.
Forse è proprio così….. ma a chi
rivolgerci in questo caso se
non a
Dio!
A chi
chiedere conto e ragione se non a quel Dio che, a detta comune, dirige e
coordina tutte le cose?
Perché,
Gli chiederei, prendere Nino proprio quando viveva la propria vita da
realizzato e quindi poteva insegnarci a
tutti la strada?
Credo che
non avremo, almeno ufficialmente, una risposta diretta.
Dio no si
scomoda per simili sciocchezze, ha da regolare le galassie e tutti i mondi
paralleli che coesistono assieme a noi.
Mi sa
proprio che bisogna rassegnarci,quindi la risposta dobbiamo cercarla da noi
aiutandoci con le nostre conoscenze e il nostro credo.
Parlerei quindi
con il Dio che è in noi: Questo dubbio Lui solo lo può sciogliere. Gli porrei
diverse domande, ma poi chi mi risponderà! Lui o la mia mente!?
Alla
mente piace molto parlare, lo sai, crea illusioni, edifica castelli e poi li
distrugge. Crea Amore, convenienza, invidia, uguaglianza…e poi alla minima onda cambia…di umore, proietta falsi
miti, crea degli idoli, gioca con la vita e non guarda nessun ostacolo perché è
essa che crea gli stessi ostacoli, le scappatoie, gli abbracci….insomma non è
da prendere in considerazione questa mente.
A chi
rivolgermi quindi, a chi chiedere spiegazioni sulla morte di Nino?
Proverei
a stare zitto……….. In silenzio.
E’ un
buon suggeritore il silenzio…..non discute……non proietta…..non valuta.
Fa
scivolare le cose senza ostacolarle…..serve solo a sé stesso…….non da alcuna
risposta… lascia che arrivino da sole.
Le
risposte anche se sembrano scaturire naturalmente, hanno sempre una storia
dietro ad esse.
Io nel
silenzio trovo sempre, anzi arriva, la soluzione su ogni mia confusione.
Basta
solo lasciarsi andare e lasciare andare le cose così come vanno.
Lo dici
sempre Tu, ed è vero.
Cercare
con la mente discorsiva il motivo di quell’effetto è ricadere nel gioco della
mente, che non aspetta altro un nostro rientro sul suo campo da gioco.
………………………………………………………………………………………………Dio non ci lascia al
buio.
Stai pur certa che una risposta l’avremo, anzi, l’azione
stessa contiene in sé la risposta. Lo stesso effetto è gravido della causa
precedente ed è causa, lui stesso, dell’effetto procedente. Perciò, per quanto
riguarda la scomparsa di Nino, basta solo fermarsi e cogliere i suggerimenti
che vengono dalla nostra coscienza, quindi da
Dio…………………………………………………………………………………………………………………………….
Qualcuno diceva che al di là dell’Amore vi è l’amore…..ed
è vero.
L’indefinibile, proprio perché è tale, può definirsi con
qualunque concetto.
Guai a ridurre Dio o l’Amore ad una semplice definizione.
E’ come togliere la salinità all’acqua del mare.
Al di là del relativo vi è il non-relativo, e noi
apparteniamo ad entrambi.
Ci siamo e non ci siamo. Siamo Dio e non siamo Dio. Nel
quotidiano e nel particolare siamo relativi, nel generale siamo assoluti.
Assieme a tutto questo fiume di parole ha trovato spazio
la morte del nostro caro Nino…………..e non lo riporteremo in vita con le
parole………………………………………………..
…………………………………………………………..ti abbraccio
nuccio
28 giugno 1999
Cara
Nunziatina,
In genere
quando scrivo una lettera, è quasi sempre mossa da un sentire profondo venuto
in superficie per motivi diversi. Stavolta il sentire non c’è, però entra in
campo l’affetto, la riconoscenza, la gioia di essere presenti nella mente di
tante persone care e gentili.
Ovviamente
l’argomento in voga in questi giorni è: IL DISTACCO.
Come
viverlo, come accettarlo e come vedere felicità in questo grande evento che
ineluttabilmente, prima o poi, toccherà anche noi.
In genere
l’insegnamento della chiesa ci dice che la morte può avvenire in ogni momento e
solo da essa può divenire la resurrezione. Solo morendo possiamo parlare di
rinascita.
Morire in
che cosa? Mi chiedo!
Rinascere
da che cosa!
Morire
alla vita, all’egoismo, alla malvagità per poi rinascere dalle macerie a nuova
vita….all’Amore, alla GIoia.
La morte
del corpo, il dissolvimento del contenitore fisico non è assolutamente
contemplato né accettato……………………………………………………..
E’ duro
abbandonare il nostro corpo, non vedere più l’involucro fisico del nostro amico
dopo che per tutta la vita ha lavorato come un cane per modellare un corpo e
renderlo bello.
Diamo
troppa importanza all’aspetto esteriore e nel contempo però trascuriamo il vero
aspetto della vita: quello interiore, quello divino, quello dello spirito.
L’impreparazione
poi ci coglie quando la morte fa la Sua comparsa.
L’Assoluto
per noi diventa ciò che in effetti, e per propria natura, è relativo.
L’impermanente lo rendiamo assoluto, addirittura ci convinciamo che Dio risiede
nel
Relativo
e scarichiamo su di Lui tutte le colpe
di questo mondo.
Ecco la
sofferenza.
L’ignoranza
è la trappola della nostra vita.
Fare
derivare una cosa da un’altra cosa è un grande errore.
Siamo
abituati a vivere per settori, a percepire le emozioni una alla volta e come
conseguenza di altre emozioni. Questa gradualità delle “cose”, questa scala di valori, questo
suddividere e far derivare i sentimenti da altri sentimenti è come vedere
un’infinità di onde senza renderci
conto che queste onde sono composte tutte delle stessa acqua
…………………………………………………………………………………………………………………….
Lasciare
tutto alla solita frase: “Le cose vanno come debbono andare”….mi sa proprio di
un fatalismo deludente e castrante.
Una
spiegazione, un motivo deve per forza esserci perché non esiste il caso e tutto
è in relazione e compenetrato da tutte le cose del mondo.
Uno dei
motivi potrebbe essere il troppo Amore.
Il cuore
aumenta il proprio ritmo quando le cose attorno a noi diventano improvvisamente
vive.
Quando il
semplice sbocciare di un fiore diventa per noi VIVO, il nostro cuore vibra con
maggiore intensità.
Quando il
sole tramonta colorando di sé il mondo intero e, finalmente anche noi, dopo
anni di dura vita, viviamo con emozione questo meraviglioso evento vibrando
assieme ad esso………..………. È sempre il nostro cuore a sobbalzare con maggiore
intensità.
Quando la
sofferenza di un bambino diventa la nostra…….è sempre il nostro cuore a
risentirne gli effetti.
Quando
poi vivi e subisci l’impotenza perché vedi, sai e non puoi fare nulla, allora
il cuore va in subbuglio.
E’ come
se volesse uscire dalla scatola toracica e prendere tutta la sofferenza del
mondo e farla propria.
Chi lo sa
quanta gioia, piena di sofferenza,Nino vedeva
attorno a sé?
Chi lo sa
se l’impreparazione e il menefrechismo di tutti questi sedicenti volontari,
pronti solo ad ingigantire il proprio ego, non abbiano fatto vivere una
situazione di impotenza febbricitante?
E il Suo
cuore….!
Il Suo
pulsare anche per un leggero soffio di vento, come ha recepito ed affrontato
questa realtà?
In india
l’infarto è conosciuto come la malattia del mistico, difatti chi conosce e vive
nell’Amore è molto soggetto a dei problemi di cuore perché l’intensità con la
quale si cerca Dio scuote l’uomo dalle fondamenta.
Perché si
dice che solo i buoni e i più sensibili se ne vanno, mentre i duri e gli
insensibili rimangono più a lungo?!.....ma perché il cuore non pulsa, è di
pietra e non cede per niente…………………………………………………………………………………………………
…………………………………………………………………………….con
affetto
nuccio
DALLA VITA ……….ALLA VITA
7 luglio 1999
Caro compare Nino,
mi ricordo
quando da bambino, alle elementari, ci facevano scrivere la letterina a Gesù
Bambino dicendoci che ogni desiderio espresso in quella lettera si sarebbe
realizzato.
Mi
ricordo i buoni propositi e le amorevoli parole che indirizzavo ai miei
genitori e al mondo intero.
Quella
era una realtà quasi da sogno che lasciava presagire in ogni bambino la propria
natura e la propria realtà economica.
Chi aveva
già una casa chiedeva un palazzo, chi non ne aveva ne desiderava almeno una.
Chi viveva la sofferenza in famiglia desiderava la pace. Chi veniva da una
realtà felice e tranquilla, desiderava queste stesse cose per il mondo
intero…..e così via dicendo.
Il mondo
andava così per noi bambini.
Oggi mi
risento come allora. Pronto a chiedere qualcosa al mio Gesù Nambino.
E’
strano, vero Nino, aspettare la scomparsa di qualcuno caro per poi relegarlo
nel mondo degli “spiriti giusti” e
chiedergli consigli e realizzazioni varie.
Potevamo
benissimo, Tu diresti, chiedertele queste stesse cose prima, quando ancora eri
in vita!!!!!
E’
proprio strano l’uomo……non si abbandona al prossimo se non dopo la sua dipartita per il mondo degli
spiriti. Ma!!!
E’ meglio
non fermarsi su questo concetto……..
Io ne
avrei tante cose da chiederTi:
- Come
mai, data la nostra sincera e grande amicizia, non mi hai avvertito prima
di questa Tua decisione così drammatica?
Tu lo sapevi? Forse non ne eri consapevole,
ma dai Tuoi ultimi mesi di vita si
evidenziava esplicitamente questa Tua
intenzione.
Eri molto cambiato ultimamente.
Eri molto distaccato dalla vita.
Lavoravi con un ardore mai visto.
- Hai
scritto una Tua memoria sulle Tue vicissitudini al lavoro iniziando lo scritto
con delle parole emblematiche: “Per quanti
abbiano a leggere queste mie
parole………….
- La sera
prima di “andare via” incontrando Turi, Gli dicesti di farsi raccontare
la Tua esperienza a Comiso da Vera…….mentre
dovevi essere Tu a raccontargli
la storia……come mai?
- Avevi
messo tra le Tue carte l’ultimo aggiornamento sulla legge che riguarda
il trasferimento della pensione al coniuge
che rimane dopo la scomparsa per
cause drammatiche.
- Non
intervenivi più nei discorsi come prima e vivevi guardando tutti noi
dall’alto del Tuo mondo.
Tu lo
sapevi…..lo preavvertivi…..e non ci ha avvertiti!!!!!! Perché?
Chi lo sa
se questi Tuoi inusuali atteggiamenti erano i Tuoi avvisi?
Forse era
il massimo che potevi fare.
A capirlo
dovevamo essere noi ad essere più in sintonia con Te.
Ma Tu eri
impossibile da emulare………. Volavi su ogni cosa che facevi……..eri sempre nel giusto…..e noi
perdevamo inutilmente del tempo a chiederci il perché di una cosa……a fare gli
intellettuali……a tergiversare sull’imponderabile.
Tu
passavi sempre al dunque in modo diretto e quindi…….come fare a intuire il Tuo
messaggio se non vibravamo su un'altra onda……dimmelo?
Come mai
conoscevi delle verità profonde e le vivevi anche nella vita quotidiana?
Chi Ti ha
detto che la vita è gioia e che persino la morte di Cristo deve essere vissuta
con immensa felicità?
…………..Ti
ricordi quando mi chiedesti l’immagine
del mio Dio dicendomi che Costui sarà senz’altro una divinità perché ha
ammaliato una persona come te?
Il Tuo
comportamento esprimeva una completa condivisione di tutte le religioni perché
le sentivi TUTTE UNO……………………………………………………………………………………
Noi siamo
ancora umani e siamo facile preda di questa nostra mente………. che non sa
calmarsi quando il momento richiede……….calma.
Siamo
ancora da questa parte, e da questa parte il mondo va così.
Come
vorrei essere con Te!!!Veramente.
Ti ho
sempre voluto bene per quello che eri….adesso ancora di più perché la Tua
immagine, i Tuoi atteggiamenti, sono incisi nel mio cuore…..e credimi sono
orgoglioso di esserTi vissuto accanto per tutti questi anni.
Ti
ricordi il silenzio del deserto?
……………………………………………………………………………………………………………………………………..
Lo sai
che per un certo periodo ho odiato gli scout che Ti toglievano a me?
Ero in
errore….certo. Ma non ne potevo fare a meno……………………………………………….
Tuo
nuccio
(la
lettera originale è ancora molto lunga, preferisco interromperla a questo
punto)
30 agosto 1999
Cara
Vera,
Ormai i
mesi si accavallano l’uno sull’altro e l’immagine del nostro Nino non accenna a
diluirsi.
Sembra
che nemmeno il tempo riesca ad offuscare l’essenza di Nino. E’ come quel
profumo lasciato da un fiore in decomposizione.
Se ha
emesso un buon profumo, stai pur certa che la sua essenza rimarrà nell’aria,
sempre attorno a noi. Le buone qualità di una persona non lasciano facilmente
l’arena in cui, con gentilezza e con Amore, si sono manifestate.
Come si
fa a dimenticare un bel viaggio.! Lascia senz’altro qualcosa…..e con Nino ne
abbiamo fatto di viaggi.
L’ultimo,
il più importante, l’ha voluto fare da solo, però, a mio avviso non ci ha
lasciati fuori. Ci ha portato con sé rubandoci il cuore e la mente…….. difatti
non passa giorno senza immaginarmelo accanto.
……………………………………………………………………………………………ti
abbraccio
nuccio
(la
lettera è molto lunga, continua trattando in massima parte gli stessi argomenti
delle altre)